Piefrancesco Favino ha sicuramente vinto il Festival di Sanremo 2018. Dopo la delusione e le polemiche legate alla prima puntata, l’attore si è man mano lasciato andare non solo alla conduzione, facendo leva su quelli che per tutti erano dei difetti, ma poi anche come attore, cantante e ballerino (mitica la sua versione di Despacito). Da allora per lui è stata una strada in discesa ma la vera consacrazione è arrivata proprio nella serata finale con il suo commovente monologo sull’immigrazione. Una scelta non forzata, quasi leggera ma allo stesso tempo attuale e drammatica. Pierfrancesco Favino ha portato sul palco dell’Ariston un brano de “La notte prima delle Foreste” di Bernard-Marie Koltès. In quel momento l’Ariston, i milioni di italiani davanti alla tv e, addirittura, il popolo dei social non ha potuto far altro che staccare le mani dalla poltrona, dal telecomando e dai telefonini, per godersi lo spettacolo, perché di questo si è trattato, ma non per tutti, non per i politici spesso ciechi e ossessionati dalla diatriba e dalla corsa alla poltrona da dimenticare il vero senso della politica.



TWEET INFUOCATI DOPO IL MONOLOGO DI FAVINO

Anche un momento drammatico ed emozionante come un monologo in tv può quindi diventare tema politico soprattutto adesso, ad un passo dalle elezioni del prossimo marzo. Sanremo irrompe nelle elezioni 2018 e tra le file del centrodestra che non ha apprezzato molto il monologo sottolineandolo con tweet al limite dello scandalizzato a cominciare da Salvini e Gasparri. Rimane il fatto che proprio Favino ha chiesto di portare questo testo, tema di un suo spettacolo teatrale, sul palco dell’Ariston e il resto della squadra ha subito accettato di buon grado l’idea. Non è la prima volta che si parla di questi temi a Sanremo (già Nino Frassica e Beppe Fiorello lo avevano fatto in precedenti edizioni) ma con Favino è stato diverso. Vuoi per gli ascolti, vuoi per altri motivi, rimane il fatto che il suo monologo ha commosso e fatto infuriare ma comunque nessuno è rimasto indifferente. La cosa non ha sconvolto l’attore che proprio oggi risponde dalle pagine de Il Corriere della Sera in una lunga intervista ma partendo dal presupposto che lui non fa politica e che non era sua intenzione farlo.



LA RIPOSTA DI PIEFRANCESCO FAVINO

A due giorni dalla finale del Festival di Sanremo 2018, le polemiche non si placano e così arriva sonora la risposta di Pierfrancesco Favino sul monologo e sul fatto che tutti, prima o poi, abbiamo provato o proveremo la sensazione di “sentirsi straniero”. La sua prima risposta è sicuramente sul senso del suo monologo: “Io non faccio politica, o meglio la faccio nella scelta delle cose che faccio. Ma sempre partendo dal fatto che non sono sul piedistallo con la corona di alloro in testa per dare lezioni“. In risposta alle polemiche della classe politica, l’attore ci ha tenuto a rimarcare il fatto che il testo non è politico e non parla di migranti ma di estraneità ad un posto, il fatto di non sentirsi parte del posto in cui si vive ed è la cosa che succede ancora oggi a tanti ragazzi italiani costretti a partire per avere l’occasione della vita. Il testo, scritto nel 1977, parla anche di lavoro e nonostante l’età è ancora molto attuale. La vicenda si chiude così e mentre i politici continueranno la loro corsa alla poltrona, Favino potrà tornare al suo lavoro più forte di prima e con la certezza che molti di quegli italiani che hanno scelto il Festival di Sanremo lo hanno fatto proprio per lui.

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