Nella puntata di “Unici – Non Stop – La battaglia dei talenti”, in onda questa sera, martedì 25 dicembre 2018, su RaiUno, Carlo Verdone ricorda i successi del programma e, soprattutto, la genialità di Enzo Trapani. L’attore sottolinea come il regista premiasse sempre il talento e la meritocrazia dei suoi artisti. Infatti ammette: “Trapani quando vedeva che l’artista funzionava ti dava 8, 9 e addirittura 10 minuti.” E, con lui, sono d’accordo anche Umberto Smaila che dichiara: “La genialità di Trapani stette nello stravolgere del tutto i nostri pezzi”. E della stessa idea è anche Jerry Calà, che ammette “L’incontro con Enzo Trapani fu fondamentale, era un genio della telecamera. Riuscì a mettere in scena i nostri sketch in modo che fossero davvero efficaci”. (Aggiornamento di Anna Montesano)



“Mamma Rossana è stata la prima a credere in me!”

Carlo Verdone torna in tv per raccontare la sua esperienza nel programma cult anni ’70 “Non Stop“. Rai 2, infatti, in occasione del Natale ha deciso di celebrare il programma comico di Enzo Trapani con uno speciale di due ore e mezza dal titolo “Unici – Non Stop – La battaglia dei talenti“, “un racconto in cui non ci siamo limitati a riproporre gli sketch, ma abbiamo voluto far rivivere il clima particolare di quel periodo storico. Anni di piombo, in cui non era facile ridere, ma nei quali l’irruzione di creatività di “Non Stop” fu dirompente” ha precisato il regista dello speciale Giorgio Verdelli. Naturalmente tra i vari sketch e filmati d’epoca ci sarà anche Carlo Verdone, che è stato uno dei giovani talenti del programma cult della Rai.



Carlo Verdone, 30 anni di compagni di scuola

Intanto proprio in questi giorni Carlo Verdone festeggia un altro “anniversario”. Il 21 dicembre del 1988 usciva nelle sale italiane “Compagni di scuola”, la commedia del regista romano considerata ancora oggi tra i suoi più grandi successi. Una storia coinvolgente con protagonista Nancy Brilli nel ruolo di Federica Polidori, che decide di organizzare una rimpatriata con i vecchi compagni del liceo. Un cast davvero importante con lo stesso Carlo Verdone, Massimo Ghini, Christian De Sica e tanti altri. Gli ex compagni di scuola si ritroveranno a raccontarsi le loro vite mostrando però insoddisfazioni e frustrazioni.  Carlo Verdone con i suoi film e i suoi personaggi ha raccontato “i tic, le manie, l’assoluta mancanza di senso del ridicolo degli italiani” come ha dichiarato a Rolling Stone. In occasione dell’uscita del libro fotografico “Uno, dieci, cento Verdone”, il regista ed attore romano ha raccontato 40 di carriera e successi sottolineando: “Racconto un’umanità che non c’è più”.



“La mia famiglia mi ha sempre stimolato a guardarmi attorno”

A credere da subito nelle potenzialità di Carlo Verdone è stata la famiglia. “La mia famiglia mi ha sempre stimolato a guardarmi attorno” – ha raccontato il regista ed attore romano – “nel mio quartiere, tra Campo de’ Fiori e Trastevere, passavo le ore a guardare il rigattiere, il vetraio, il calzolaio, l’alimentari, quel teatro aperto cittadino, con la gente che si parlava da finestra a finestra, che oggi non esiste più. I romani sono stati deportati in periferia, si è persa quell’umanità e la città si è impoverita. I miei personaggi sono nati da quell’osservazione e dal furore creativo che ha fatto emergere con naturalezza e senza prove i vari Leo, Mimmo, Furio…”. A spingerlo sul palco del primo spettacolo mamma Rossana: “Vai in scena, fregnone! Perché un giorno mi ringrazierai’ – ricorda Verdone – E infatti non c’è giorno che non la ringrazi”. La mamma è stata la sua prima fan, ma anche papà Mario Verdone: entrambi hanno spinto il figlio verso il mondo dello spettacolo. Poi è arrivato il cinema: “Mio padre mi ha regalato la tessera del cineclub, con i film di Germi, De Sica, Risi, Steno, Monicelli o del primo Fellini ho capito la grande forza della seconda e terza linea di attori”.