Massimo Troisi è scomparso quasi 24 anni fa, nell’estate del 1994 quando le riprese dell’ultimo film che lo ha visto protagonista, “Il postino”, erano pressappoco terminate: e oggi, l’attore e regista partenopeo avrebbe compiuto 65 anni, una data che in molti casi è simbolica ma che sta pure a ricordare quanto prematura sia stata la scomparsa non solo di uno dei figli prediletti del palcoscenico di Napoli (inteso in senso lato come quell’immensa fucina di artisti che ha caratterizzato il mondo dello spettacolo negli ultimi anni) ma anche di un personaggio che ancora oggi viene ricordato come un punto di riferimento per le nuove generazioni, capace molto più di altri di diventare una icona che, però, attualmente ha davvero pochi emuli alla sua altezza. Inoltre, Troisi è stato uno dei pochi capaci di farsi apprezzare e di essere amato in modo trasversale, senza dare vita campanilismi, fazioni o, come capita spesso oggi, fanbase che fanno un tifo da stadio solo per il proprio beniamino. È anche per questo motivo che nella giornata di oggi, oltre ad alcune celebrazioni e iniziative volte a ricordare la figura dell’attore nato a San Giorgio a Cremano nel 1953 (si veda quello realizzato da Rai Storia e in onda in seconda serata), sono stati molti coloro che hanno fatto idealmente gli auguri all’ex amico o collega, a partire da alcune personalità istituzionali ai sodali di un tempo quali Lello Arena che, a tal proposito, ha detto che manca molto “il pensiero di Massimo, vorrei chiedergli la sua su tante cose che stanno succedendo oggi e so che non direbbe mai cose banali dato che era di un altro pianeta”. Anna Pavignano, donna con cui ha avuto una storia d’amore e di amicizia, lo ha ricordato a La Vita in Diretta, citando la battuta con cui rispose a Pippo Baudo: “Quando gli chiese perché piacesse tanto alle donne, rispose: Non me lo spiego, è normale. Se fossi piaciuto ai cavalli non me lo sarei spiegato…”.



IL RICORDO DI LELLO ARENA A “CHE TEMPO CHE FA”

A tal proposito, proprio Lello Arena è intervenuto negli ultimi giorni per parlare della sua amicizia con Massimo Troisi e rievocare alcuni degli episodi della loro gioventù, quando erano ancora due attori sconosciuti. Il 64enne originario di Napoli è stato protagonista di recente di Che tempo che fa e, nel salotto di Fabio Fazio, ha ricordato quale è stato il suo primo incontro con lui. “C’era un ragazzo che recitava la parte di un salumiere aveva un paio di battute in uno spettacolo e si era ammalato e così si decide di chiamare questo ragazzo che faceva molto ridere” spiega Arena che poi aggiunge quale sia stata la battuta d’esordio di Troisi quando gli è stata spiegata la parte: “Ma li devo dire in ordine i salumi? Io ci tengo…”. Insomma, quell’esordio così improvvisato avrebbe fatto capire al giovane Troisi “quella che sarebbe stata una sua infelicità nella vita, anche quando faceva cose molto serie, mentre tutti attorno a lui ridevano”. Questo è uno dei tanti aneddoti che, tra l’altro, Lello Arena ha svelato in una delle puntate di Movie Mag Rai e nel corso della quale sono state ripercorse anche le prime tappe del trio comico “La Smorfia” che lo vide recitare assieme a Troisi e a Massimo Decaro sin dalla prima metà degli Anni Settanta.



LA PUNTATA DEDICATA A TROISI SU MOVIE MAG RAI

E proprio nella succitata puntata di Rai Movie Mag, Lello Arena ha raccontato in modo toccante quale sia stato il suo legame con Massimo Troisi. “Il rapporto di amicizia prima e di lavoro poi che ho instaurato con lui è alla base di tutto quello che ho fatto nella mia carriera” ha spiegato l’attore napoletano nel corso della breve intervista, aggiungendo che “si sentono tutti e 24 gli anni in cui manca e non c’è stato un momento in cui non mi è mancato anche il suo punto di vista, a differenza del pensiero flat che tutti siamo in grado di produrre”. Insomma, a detta di Arena quello che è stato il pianeta-Troisi, in grado di sorprendere sempre tutti, nasce anche dall’esperienza de “La Smorfia”: quel trio era costruito su uno schema abbastanza classico, ovvero quello dei “due clown buffi e un clown musicale, che era Enzo, che ci metteva all’interno di un canone tradizionale di comicità vecchio di secoli, ma dove un talento come Massimo è cresciuto proteggendosi” confessa Arena, facendo anche un accenno alla comicità moderna: “Oggi molti meccanismi stanno intervenendo sulla disattivazione dei comici e una società che non permette a loro di lavorare sul contesto sociale è pericolosa…” chiosa l’attore.