I nigeriani indagati per l’omicidio di Pamela Mastropietro paleranno? Questo aspetto della vicenda è stato affrontato a “Quarto Grado”, in particolare dallo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi. «È solo questione di tempo. Aspetteremo il risultato del medico legale, del tossicologo e dei Ris, che ricostruiranno esattamente cosa è accaduto in quella stanza. A mio avviso, una volta messi di fronte alla verità, capiranno che – se tengono questo atteggiamento – finiranno tutti a fondo, quindi cominceranno a parlare e ad attribuirsi tutte le varie responsabilità». Intanto un nuovo elemento potrebbe inchiodare i nigeriani: stando a quanto riportato da Il Tempo, per gli inquirenti le analisi dei tabulati telefonici dimostrerebbero che nella mansarda dell’orrore, dalle 12 alle 18 circa, c’erano tutti e tre i nigeriani. L’analisi delle celle telefoniche agganciate dai loro cellulari smentisce dunque le loro dichiarazioni. Pare abbiano cancellato i messaggi che si erano scambiati su Whatsapp, alcune foto, le telefonate e i numeri in rubrica. Ora ai periti informatici nominati dalla Procura spetta il compito di estrapolare dalla memoria anche le chat. (agg. di Silvana Palazzo)



DUBBI SUI TROLLEY: PERCHÉ LASCIARLI SUL CIGLIO DELLA STRADA?

Gli interrogativi sulla morte di Pamela Mastropietro torneranno anche nella prima serata di oggi, quando la trasmissione Quarto Grado riaccenderà i riflettori sullo spietato caso della 18enne romana uccisa e fatta a pezzi. A proposito dei resti ritrovati in due valigie, il legale della famiglia della vittima, nonché zio di Pamela, Marco Valerio Verni, si è interrogato su alcuni aspetti: “Perché se i responsabili dell’omicidio di Pamela volevano occultare il cadavere hanno poi abbandonato i trolley con i suoi resti sul ciglio della strada, dove chiunque li poteva vedere?”. Una domanda certamente lecita, come spiega Libero Quotidiano e che potrebbe contemplare nuovi scenari inquietanti. Lo stesso avvocato, infatti, si domanda: “Oseghale li ha lasciati lì perché qualcun altro sarebbe dovuto passare a prenderli e poi così non è stato? Oppure, si tratta di un avvertimento a qualcuno? E nel caso, a chi?”. Il sospetto di Verni è che la vicenda sia tutt’altro che chiusa nonostante il numero delle persone coinvolte sia salito negli ultimi giorni. Ad incastrare i tre nigeriani, secondo gli investigatori, potrebbe ora essere anche l’analisi dei tabulati telefonici che dimostrerebbe come nella mansarda dell’orrore fossero tutti presenti tra le 12 e le 18 circa, sebbene Desmond e Lucky negano di essere stati in casa di Oseghale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL CASO DI PAMELA MASTROPIETRO A QUARTO GRADO

Continuano ad emergere altri particolari sulla morte di Pamela Mastropietro, della tragica fine della 18enne ritrovata a Macerata all’interno di due trolley. Il corpo fatto a pezzi, sezionato da una mano abile, secondo i primi accertamenti. Nelle ultime ore, il quarto indagato ha voluto chiarire la propria posizione, ma secondo quanto riferito dal pm Giovanni Giorgio non starebbe collaborando con le autorità. Anthony Anyanwu sarebbe stato contattato da Innocent Oseghale, come dimostrano i tabulati telefonici, per capire come muoversi in merito alla situazione. Secondo quanto riferito dal nigeriano, sottolinea Il Resto del Carlino, il primo arrestato si sarebbe rivolto a lui perché Pamela Mastropietro aveva già iniziato a stare male. In seguito tuttavia lo avrebbe ricontattato per informarlo che la ragazza si era ripresa e che il problema era rientrato. L’omicidio di Pamela Mastropietro verrà approfondito inoltre da Gianluigi Nuzzi nella puntata di Quarto Grado di questa sera, venerdì 16 febbraio 2018.



Ma chi è quindi Anthony Anyanwu e perché i tre indagati avrebbero chiesto proprio a lui come agire in una situazione già drammatica? Sembra che si tratti di un punto di riferimento per la comunità nigeriana e che venga contattato spesso per risolvere problemi di vario tipo. In occasione del primo contatto, l’uomo si sarebbe tuttavia rifiutato di aiutare i connazionali a gestire il malore di Pamela Mastropietro. Una versione ancora piena di punti oscuri, ma che confermerebbe la presenza di Innocent Oseghale, Desmond Lucky e Lucky Awelima all’interno dell’appartamento di via Spalato, a Macerata.

PAMELA MSTROPIETRO, LE IPOTESI SULLA MORTE

Sulla morte di Pamela Mastropietro si sono fatte tante ipotesi. La popolazione italiana è così sconcertata dalla modalità del suo decesso e del ritrovamento del suo corpo che sono state avanzate diverse teorie sul vero movente. Secondo alcuni infatti sarebbe rimasta vittima di particolari riti voodoo, mentre per altri sarebbe evidente il collegamento fra l’omicidio e la mafia nigeriana. In particolare lo ha affermato il professor Alessandro Meluzzi a sottolineare quest’ultimo particolare in un articolo di Italia Oggi. Il criminologo infatti ritiene considerevole la pista della Black Axe, la mafia nigeriana che avrebbe il controllo della prostituzione di minorenni in Italia. Il motivo è riconducibile alle tre parti del corpo di Pamela Mastropietro che non sarebbero ancora stati ritrovati e che potrebbero essere visti in un’ottica più ampia. Secondo il medico legale, il sezionamento del corpo della 18enne avrebbe inoltre richiesto una decina di ore e l’uso di strumenti professionali, particolari che indicano la presenza di esperti. Di diverso avviso è invece il pm Giovanni Giorgio che, come sottolinea Il Resto del Carlino, ha smentito con forza che le piste rituali e sulla mafia nigeriana possano essere collegabili con la tragedia. Dagli accertamenti fatti finora non sarebbe infatti emerso alcun particolare a sostegno di questa tesi.