Nasce la polemica tra Giorgio Armani e la casa di moda Gucci con il primo che ha accusato un po’ di stupore per la scelta della seconda di far presentare alcuni suoi modelli con delle teste mozzate sotto braccio sulla passarella. Giorgio Armani ha sottolineato: “Teste mozzate in passerella? Non dobbiamo a tutti i costi strafare. Io mi tolgo da questo gioco“. Sicuramente parole pesanti: la Gucci risponderà? Se ciò dovesse accadere, prevediamo una polemica che potrebbe “gonfiarsi” ulteriormente. Senza ombra di dubbio, la scelta di portare teste mozzate sulla passarella non ha stupito soltanto Giorgio Armani e ha creato alcune pesanti polemiche anche per quanto riguarda altri brand di moda (e non solo). Vedremo se Gucci deciderà di dare una spiegazione sulla sua scelta alquanto singolare soprattutto per una sfilata di moda dove non ci si aspettava di vedere una situazione così “estrema” e di rottura. Può essere considerato tutto un po’ macabro? Staremo a vedere se presto arriveranno delle spiegazioni che nessuno – attualmente – ha colto.
IL CORTOMETRAGGIO “UNA GIACCA”
Giorgio Armani ha voluto valorizzare comunque il Made in Italy nonostante il discorso importante sull’integrazione. Ha infatti portato sulla passarella anche ‘‘Una giacca”, cortometraggio che è nato dopo la prima edizione di Armani/Laboratorio. Questo progetto di carattere cinematografico ha visto come mentore il noto regista e attore Michele Placido. Inoltre abbiamo visto lavorare alla sessione la costumista premio Oscar Gabriella Pesucci. I due professionisti hanno lavorato insieme per seguire otto giovani nella realizzazione del video. Questo è stato proiettato dopo la sfilata e ha ricevuto grandi consensi. Nel cast, tra i protagonisti abbiamo visto anche Sara Serraiocco e Lorenzo Richelmy. Il cortometraggio “Una giacca” dura sei minuti e dimostra il valore proprio di questo indumento targato ovviamente Armani e l’utilità nell’indossarla oltre ai vantaggi di cui si può godere.
UNA SCELTA IN UN MOMENTO DIFFICILE
La scelta di Giorgio Armani di portare l’etnico all’interno di una delle sue sfilate è risultata vincente. Sicuramente la sua decisione, ha anche creato un po’ di polemiche. Lo stilista ha voluto far capire la sua intenzione di voler riflettere sull’integrazione in un momento in questo senso molto difficile per il nostro paese. Come riporta Ansa Giorgio Armari ha spiegato: “Ho sempre pensato al mio lavoro come una risposta al tempo presente perché gli abiti influenzano anche i comportamenti e i modi di essere”. Una scelta che arriva in giorni caldi in cui sono stati organizzati diversi cortei antifascisti: “Non volere a tutti i costi strafare con un’emotività facile”. Sicuramente però a Giorgio Armani quello che non va per niente giù è la facile spettacolarizzazione che rischia di creare non pochi problemi. La scelta comunque fatta da Giorgio Armani è intelligente, anche perché si propone l’obiettivo di andare a far ragionare un pubblico che magari non sempre approfondisce determinati argomenti.