Luciano Ligabue arriva a Napoli per presentare il suo film ‘Made in Italy’ al Metropolitan, insieme alla protagonista femminile Kasia Smutniak e al produttore Domenico Procacci. Per l’occasione concede un’intervista a Repubblica, nella quale chiarisce qualche dettaglio sul suo affetto per la città partenopea, raccontando un particolare su una possibile collaborazione con Enzo Avitabile. E non manca il riferimento al tema del momento ovvero il Festival di Sanremo 2018. Il rocker di Correggio ammette di non avere seguito la kermesse canora a causa dei tanti impegni, ma di essere pronto ad ascoltare alla radio le hit più interessanti: “Purtroppo non sono ancora riuscito a sentire i brani: faccio sempre un po’ così con Sanremo, come molti li scoprirò in radio, quelli che resisteranno nel tempo”. Svela inoltre un retroscena su un artista in particolare: “Con Enzo Avitabile avevamo un progetto comune, avrei dovuto cantare nel suo ultimo disco di duetti, quello con De Gregori e altri. Mi aveva chiesto di cantare un pezzo in napoletano (..) Enzo è un artista che stimo molto”.
Luciano Ligabue: “Racconto il mio mondo”
Luciano Ligabue prosegue l’intervista a Repubblica precisando di essere in grado di raccontare solo ciò che conosce perfettamente nei suoi film. Per questo non sarebbe all’altezza di girare a Napoli, città nella quale il cinema è rinato negli ultimi tempi: “Per raccontare Napoli bisogna conoscerla. Non riesco a fare film di cose che non conosco, racconto il mio mondo”. Ammette il suo desiderio di parlare di un’Italia precaria, con tutte le conseguenze che la perdita del lavoro può causare nel rapporto di coppia o all’interno di una famiglia: “Nel film volevo parlare di una serie di argomenti, fra questi il disagio, lo smarrimento esistenziale che produce la perdita del lavoro e quasi la preclusione di un futuro”. E parlando di problemi della società di oggi, l’argomento passa inevitabilmente ad un tema particolarmente delicato a Napoli in questi ultimi tempi ovvero la baby gang. Sulla quesione, Ligabue preferisce non essere superficiale: “Parlando di questi temi, senza esserci dentro, si rischia di essere superficiali, per questo io racconto solo i temi e i luoghi che conosco (…) Da fuori, per me Napoli è una città in cui si tifa e si parteggia”.
Il desiderio di una pausa
In occasione della presentazione del suo film ‘Made in Italy’ a Napoli, Luciano Ligabue spiega il modo con cui è riuscito a conoscere le difficoltà dei precari e della società di oggi: “Frequentandoli. È una delle mie caratteristiche personali, io frequento sempre gli stessi amici d’infanzia, siamo un gruppo di 25 persone, ci vediamo il venerdì, resta un appuntamento sacro (…) Buona parte di loro sono operai, contadini, impiegati, camionisti, insieme parliamo dell’Italia di oggi, delle condizioni in cui versano le loro vite”. Sul futuro, invece, il rocker di Correggio sembra avere le idee chiare dopo due anni di lavoro ininterrotto tra concerti, album e l’ultimo film. Il suo desiderio è prendersi una pausa, tanto che difficilmente a giugno sarà presente allo Stadio San Paolo di Napoli per il tributo a Pino Daniele: “In realtà sto studiando un piano sparizione. Credo di togliermi per un po’ dalle pa**e!”.