Tanti gli ospiti della puntata di ieri di Che tempo che fa, nella quale sport, musica e politica si sono uniti, concedendo spazio anche a temi caldi e delicati come il testamento biologico. Roberto Saviano ha infatti riportato alla ribalta la morte di DJ Fabo, da lui considerata un grande gesto di generosità: il musicista avrebbe potuto scappare in Svizzera senza dire niente a nessuno, ma ha preferito portare alla ribalta il suo dramma, che ha poi dato il via ad una serie di discussioni in Parlamento. E il racconto di Valeria Imbrogno, fidanzata di DJ Fabo e al suo fianco fino alla fine, ha rinnovato questo coraggio. Archiviati gli argomenti di attualità, si è passati alla musica con Noemi, fresca protagonista del Festival di Sanremo 2018 con ‘Non smettere mai di cercarmi’. La rossa cantante ha potuto rivivere i suoi principali successi sanremesi, concedendo spazio anche alla sua classica ironia con il paragone a Orietta Berti, il suo punto di riferimento proprio per quanto riguarda il colore dei capelli. [Agg. di Dorigo Annalisa]



DA ALBERTO TOMBA A MATTEO RENZI

A Che tempo che fa, si parla del tempo che fa. Anche la Littizzetto è in tema, col suo completo da Yeti: “È la vendetta dei russi: noi gli mandiamo Cutugno, loro ricambiano con Burian”. La campionessa di snowcross Michela Moioli è la prima ospite della serata. Segue Matteo Renzi, che col suo slalom tra le domande se la cava niente male; a svicolare, Renzi è quasi più bravo della Moioli. “Berlusconi è un po’ come Babbo Natale”, afferma il leader piddino, per poi aggiungere: “Babbo Natale non esiste”. Fazio lo rimbrotta: “Certo che esiste, diciamolo pure ai miei figli”. L’intento è chiaro, e si presta a facili battute: vogliono proprio farci credere che Babbo Natale esista. È una menzogna collettiva, di cui lo stesso Renzi è complice. A proposito, che ne dice delle alleanze? “Non è possibile appoggiare certe idee, diametralmente opposte rispetto alle nostre”. Grazie tante per la precisazione: proprio non immaginavamo, che Forza Italia fosse di sinistra.



Con Alberto Tomba si parla (ancora) di sport: “Prima ho visto Michela Moioli: è una grande” Ma è un’eccezione: “Adesso di tavola c’è solo quella della cucina”. È un critica aspra, che dall’alto del suo podio pesa ancora di più. Tanti i videomessaggi a lui indirizzati: il primo è quello di Gustav Thöni, il suo punto di riferimento. “È di poche parole, ma d’effetto”. Un po’ come lui: “Vi invito a seguire lo sport, calcio a parte. Oltre al pallone c’è altro”. Com’è la vita, fuori dalle piste? “Diversa”, ma – forse  altrettanto scivolosa. Max Gazzè canta La leggenda di Cristalda e Pizzomunno, con tanto di orchestra da oltre trenta elementi. La sua forza è la melodia, e mai termine fu più azzeccato: la musica di Gazzè è melodica e melodiosa. “Un’opera ‘sintonica’”, come ama definirla. Si tratta di un neologismo: “Non volevamo scomodare i puristi della sinfonica, perciò l’abbiamo chiamata così”. Qual è la differenza? “Semplicemente abbiamo introdotto i sintetizzatori”. Furbo e ingegnoso: ci piace.



“Parlare di questo libro è doveroso”, esordisce Fazio. Il libro in questione reca la firma di Valeria Imbrogno; la prefazione, quella di Roberto Saviano. “Ed è a lui che ho chiesto di presentarcelo”. Per Saviano, non è “solo” una storia d’amore. Quella di Dj Fabo e Valeria è anzitutto una storia di generosità. “Lei si è impegnata moltissimo, in tutti i sensi. Lui non le somigliava: era un ragazzo scapestrato, non aveva orari. Valeria era una a modo. Eppure si sono trovati, nel bene e nel male”. Tutto molto retorico, fino al misero svarione: “La vita è un diritto”. E no, caro Saviano, la vita è non è un diritto: è un dovere. Scegliamo forse di nascere? Ne consegue che nemmeno la morte lo sia, un diritto. E vade retro ai preti del laicismo.