L’INTERVISTA

La morte di Dj Fabo è stata un gesto di grande generosità: avrebbero potuto farlo di nascosto, scappare in Svizzera senza dire niente a nessuno. Non lo hanno fatto; anzi, si sono autodenunciati. È questo il caso di Marco Cappato: “Per la prima volta, la società ha dato un chiaro segnale”. Il segnale in questione era “cambiamo le cose”, e così è stato. “Il testamento biologico è il trofeo finale”. Fabo non era un santo: “Anzi, era un ragazzo come tanti. Non aveva orari; lei era una ragazza a modo. La loro è una storia di vero amore”. Valeria è sempre stata forte, e questo, per certi versi, li accomunava: “Non ho rimpianti”, sorride, “soffriva troppo”. Il momento peggiore? “Il suicidio di mio padre. Non ho mai capito il suo gesto, ed è stato un duro colpo”. [agg. di Rossella Pastore]



OSPITE VALERIA IMBROGNO

Valeria Imbrogno, fidanzata di Fabiano Antoniani in arte Dj Fabo, questa sera è ospite a Che tempo che fa per presentare il suo libro Prometto di perderti, edito da Baldini e Castoldi. Un libro uscito in tutta Italia lo scorso 15 febbraio e frutto di una promessa ed ossia quella di raccontare come la morte non possa spezzare la vita più bella del mondo. Un’opera nella quale la Imbrogno ha parlato di Dj Fabo ricordando chi era negli anni prima di quel terribile incidente di cui fu vittima nel 2014 rendendolo praticamente cieco e tetraplegico portandolo quindi alla decisione di lasciarsi morire il 27 febbraio del 2017 in una clinica svizzera specializzata. In una recente intervista rilasciata a La Repubblica ha raccontato come abbiano fatti diversi tentativi di ‘riportarlo alla vita’ per esempio sottoponendosi ad una cura a base di staminali a Bombay in India, ma gli scarsi risultati ottenuti non sono stati sufficienti a risollevarlo da un punto di vista morale.



VALERIA IMBROGNO, LA CERIMONIA SULLA SPIAGGIA

Nell’intervista a La Repubblica, Valeria Imbrogno ha voluto dare qualche anticipazione di quanto evidenziato nel suo libro, nello specifico ricordando chi era Dj Fabo prima dell’incidente. Questi sono alcuni passaggi dell’intervista della Imbrogno: “E’ sempre stato un ragazzo molto ego-riferito, ma era divertente anche per questo. E’ sempre stato egoista. All’ospedale Niguarda, il reparto di unità spinale, già bloccato, mi dettò la lista delle cose da fare. Io mi sono rifiutata, ma la ricordo: dovevo preparare alcuni cd di musica per i suoi amici di Goa e far incidere una placca di ottone da mettere nel locale dove lavorava. Dopo la morte ho organizzato una cerimonia sulla spiaggia, al tramonto, come mi aveva chiesto, con tutti vestiti di bianco – in India è il colore del lutto – ognuno con un fiore per disegnare un cuore sulla sabbia”.



LA SPERANZA CHE RIVEDESSE LA SUA DECISIONE

Valeria Imbroglio ha parlato anche di quel 27 febbraio 2018 in cui la vita di Dj Fabo si è fermata per sempre. Una giornata nella quale la donna ha sperato che il proprio uomo potesse ritornare sulla propria decisione ed accantonare la volontà di farla finita. Una speranza non suffragata dai fatti: “’Ci siamo’, mi ha detto appena si è svegliato. ‘Dammi uno yogurt, che in Svizzera sono più buoni’. L’ho aiutato a capire le varie fasi: la dichiarazione delle sue volontà, il fatto che avrebbe potuto fermarsi in ogni momento. Ho sperato, non per lui, ma per me, che lo facesse. ‘E adesso?’, mi chiedeva. E io gli spiegavo. Gli hanno messo il pulsante sul tavolino, in modo che potesse premerlo con la bocca e rilasciare il farmaco. Nel giro di dieci secondi si è addormentato e io sono uscita. Dopo venti minuti sono venuti a dirmi che non c’era più. Quel giorno non l’ho voluto vedere”.