La mossa del cavallo è prodotto da Palomar e RaiFiction, scritto da Andrea Camilleri e Francesco Bruni. “È da tempo che desideravamo lavorare sui romanzi storici, ma bisogna essere pronti per affrontare operazioni complesse”, dice Tinny Andreatta, direttrice di Rai Fiction, “Il racconto è affrontato in un modo mai polveroso, ma attuale e contemporaneo: la storia, con un gioco di specchi, ci parla del presente. Abbiamo dato un sottotitolo, C’era una volta Vigata, a una collezione che pensiamo possa nascere su questa radice”. Michele Riondino ha interpretato con enorme bravura il suo ruolo anche se confessa di avere lavorato molto sulla lingua: “per passare dal genovese, musicale, al siciliano stretto. Questo film era una sfida e io l’ho accettata”. Tanti gli attori coinvolti: Ester Pantano, Cocò Gulotta, Antonio Pandolfo, Giovanni Carta, Maurizio Puglisi, Filippo Luna, solo per citarne alcuni. “Alla fine dell’Ottocento la Sicilia era per l’Italia una sorta di Far west, una terra di nessuno”, spiega Tavarelli, “abitata da gente abituata a farsi giustizia da sé. Per questo ho pensato a un western, a un omaggio al western all’italiana a Leone ma anche a Tarantino. Mi sono divertito a mischiare i generi perché il romanzo di Camilleri, ambientato nel 1877, è scoppiettante di battute, grottesco ma al tempo stesso attuale. La mossa del cavallo è un film sulla connivenza tra governanti e gendarmi, parla di un’Italia divisa in due, politicamente e linguisticamente. Una storia che riguarda da vicino l’Italia di oggi”, racconta a Repubblica. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
IL PRIMO ROMANZO STORICO DI CAMILLERI
Andrea Camilleri ha scritto il primo romanzo storico della sua carriera: morale? Se siete abituati al Commissario Montalbano, dimenticatelo! Tutto questo poi è diventato un film e andrà in onda lunedì 26 febbraio, sulla rete ammiraglia di Casa Rai. Ambientato nella Sicilia del 1877, rappresenta ugualmente uno spaccato molto attuale. Michele Riondino (già protagonista della serie del Giovane Montalbano) interpreta l’ispettore dei mulini Giovanni Bovara. “Sono preoccupato per la trasposizione in fiction della Mossa del cavallo”, confessa Andrea Camilleri “e la mia preoccupazione nasce dal fatto che Montalbano abbia raggiunto livelli altissimi di consenso. Di fronte a tanto consenso provo un po’ di paura. Ho detto scherzosamente non vorrei che qualcuno venisse sotto la mia finestra gridando di notte ‘Montalbano santo subito'”. “Uno spettatore ormai pieno di bacilli montalbaniani si siede e si trova di fronte a un altro mondo. Come si fa?”, si chiede Camilleri raggiunto da Repubblica.it. E così, giriamo il suo spinoso interrogativo anche a voi… (Aggiornamento di Valentina Gambino)
IL RUOLO DI MICHELE RIONDINO
In La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, il film tv prodotto da Palomar, in onda su Raiuno il 26 febbraio, tratto dal romanzo storico di Andrea Camilleri, Michele Riondino si è calato panni di Giovanni Bovara, l’ispettore capo ai mulini incaricato di far rispettare la tassa sul macinato nello splendido scenario di Montelusa nel 1877: “Il film è ambientato a fine ’800, gli anni dell’Unità di Italia, ma i settentrionali e i meridionali sono ancora due popoli diversi. Bovara arriva in Sicilia con in testa i racconti sui siciliani: briganti, incolti, ignoranti. E lui piomba lì con l’intenzione di far rispettare la legge. È supponente e non fa niente per nasconderlo. I siciliani d’altro canto non fanno niente per nascondere l’antipatia che provano nei suoi confronti. La storia comincia così”. Un’esperienza lavorativa che l’ha divertito molto come confessato a Tv Sorrisi e Canzoni sopratttutto per “il rapporto con il cavallo, che nella storia si chiama Stidduzzo mentre nella realtà il suo nome è Briciola. Un cavallo che sembrava una persona tanto era tranquillo e intelligente. Erano previste scene con la controfigura, invece alla fine le ho girate quasi tutte io, incluse quelle con le corse al galoppo e quelle in cui Briciola si impenna”. (Aggiornamento Sebastiano Cascone)
LE CONSIDERAZIONI DI MICHELE RIONDINO
La mossa del cavallo, il giallo di Andrea Camilleri in onda lunedì 26 febbraio 2018 su Raiuno in prima serata: grande attesa per il western giallo alla siciliana del noto autore del Commissario Montalbano, serie televisiva che ha riscosso grandissimo successo nel corso degli anni. Un romanzo che racconti i mali d’Italia, che vede protagonista il promettente attore Michele Riondino. Come riporta L’Arena, l’artista pugliese ha presentato così il suo personaggio: “Il mio personaggio si trova chiuso in un angolo e capisce che l’unico modo per uscirne è quello di entrare in una zona ambigua. Lui non è abituato a un certo tipo di mentalità, chi lo interroga cerca di manovrarlo”. Continua Riondino, parlando delle difficoltà con il dialetto siciliano: “Lavorare sui dialetti è un lavoro particolare. È anche un atteggiamento, un’attitudine. Ormai trovo il dialetto di Andrea confortevole, poi continuando a leggere il romanzo ha cominciato a parlarmi in genovese mi sono chiesto se fossi la persona giusta, come avrei potuto fare. È un romanzo estremo, come è estrema la scelta di adattarlo. Tavarelli ha confezionato un prodotto di grande qualità a metà tra Sergio Leone e Tarantino come da lui stesso ammesso”. (Agg. Massimo Balsamo)
IL NUOVO LAVORO DI ANDREA CAMILLERI
Andrea Camilleri, il “papà” di Montalbano ci regala un giallo storico: su Raiuno lunedì 26 febbraio andrò in onda il film “La mossa del cavallo”, che lo vede esordire con un western alla siciliana. Lo scrittore, nonostante il consenso universale che ha raccolto Montalbano, si dice preoccupato: «Finiranno per venire di notte sotto le mie finestre a gridare Montalbano santo subito», scherza in occasione della presentazione in Rai del film. I fan del novantunenne potrebbero restare spiazzati, perché con “La mossa del cavallo” troveranno «un altro mondo, un’altra realtà». La pellicola, pur raccontando un’Italia post-risorgimentale, narra una storia attuale. Quella di Giovanni Bovara, interpretato da Michele Riondino, un “ispettore ai mulini” siciliano vissuto al Nord, che torna a Vigata per investigare sui misteriosi delitti legati all’odiata “tassa sul macinato”. Finisce in una trappola dalla quale si salverà solo con una abile “mossa del cavallo”, che nel frasario degli scacchi vuol dire “scavalcare” l’ostacolo.
LA MOSSA DEL CAVALLO, IL WESTERN GIALLO DI ANDREA CAMILLERI
“La mossa del Cavallo” è una storia dura per Andrea Camilleri, che definisce il film una «critica ad uno degli errori più grossi commessi dal Risorgimento». I siciliani votarono per l’annessione al Regno d’Italia con 489mila sì e 70 no. «Com’è possibile che in meno di 40 anni in Sicilia si proclamassero tre stati d’assedio, e arrivasse un esercito fucilatore comandato da Carlo Alberto Dalla Chiesa, nonno del famoso generale, che proclamava: Bruciate le case dei contadini: contengono più fucili che pane?», spiega lo scrittore. La spiegazione è nei libri di storia: «Briganti. Ma quelli non erano briganti: erano contadini in rivolta contro la leva che per quattro, lunghi anni privava le famiglie di braccia e di sostentamento». Il racconto di Camillari, calibrato tra aspre pianure e interni barocchi, è attuale perché affronta temi come la corruzione, i legami tra politica e criminalità, oltre che il coraggio dei servitori dello Stato. C’è poi uno splendore formale che farà de “La mossa del Cavallo” una specie di biglietto da visita della Sicilia migliore all’estero.