Asia Argento non ci sta e si schiera contro Dissenso Comune. “Finalmente è arrivata la letterina di Babbo Natale delle “donne del cinema italiano” contro le molestie. Contestano l’intero sistema ma si guardano bene dal fare nomi. Nei prossimi giorni interverrò sull’argomento, ora sono troppo incazzata”, ha scritto l’attrice su Twitter. La lettera firmata da 124 donne del mondo del cinema italiano, per la figlia di Dario non è abbastanza e – soprattutto – non è arrivata in tempo. Un manifesto condiviso da tante donne famose che hanno voluto dire la loro, contro il sistema delle molestie sessuali, scoperchiato proprio dopo il caso di Weinstein. Asia non ha voluto partecipare e, intervistata da Hollywood Reporter ha spiegato anche perchè: “Innanzitutto mi sarebbe piaciuto essere stata coinvolta dall’inizio in questo dibattito” dichiara l’attrice, spiegando poi i motivi per cui non condivide il manifesto: “Certamente non rappresenta nulla di tangibile per cambiare il sistema su cui puntano il dito. Non denunciando i colpevoli, non avendo un piano d’azione concreto, non aderendo alla marcia delle donne, mi sembra che stiano solo lavando le loro coscienze per questi quattro mesi di silenzio assordante sul movimento #MeToo”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



PARLA CRISTINA COMENCINI

Cristina Comencini, regista, sceneggiatrice e scrittrice italiana, ai microfoni di Vanity Fair, difende la lettere di “Dissenso comune” contro le molestie sessuali spiegando anche il motivo che ha spinto le donne del cinema italiano ad unire le forze per tale iniziativa. La Comencini spiega che le molestie esistono da tempo, ma che al giorno d’oggi, sono un fenomeno nuovo perchè nate in contesto nuovo in cui le donne, per la prima volta, hanno trovato il loro spazio. La Comencini confessa così quando è nata l’idea di scrivere la lettera: “Tre-quattro settimane fa, su impulso di un gruppo di attrici più attive: Jasmine Trinca, Alba Rohrwacher e Giovanna Mezzogiorno. Si sono riunite e hanno pensato a un documento che aprisse una discussione portante sul tema delle molestie” – dice e sulla decisione di non fare nomi, la Comencini ha spiegato – “Abbiamo scelto di ignorare i casi singoli, per guardare il disegno nel suo complesso. Abbiamo scelto di non fare nomi, per denunciare l’intero sistema. Abbiamo scelto di fare un passo indietro, per farne uno in avanti” (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



IL PARERE DI RICCARDO SCAMARCIO

Nel giorno in cui 124 donne del cinema italiano hanno firmato la lettera di denuncia “Dissenso comune” contro le molestie sessuali, ai microfoni del Corriere della Sera, Riccardo Scamarcio esprime la propria opinione sul caso sollevato dallo scandalo Weinstein e si schiera con Catherine Deneuve che ha dichiarato che è necessario lasciare agli uomini la possibilità d’importunare le donne. “Bisogna distinguere tra lo stile di una persona e i reati. Poi c’è un aspetto trascurato, che il cinema è basato sulla seduzione e sull’erotismo tra le persone. La penso come Catherine Deneuve” – ha dichiarato l’attore che ha poi aggiunto – “Viviamo in una società pornografica che mercifica i corpi; perché sulle 500 mila vittime in Iraq il cinema non ha detto nulla? Mi chiedo perché Strauss-Kahn sia stato sbattuto in galera il secondo giorno e Weinstein sia ancora libero di girare. Il gioco al massacro di Hollywood non fa bene a nessuno, non mi piacciono i processi sui social”, ha spiegato ancora Scamarcio. Una posizione netta quella dell’attore pugliese (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



LA SCELTA A CUI SONO COSTRETTE LE DONNE LAVORATRICI

“Abituati o esci dal sistema”: molte donne lavoratrici si trovano sempre più spesso a dover decidere se accettare compromesse pur di non perdere il lavoro o essere licenziate e dire basta ad un sistema corrotto e che, nonostante gli enormi passi avanti, resta pur sempre maschilista. E’ a questo che le 124 donne del cinema italiano che hanno firmato la lettera del «Dissenso comune» si riferiscono. Le attrici, produttrici, registe e sceneggiatrici del cinema, infatti, puntano a ribaltare un sistema sbagliato che compromette la posizione delle donne nel mondo lavorativo, costrette a dover rinunciare anche ad incarichi importanti pur di non accettare determinati ricatti. La lettere firmata dalle 124 donne del cinema, dunque, punta a dire basta ad una società sessista in cui, purtroppo, le molestie sono ancora all’ordine del giorno. Anche le donne normali, che lavorano come cassiere, segretarie e impiegate varie si sono ritrovate nelle parole scritte nella lettera del Dissenso comune che esprime il pensiero di tante donne rimaste, finora, in silenzio (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

UN GRIDO PER DIFENDERE TUTTE LE DONNE

124 donne del cinema si uniscono contro la violenza delle donne che, nel settore, continua ad esserci come hanno denunciato Le Iene in una serie di servizi che hanno portato a galla numerosi retroscena su ciò che accade durante i provini e non solo. La lettera firmata da 124 donne (leggi in basso per scoprire chi sono) non è il tentativo di mettere alla gogna registi e produttori ma è un grido con cui le donne cercano di difendere non solo se stesse ma anche tutte le donne che, in altri settori professionali, si ritrovano a vivere le stesse situazioni. Nel 2018, infatti, non sono pochi i casi in cui una donna è costretta a scendere a compromessi anche per avere un impiego da segretaria. Le Iene, in particolare, si sono occupate spesso di casi simili come quello di un imprenditore che richiedeva dalla propria assistente dei “servizi particolari”. Le 124 donne, dunque, puntano a sollevare l’attenzione sull’importanza di proteggere le donne non solo nel cinema ma in tutti gli ambienti. Dalla parte delle donne del cinema si sono così schierate tutte le donne lavoratrici (aggiornamento di Stella Dibenedetto).

LE IENE, LE PRIME A DENUNCIARE LE MOLESTIE NEL CINEMA

Sono 124 le donne che hanno firmato la lettera pubblica di “Dissenso comune”. Sono attrici, registe e produttrici guidate dallo scopo di cambiare il sistema di potere dopo il caso Weinstein. “Non abbiamo paura” asseriscono, fiere e compatte, contro le molestie e gli abusi di potere presenti non solo nel settore dello spettacolo ma anche come messaggio per le donne di tutta Italia che si possono trovare in condizioni simili nel loro posto di lavoro. La dichiarazione è stata ripresa anche dal sito de “Le Iene” che ricordano come, per primi, abbiano affrontato il caso molestie nel nostro Paese, dopo lo scandalo Weinstein che ha provocato una reazione a catena in tutto il mondo: “Noi delle Iene, con l’inchiesta di Dino Giarrusso, abbiamo dato voce alle testimonianze di tante giovani attrici italiane e aperto per la prima volta la denuncia delle molestie nel nostro Paese dopo che il caso Weinstein ha fatto il giro del mondo. Da molti dei loro racconti è emerso il nome del regista Fausto Brizzi, costretto poi a lasciare la sua casa di produzione. Dalle parole delle donne che abbiamo ascoltato emergeva infatti un vero e proprio sistema, proprio come denuncia questa lettera. Che esprime solidarietà nei confronti “di tutte le attrici che hanno avuto il coraggio di parlare in Italia e che per questo sono state attaccate, vessate, querelate””

DISSENSO COMUNE, LA LETTERA FIRMATA DA 124 DONNE CELEBRI

Dissenso comune”, si chiama così la lettera manifesto sottoscritta da 124 attrici e lavoratrici del mondo dello spettacolo. Dopo due mesi di incontri e confronti tra un gruppo sempre più grande di donne è arrivato questo testo, pubblicato su Repubblica, che non punta il dito contro un singolo molestatore, ma contro l’intero sistema di potere. Questo è dunque il primo passo verso una serie di iniziative con le quali queste donne vogliono cambiare il sistema. Lo scopo è chiaro: “Unite per una riscrittura degli spazi di lavoro e per una società che rifletta un nuovo equilibrio tra donne e uomini”. Ci sono produttrici, attrici e registe che si sono unite in questa battaglia pubblica in un periodo storico che condanna, a gran voce, l’abuso di potere e le molestie sessuali. E’ stato il celebre caso Weinstein a voler far prendere la parola a oltre centinaia di donne, insieme per ringraziare il coraggio di altre colleghe e per pretendere un cambiamento necessario della società, come loro stesso sottolineano: “Questo documento non è solo un atto di solidarietà nei confronti di tutte le attrici che hanno avuto il coraggio di parlare in Italia e che per questo sono state attaccate, vessate, querelate, ma un atto dovuto di testimonianza. Noi vi ringraziamo perché sappiamo che quello che ognuna di voi dice è vero e lo sappiamo perché è successo a tutte noi con modi e forme diverse. Noi vi sosteniamo e sosterremo in futuro voi e quante sceglieranno di raccontare la loro esperienza”.

IL MESSAGGIO DELLA LETTERA MANIFESTO

Le donne che finora hanno firmato questo documento non vogliono creare scandali pubblici o mettere l’eventuale mostro in prima pagina e lo specificano da subito: “Non è la gogna mediatica che ci interessa. Il nostro non è e non sarà mai un discorso moralista. La molestia sessuale non ha niente a che fare con il “gioco della seduzione”. Noi conosciamo il nostro piacere, il confine tra desiderio e abuso, libertà e violenza”. A chi domanda perché questa battaglia veda la loro discesa in campo, spiegano la motivazione in due punti chiave, partendo dal rapporto tra corpo e schermo: “La prima è che il corpo dell’attrice è un corpo che incarna il desiderio collettivo, e poiché in questo sistema il desiderio collettivo è il desiderio maschile, il buonsenso comune vede in loro creature narcisiste, volubili e vanesie, disposte a usare il loro corpo come merce di scambio pur di apparire. Le attrici in quanto corpi pubblicamente esposti smascherano un sistema che va oltre il nostro specifico mondo ma riguarda tutte le donne negli spazi di lavoro e non”. Un altro punto essenziale è legato alla forza comunicativa e all’impatto che il loro messaggio più avere a livello mediatico: “Le attrici hanno il merito e il dovere di farsi portavoce di questa battaglia per tutte quelle donne che vivono la medesima condizione sui posti di lavoro la cui parola non ha la stessa voce o forza”. 124 le firme raccolte in questa lettera, da Ambra Angiolini a Paola Cortellesi.

L’ELENCO DELLE FIRME

Alessandra Acciai, Elisa Amoruso, Francesca Andreoli, Michela Andreozzi, Ambra Angiolini, Alessia Barela, Chiara Barzini, Valentina Bellè, Sonia Bergamasco, Ilaria Bernardini, Giulia Bevilacqua, Nicoletta Billi, Laura Bispuri, Barbora Bobulova, Anna Bonaiuto, Donatella Botti, Laura Buffoni, Giulia Calenda, Francesca Calvelli, Maria Pia Calzone, Antonella Cannarozzi Cristiana Capotondi, Anita Caprioli, Valentina Carnelutti, Sara Casani, Manuela Cavallari, Michela Cescon, Carlotta Cerquetti, Valentina Cervi, Cristina Comencini, Francesca Comencini, Paola Cortellesi, Geppi Cucciari, Francesca D’Aloja, Caterina D’Amico, Piera De Tassis, Cecilia Dazzi, Matilda De angelis, Orsetta De Rossi, Cristina Donadio, Marta Donzelli, Ginevra Elkann, Esther Elisha, Nicoletta Ercole, Tea Falco, Giorgia Farina, Sarah Felberbaum, Isabella Ferrari, Anna Ferzetti, Francesca Figus, Camilla Filippi, Liliana Fiorelli, Anna Foglietta, Iaia Forte, Ilaria Fraioli, Elisa Fuksas, Valeria Golino, Lucrezia Guidone, Sabrina Impacciatore, Lorenza Indovina, Wilma Labate, Rosabell Laurenti, Antonella Lattanzi, Doriana Leondeff, Miriam Leone, Carolina Levi, Francesca Lo Schiavo, Valentina Lodovini, Ivana Lotito, Federica Lucisano, Gloria Malatesta, Francesca Manieri, Francesca Marciano, Alina Marazzi, Cristiana Massaro, Lucia Mascino, Giovanna Mezzogiorno, Paola Minaccioni, Laura Muccino, Laura Muscardin, Olivia Musini, Carlotta Natoli, Anna Negri, Camilla Nesbitt, Susanna Nicchiarelli, Laura Paolucci, Valeria Parrella, Camilla Paternò, Valentina Pedicini, Gabriella Pescucci, Vanessa Picciarelli, Federica Pontremoli, Benedetta Porcaroli, Daniela Piperno, Vittoria Puccini, Ondina Quadri, Costanza Quatriglio, Isabella Ragonese, Monica Rametta, Paola Randi, Maddalena Ravagli, Rita Rognoni, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Federica Rosellini, Fabrizia Sacchi, Maya Sansa, Valia Santella, Lunetta Savino, Greta Scarano, Daphne Scoccia, Kasia Smutniak, Valeria Solarino, Serena Sostegni, Daniela Staffa, Giulia Steigerwalt, Fiorenza Tessari, Sole Tognazzi, Chiara Tomarelli, Roberta Torre, Tiziana Triana, Jasmine Trinca, Adele Tulli e Alessandra Vanzi.