Nel suo ruolo da protagonista de “La mossa del cavallo – c’era una volta Vigata”, Michele Riondino si è dovuto calare nella parte di un nuovo personaggio, l’ispettore capo ai mulini Giovanni Bovara, un uomo di origini genovesi che approda in sicilia per occuparsi delle tasse sul macinato. Per questo ruolo, l’attore ha dovuto cimentarsi con un nuovo accento, diverso da quel siciliano che ha imparato ad amare nei panni del Giovane Montalbano. “Con il siciliano è stato più facile perché lo avevo già usato in ‘Il giovane Montalbano’. Il genovese, invece, l’ho imparato con un signore ligure di 90 anni. Non solo. Prima di andare sul set seguivo le interviste al capo ultrà della Sampdoria: mi aiutavano a trovare l’intonazione giusta”, ha ammesso Riondino nel corso di un’intervista concessa a Stefania Zizzari per “Tv, sorrisi e Canzoni”. Come se la caverà nella fiction nata dal nuovo romanzo storico di Andrea Camilleri? (Agg. di Fabiola Iuliano)



L’INTERVISTA

In Andrea Camilleri ha trovato un amico: “Gli chiedo spesso consiglio. L’ultima volta, per l’Antonio Ranieri de Il giovane favoloso“. Torniamo alla fiction: “Gianluca Tavarelli ha fatto un lavoro eccezionale. I temi in ballo sono tanti: mafia, potere, miseria e nobiltà. È un western in tutto e per tutto; quel che cambia è la location”. Dalle prime clip, l’interpretazione di Riondino lascia a bocca aperta: nel bene e nel male. L’accento genovese è fin troppo marcato, e Fazio glielo fa notare: “Il mio maestro è Andrea Bruschi. Quanto al siciliano, ormai sono pratico”. Con lui c’è David Riondino. “Non si sono mai visti, eppure sono padre e figlio”. “Quanti anni hai?”, ne approfitta il conduttore. “Trentanove”, risponde lui. Il pubblico applaude, e i due svelano l’arcano: hanno entrambi origini pugliesi, ma la parentela c’entra poco. [agg. di Rossella Pastore]



OSPITE MICHELE RIONDINO

Michele Riondino ospite di Fabio Fazio stasera nel salotto televisivo di Che Tempo che Fa per presentare il suo nuovo ruolo in “La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata”. Durante l’intervista non si parlerà solamente di questa nuova avventura professionale, ma col conduttore giovanese ci sarà spazio per una passeggiata sul viale delle riminiscenze. Ricordando ad esempio un ruolo che ha lanciato Riondino nel mondo del cinema, l’adattamento del film “Il passato è una terra straniera”, in cui Riondino interpretava l’indecifrabile protagonista. Un appuntamento dunque per conoscere passato, presente e futuro dell’amato attore, che il grande pubblico ha imparato ad apprezzare in maniera condivisa con la sua interpretazione in “Il Giovane Montalbano”. 



PROTAGONISTA A “LA MOSSA DEL CAVALLO”

Michele Riodino sarà Giovanni Bovara, il protagonista de La mossa del cavallo – C’era una volta Vigata, trasposizione televisiva del romanzo storico di Andrea Camilleri. “Ringrazio Andrea Camilleri per aver scritto il romanzo #LaMossaDelCavallo e la #Rai per aver voluto ‘rischiare’ con questo film”, sono state le parole dell’attore e riportate su Twitter dall’ufficio stampa della Rai. In un’intervista a Leggo, Riondino ha affermato di non credere che La mossa del cavallo diventerà una serie, ma che se ne avesse la possibilità sarebbe il primo a produrre le trasposizioni dei romanzi storici di Camilleri: “Sarebbe un’idea coraggiosa e geniale”. Il progetto ha avuto un grande sforzo produttivo e ora Riondino si sta dedicando anche al teatro, con un lavoro su Andrea Gallo e presto anche un film di Antonello Grimaldi. L’attore si è impegnato molto in questi lavori e, ad esempio, anche ne La mossa del cavallo ha dovuto studiare la lingua e rendere l’accento di Giovanni Bovara. Il protagonista de Il giovane Montalbano, ha parlato anche con Tv Sorrisi e Canzoni, raccontando al meglio come ha vissuto questa interessante e delicata esperienza: “È stato divertente tornare indietro nel tempo” ha confessato l’attore, alle prese con questo personaggio controverso.

“IN UN FILM STORICO È TUTTO SPECIALE”

Michele Riondino ha detto, nella lunga intervista a Tv Sorrisi e Canzoni, come La Mossa del Cavallo non possa intendersi come un western in senso stretto: “Il regista Tavarelli è stato coraggioso e intelligente”, ha rivelato. Secondo lui, pur essendo ambientato in Sicilia, restituisce le atmosfere di quel genere di pellicole. Riodino ha confessato di non aver usato spesso la controfigura nelle scene in cui è a cavallo. Ha detto di essersi molto divertito per il rapporto che si era creato tra lui e il cavallo: “Un cavallo che sembrava una persona tanto era tranquillo e intelligente”. All’attore è piaciuto girare in costume, dato che è come indossare una maschera dietro alla quale è possibile nascondersi. Riondino, che in tv presta il volto a uomini dal carattere forte e deciso, ha voluto parlare anche di quello che gli fa più paura nella vita reale. Dopo la nascita della figlia Frida, ha maturato un nuovo tipo di sensibilità e non riesce più a percepire l’idea di bambini morti e uccisi durante la guerra, convinto come bisogna tenere in mente queste immagini dolorose per fare in modo di non ripetere certi errori.

LA RECITAZIONE COME TECNICA DI SOPRAVVIVENZA

Michele Riondino è conosciuto ai più come protagonista della fiction di Rai Uno Il Giovane Montalbano che lo ha consacrato definitivamente come attore della sua generazione. Forse pochi sanno, però, che il ragazzo ha usato la recitazione per sconfiggere la sua timidezza. In un’intervista di qualche tempo fa a Vanity Fair, Riondino ha affermato: “Ero una persona timidissima, in parte lo sono ancora. Poco prima di entrare all’Accademia d’arte drammatica Silvio d’Amico di Roma, però, ho scoperto una qualità importantissima, quella dell’apparire”. Secondo lui, grazie alla recitazione ha iniziato a mostrarsi coraggioso e impavido e lo stesso coraggio lo ha scoperto nel momento in cui è diventato padre della piccola Frida, rivoluzionando completamente le sue abitudini e permettendo a un nuovo essere di penetrare nel suo territorio: “Si diventa padri quando si smette di essere figli, e io invece figlio mi ci sento ancora. Amo i vizi e le virtù del me stesso ragazzino”. Insomma, era pronto a diventare genitore dal punto di vista mentale ma da quello pratico molto meno. Tuttavia, si è completamente innamorato della sua piccola, sopratutto da quando lei si è resa conto di non poter vivere senza di lui.