Il ricordo di Alberto Sordi, nonostante siano passati quindici anni dalla sua morte, risuona ancora. A Roma, i concittadini di uno dei più grandi attori italiani, lo ricordano spesso con aneddoti e immagini simbolo tratti dai suoi film. Nel corso della sua lunghissima e straordinaria carriera, Alberto Sordi ha recitato in tantissime pellicole rappresentando uno spaccato della società italiana. Tra i film di Sordi più amati dagli italiani e che meritano di essere visti almeno una volta, come rivela Sky, ci sono sicuramente Una vita difficile del 1961, Ladro lui ladra lei del 1958, Il vedovo del 1959, Mafioso del 1962, La grande guerra del 1959, I due nemici del 1961, Il marchese del Grillo del 1981, Il vigile del 1960, Tuti a casa del 1960, I vitelloni del 1953. E ancora, per Panorama, non possono mancare Un americano a Roma del 1954, I complessi del 1965, Il comune senso del pudore del 1976, Lo scopone scientifico del 1972 e Il medico della mutua del 1968 (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



L’omaggio dei tifosi romanisti

Alberto Sordi non è stato solo un grande attore, ma anche un grande tifoso della Roma. Nel giorno del 15esimo anniversario della morte, nell’Aula magna del Centro Onesti, come svela il Corriere dello Sport, i Cavalieri della Roma e l’Unione tifosi romanisti hanno omaggiato il grande attore quale supporter della squadra giallorossa. Tra ricordi, aneddoti e pensieri, all’omaggio al tifoso Alberto Sordi hanno partecipato, tra gli altri, Tempestilli, Ginulfi, Losi, Alicicco, Enrico Vanzina e Massimo Wertmueller. Nel corso dell’evento è stato anche presentato il libro di Mario Bianchini su Alberto Sordi ‘Brogger giallorosso-Io e la Roma nati insieme nel 1927’. La passione per la Roma era un ulteriore elemento di condivisione per Sordi e Carlo Verdone che non ha mai nascosto il grande affetto che lo legava all’Alberto Nazionale con cui ha avuto anche la possibilità di poter lavorare insieme (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



Il ricordo della nipote a Pomeriggio 5

Quindici anni fa si spegneva Alberto Sordi, grande attore italiano, indimenticato dal pubblico di tutto il mondo. Oltre 200 i film di Sordi e tantissimi gli artisti con il quale ha lavorato. Lo hanno ricordato anche parenti e amici nel corso della puntata di Pomeriggio 5 di ieri, dove la nipote ha raccontato: «Ho passato una bellissima giornata con lui perché amava mangiare gli gnocchi di zia Ginevra in una trattoria locale». Ricordi commoventi e molto interessanti, ma anche divertenti. Nella trasmissione viene dato spazio al ricordo che Carlo Verdone ha di Alberto Sordi: «Lui abitava in via delle Zoccolette, tutto un programma! – racconta l’attore – La mia casa dava sulla sua camera da letto, io lanciavo i sassi lui appariva ‘Te ne vuoi ‘anna via ragazzino?». (Aggiornamento di Anna Montesano)



“15 anni senza di lui ma sembrano minuti!”

Una lunga parentesi in onda dedicata ad Alberto Sordi. Questo è ciò che è successo oggi durante la nuova puntata di Pomeriggio 5, con Barbara d’Urso. Spazio poi per Rosa, la nipote di Alberto Sordi che confessa di averlo conosciuto molto bene: “Ho passato una bellissima giornata con lui perché amava mangiare gli gnocchi di zia Ginevra in una trattoria locale…”. Domani saranno quindici anni dalla sua scomparsa: “Ma è come se fossero 15 minuti!”, confessa Barbara d’Urso. “Tu non sei solo un grande attore, tu sei molto di più… sei Alberto Sordi!”, ha affermato Gigi Proietti durante il giorno del suo funerale. Il nipote Igor svela che il papà di Alberto Sordi faceva il panettiere: “A lui piaceva il profumo del pane e il nonno aveva il panificio…”. Poi spazio anche per Carlo Verdone e il suo ricordo dentro la casa di Sordi: “Lui abitava in via delle Zoccolette, tutto un programma! La mia casa dava sulla sua camera da letto, io lanciavo i sassi lui appariva ‘Te ne vuoi ‘anna via ragazzino?”. In ultimo, la ruspante conduttrice napoletana ha mandato in onda un esilarante pezzo tratto dal Maurizio Costanzo Show con protagonisti Verdone-Sordi. “Lei donne le ama o le detesta?”, “Io avevo a disposizione tutte le donne che volevo, ecco perché nella vita scappavo… mi volevano sposare per forza ma io non volevo! È stato un grande sacrificio restare scapolo. Sa chi volevo sposare? Una regina!”. “Non sente l’assenza di un figlio?” domanda poi Verdone. “Ma t’ho già adottato!”, conclude lui. (Aggiornamento di Valentina Gambino)

Carlo Verdone, il rapporto con Sordi

Carlo Verdone e il rapporto con Alberto Sordi: un’amicizia indimenticabile per il regista romano, che ancora oggi ricorda con grande emozione il suo insostituibile maestro e suo vero punto di riferimento. Ma guai a definirlo il suo erede, perché secondo Verdone è impossibile avvicinarsi a Sordi sotto ogni punto di vista. A chiarirlo è lui stesso in una recente intervista rilasciata a Il Messaggero, nella quale spiega: “Mi definiscono da sempre l’erede di Albertone ma non lo trovo giusto: lui è stato una maschera unica e irripetibile”. Impossibile dunque non continuare ad amare l’attore con il quale ha avuto la fortuna di recitare nel film ‘In viaggio con papà’ nel 1982 e che ancora oggi rappresenta un esempio di bravura e abilità impareggiabile: “Concentrava nella sua faccia strafottenza, superficialità, furbizia, tenerezza infantile, cinismo, moralismo. Nessuno ha avuto la sua stessa capacità espressiva”.

Carlo Verdone e gli indimenticabili ricordi di Alberto Sordi

Sono tanti i ricordi di Carlo Verdone relativi al suo passato con Alberto Sordi. Il primo di essi riguarda la proiezione del suo secondo film ‘Bianco Rosso e Verdone’ che non convinceva il produttore Sergio Leone ma anche invece trovò l’inaspettato entusiasmo dello stesso Sordi. Specifica infatti il regista: “Alberto si alzò in piedi di scatto e con le lacrime agli occhi mi abbracciò dicendo: Ammazza Carlo, sei proprio bravo, sei proprio figlio mio…” Ma è un altro il fatto che più di ogni altro è rimasto vivo nella memoria di Verdone e che non ha nulla a che vedere con la sua carriera nel mondo del cinema. Precisa infatti come Albertone abbia realizzato, senza nessuna esitazione, il desiderio della madre, rimasta vittima di una malattia neurologica: “Lui venne a trovarla, passò un’intera serata con lei e alla fine le baciò la mano. Aveva delle grandissime doti umane. Era un signore davvero speciale”.