Franco Zeffirelli e una carriera vissuta al massimo, con risultati incredibili ottenuti in tutto il mondo anche se in Italia non sempre è stato facile trovare approvazione di critica e pubblico. Tanti i capolavori del regista fiorentino, tra i quali Jane Eyre, Amleto e Fratello sole e sorella luna. Ma quale di loro è il suo preferito? Il chiarimento giunge dallo stesso maestro, in un’intervista rilasciata al quotidiano ‘Il messaggero’: “In fondo ho sempre considerato i miei lavori come se fossero dei figli, ragion per cui mi è sempre stato difficile pensare che uno fosse migliore dell’altro. Ho sempre lasciato che il pubblico decidesse al posto mio. Detto questo, debbo molto al mio Romeo e Giulietta, il film che mi ha portato al successo internazionale”. Ma prima di arrivare al successo la strada è stata lunga, motivo per cui Zeffirelli deve molto al suo mentore Luchino Visconti. Grazie a lui e alla sua prima esperienza da scenografo in Troilo e Cressida, il maestro ha pouto entrare in contatto con i più grandi attori del cinema italiano come Vittorio Gassman, Paolo Stoppa, Marcello Mastroianni e Giorgio Albertazzi.



Franco Zeffirelli e la passione per la lirica

Ma nel passato di Franco Zeffirelli non c’è solo il cinema: la sua grande passione, infatti, è sempre stata la lirica. Ricorda quindi con grande emozione la sua prima esperienza alla Scala nel 1953: “Fui chiamato per realizzare scene e costumi de L’Italiana in Algeri con Giulietta Simionato: il regista Corrado Pavolini mi diede carta bianca. Mi appropriai dei sofisticati meccanismi che la Scala possedeva e misi insieme uno spettacolo vivacissimo”. La sua presentazione fu un grande successo e seguì anche negli anni successivi, tanto che ancora oggi le idee di Zeffirelli vengono regolarmente riproposte. Proprio quest’anno, infatti, tornerà in scena l’allestimento dell’Aida che il maestro fece nel 1963 e che risulta ancora attualissimo. L’affetto per la lirica portò Zeffirelli a collaborazioni illustri quali Elisabeth Taylor, Laurence Oliver e Maria Callas. E proprio su quest’ultima il regista ha un ricordo indimenticabile: “Ricordo che nell’attesa di entrare in scena mi stringeva la mano, affondava le sue unghie nella mia carne. Una volta in scena tutti i suoi timori svanivano, lasciando il posto alle sue grandi interpretazioni”.



Il difficile rapporto con la critica

L’intervista di Franco Zeffirelli a Il Messaggero prosegue con il ricordo delle difficoltà attraversate in Italia, proprio nel periodo in cui il suo successo internazionale aveva raggiunto l’apice. Il motivo va attribuito soprattutto allo scontro con la critica, tradizionalmente di Sinistra: “In Italia ho sempre avuto dei problemi ma il grande pubblico era dalla mia parte e mi ha dato tante soddisfazioni (…) Un rapporto spesso difficile, tanto che lasciai fuori i critici dalla prima de La Lupa, con Anna Magnani ma parliamo di cinquant’anni fa. Ho avuto un ottimo rapporto con Rita Sala del Messaggero scomparsa di recente, la sua dipartita è stata una grande perdita per tutti noi”. Per quanto riguarda il presente, Franco Zeffirelli ammette tra le righe di non essere troppo soddisfatto dei cinema italiani di oggi e di sentire la mancanza dei grandi quali De Sica, Fellini, Visconti, Bertolucci, Pasolini.

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