Incipit arboriana per Fabio Fazio: “Vengo dopo il tg”, dice, in collegamento con Laura Chimenti. Intanto, Luciana Littizzetto si traveste da Paddy Jones. “Puoi proporti come sostituta”, la incoraggia Fazio, ma Lo Stato Sociale avverte: “Fa i salti mortali”. Un po’ come i pensionati italiani, specie a fine mese. Prossimi ospiti: Silvio Berlusconi e le sue gaffe. Prima dà la mano alla finta Jones; poi afferma di trovarsi a L’aria che tira. Un lapsus interessante, proverbiale in senso proprio. Ma Berlusconi non è qui per un’analisi linguistica, e nemmeno per le previsioni meteo: da lui ci si aspetta più un commento politico, su l’aria che tira in coalizione e lo status delle correnti (cat)artiche. Altro tema: il voto. Per l’ex Cavaliere, “basta mettere una “x” sui nomi Salvini, Berlusconi e Meloni”. Il significato di quella “x” è tutto da interpretare, ma la cabina elettorale, forse, non è la sede adatta. In ultimo, un accenno alla mancata carriera d’autore: “Le mie canzoni vengono cestinate solo perché mi chiamo Berlusconi”. Non è un gran problema; che ne dice, a proposito, dello pseudonimo “Tajani”?



Gianni Morandi presenta D’amore e d’autore, un album “ricchissimo” di collaborazioni. Tra i nomi più in vista figura quello di Tommaso Paradiso, e  guarda un po’  Morandi canta Una vita che ti sogno. Tempo tre minuti e trentacinque secondi e il pubblico si scioglie. Un po’ come lo zucchero, che rende stucchevole un testo già fastidiosamente dolce. Voto: 6. Una breve clip riassume i ricordi migliori di Ornella Vanoni. È standing ovation: per lei e per Senza fine, la sua canzone. Con la stessa nonchalance della premiazione sanremese, la Vanoni si soffia il naso: “No, non sono commossa. È che ho la rinite allergica”. Sminuisce anche l’ovazione: “Solo perché siamo a Milano…”. Ornella è una vera star, oltre ad avere un'(auto)ironia invidiabile: “A casa giro in mutande”, afferma innocente, e Fazio sbianca. “So che tu non dici la parola ‘mutande’…”. Risate generali. Si parla del sodalizio con Strehler; poi di quello con Paoli. Ma qual è l’identikit del suo uomo ideale? “Colto, intelligente e che abbia 4 euro per un weekend da non-sposati”. Il conflitto generazionale è vinto a mani basse dai “vecchi”: se Lo Stato Sociale canta in playback, Morandi e Vanoni sono fieri delle stonature. Onesta fino in fondo, anche quando si parla delle sue canzoni. L’ultima, in particolare, non la convinceva: “Però la sento mia. Insomma, è imperfetta quanto me”. Voto: 8.



La Littizzetto è la nuova Grillo: “Voglio fondare il PCC: Piccole Cose Certe”. Tra i punti del programma, la risoluzione dei microdrammi casalinghi. “Cosa fare con le calze lise? […] E che ne dite della fatica dello scopare?”. Lucianina gioca sul doppio senso, ma il riferimento non è imputabile. Ben Harper e Charlie Musselwhite intonano Movin’ On, un ibrido blues-rock con note country: sono quelle del look, con il cappello da cowboy di Harper e gli accessori eccessivi di Musselwhite. Charlie è più di un musicista: non è un semplice “player” all’americana, e rinnega la definizione di polistrumentista. La sua è una one-man band, in cui si diverte a suonare gli strumenti più disparati. Anche il genere cambia, guardando alle recenti collaborazioni che dal blues spaziano sino al pop. Voto: 7.

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