Vladimir Luxuria torna in tv ospite di #CR4 – La Repubblica delle Donne, il nuovo programma condotto da Piero Chiambretti su Retequattro. Reduce dal grande successo di Tale e Quale Show 2018, l’ex parlamentare torna in tv a pochi giorni da una polemica scoppiata nel web per via di una foto pubblicata su una pagina Facebook. La pagina “Fotografie segnanti” pubblica una didascalia dedicata al libro di Primo Levi scrivendo: “Se questo è un uomo di Primo Levi è ancora un’opera molto apprezzata dai lettori per la capacità di creare un forte transporto emotivo”. Fin qui nulla di strano direte voi, se non fosse che ad accompagnare questo messaggio c’è una foto dell’ultimo libro di Vladimir Luxuria. Manco a dirlo è immediatamente scoppiata una polemica nel web che ha coinvolto in primis la scrittrice e paladina dei diritti Lgbt.



Le parole di Vladimir Luxuria

Ecco le parole di Vladimir Luxuria in risposta al post: “Scopro adesso la volgarità e le battute di chi scrive e di chi commenta questa pagina di Facebook ‘Fotografie segnanti’: non è solo un’offesa a me (ci sono abituata) ma è la presa in giro di un libro che parla di lager (dove ci finivano anche gli omosessuali). Sì, mi sento molto più uomo di questa pletora di gente che odia e che fa battute che definiscono molto di più chi le fa che chi le riceve”. La ex parlamentare non ha gradito minimamente la cosa e tantissimi sono stati i commenti degli utenti a sua favore. Non sono mancati però i malpensanti che hanno giudicato l’atteggiamento di Luxuria come un’occasione ah hoc per puntare su del sano vittimismo a scopo pubblicitario. Per fortuna altri utenti hanno richiesto alla pagina di scusarsi con quanto fatto.



Nessuna scusa dalla pagina

Nonostante le richieste del popolo del web, la pagina Facebook di Fotografie Segnanti non ha cambiato una virgola del post e né tantomeno ritrattato. In tantissimi hanno espressamente chiesto alla pagina di chiedere delle scuse come un utente che ha scritto: “Per fare satira e farla bene ci vuole cultura, e soprattutto conoscere il confine tra ironia e umiliazione. Confine che in questo caso avete travalicato ampiamente, offendendo non solo la dignità di Vladimir Luxuria e delle persone trans, ma anche la memoria della più grave offesa alla dignità che il genere umano ricordi, e che il capolavoro di Primo Levi ha trasformato in monito eterno per le coscienze”. La pagina Facebook ha proseguito per la sua strada scrivendo: “Scuse per cosa? Per non aver mai citato la parola Olocausto e aver semplicemente fatto un gioco di parole che avrebbe capito anche un bambino delle elementari? Può essere persino un post non ben fatto come tanti, ma a nessuno permettiamo di farci passare per omofobi né infangatori della storia”.

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