“Caro genero degenerato”. E’ così che Annamaria Bernardini de Pace, avvocato matrimonialista e madre di Chiara Giordano, sfoga tutto il suo malessere nei confronto dell’ex genero Raoul Bova. Una lettera a più strati, affidata alle pagine de Il Giornale, e con cui il legale si lancia in un’invettiva che ha portato alla fine i due di fronte al giudice. Nel testo della Bernardini de Pace non si fa ovviamente riferimento diretto a Bova ed alla fine del suo matrimonio con la figlia, dovuto al tradimento del primo ed alla successiva relazione con Rocio Munoz Morales. Anzi, è farcito di particolari che deviano dal contesto familiare della coppia, come il riferimento a quella nipote che porta il suo nome proprio per volere del genero. In realtà, Bova e la Giordano hanno infatti avuto due figli maschi, Alessandro Leon e Francesco, e nessuno dei due porta il nome della nonna avvocato. Nella sua lunga lettera, invettiva che accusa la slealtà nell’aver tradito i doveri coniugali, la Bernardini de Pace accusa la controparte di essere un uomo interessato, ambivalente e manipolatore. Definizioni che l’articolo attribuisce ad un genero di fantasia, come sottolineato dallo stesso avvocato in udienza per rispondere delle accuse di diffamazione, ma che nel corso degli anni successivi sembra aver indirizzato allo stesso Raoul Bova. Parole dure a cui comunque l’attore aveva risposto con la richiesta di interrompere una guerra senza fine, ma che secondo l’avvocato, come sottolineerà in un’intervista rilasciata all’epoca al settimanale Chi, nascondeva in realtà quattro cause in corso contro la sua persona e quella della figlia.



CHI È LA MAMMA DI CHIARA GIORDANO

Figlia di giuristi, Annamaria Bernardini de Pace nasce a Perugia nell’aprile del 1948 e la sua carriera di avvocato inizia con il divorzio dal marito Francesco Giordano, professore di diritto romano che sposa negli anni Settanta e da cui avra le figlie Francesca e Chiara. Quest’ultima è l’ex moglie di Raoul Bova, al centro di tante polemiche che hanno punto sul vivo la stessa Bernardini de Pace. Dopo quasi vent’anni di matrimonio, la donna decide di riprendere gli studi e di concludere il percorso universitario, fondando poi uno studio legale a suo nome. In poco tempo diventa uno degli avvocati matrimonialisti più in vista, grazie alla difesa di diversi vip come Zucchero e Giorgio Gaber, quest’ultimo amico di famiglia. Senza considerare la forte presenza nei salotti di programmi televisivi come Matrix e Porta a Porta, oltre ad una leggenda secondo cui avrebbe messo in moto Mani Pulite. In quegli anni, difendeva infatti l’ex moglie di Mario Chiesa, politico e dirigente accusato di aver ricevuto una tangente di 4 milioni mensili da Pio Albergo Trivulzio. Secondo le voci di corridoio sarebbe stata proprio l’avvocato a trovare dei documenti che dimostravano le menzogne di Chiesa, a due passi dallo scoppio di Tangentopoli. Annamaria Bernardini de Pace inizia inoltre a collaborare fra l’87 e il ’99 con Il Giornale ed in seguito con Il Corriere della Sera e con il settimanale Chi, di cui curerà la rubrica Coppie di fatto. Pubblica inoltre diverse opere che ruotano attorno ai diritti della famiglia e della persona, come Diritti diversi: la legge negata ai gay, che pubblica nel 2009 con la casa editrice Bompiani e il successivo Dall’amore all’amore, il diritto di famiglia per tutti, pubblicato nel 2014 con la berlinese Broken Dimanche Press.

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