Il film “Il nemico alle porte” di Jean-Jacques Annaud non ha convinto la critica: “Se il valore storico politico di ‘Il nemico alle porte’ è vicino allo zero, i pregi spettacolari sono cospicui. Stratega abilissimo di grandi masse e formidabile utilizzatore degli effetti speciali, Annaud avrebbe però fatto bene a ridurre un po’ la durata e a sedare gli strepiti della colonna musicale”, ha scritto Tullio Kezich sul Corriere della Sera. E ancora: “Annunciato come il film definitivo in versione europea, ‘Il nemico alle porte’ è scarsamente interessato all’aspetto storico. Jean-Jacques Annaud preferisce il melodramma d’amore e morte col tedesco raffinato e spietato, la tiratina antisovietica alla ‘Dottor Divago, l’eroe bello e puro che sarà anche ispirato a un personaggio reale, però sembra inventato”, ha scritto Roberto Nepoti su Repubblica. Ricordiamo che il film “Il nemico alle porte”, clicca qui per vedere il trailer, andrà in onda su Iris a partire dalle 21.00 ma sarà possibile vederlo anche in streaming grazie al portale di Mediaset, sui propri dispositivi mobile cliccando qui.

NEL CAST JUDE LAW

Il nemico alle porte, il film in onda su Iris oggi, lunedì 26 febbraio 2018 alle ore 21,00. Una pellicola di genere drammatica che è stata realizzata nel 2001 per la regia di Jean-Jacques Annaud e con il titolo in lungua originale (Enemy at the Gates). Il cast è formato da attori prevalentemente britannici che sono Jude Law, Bob Hoskins, Joseph Fiennes e Rachel Weisz, insieme a loro ha recitato anche lo statunitense Ed Harris. Il regista francese Jean-Jacques Annaud, nel 1981 ha diretto il film di avventura-drammatico intitolato “La guerra del fuoco” che gli valse il Premio César per le categorie “Miglior film e miglior regista”. Nel 1976 Jean-Jacques Annaud ha vinto il Premio Oscar con il film drammatico “Bianco e nero a colori” per la categoria “miglior film straniero”. Ma adesso, vediamo la trama del film nel dettaglio.

IL NEMICO ALLE PORTE, LA TRAMA DEL FILM DRAMMATICO

E’ il mese di settembre del’anno 1942. Una recluta dell’Armata Rossa, il giovane Vasilij Zajcev, arriva nella città di Stalingrado durante l’occupazione tedesca. Si combatte una guerra molto faticosa, le forze di difesa sovietiche fanno fatica a combattere il nemico per mancanza di organizzazione. In breve tempo Vasilij Zajcev si distingue tra gli altri soldati per essere un tiratore molto abile, una capacità acquisita quando esplorava i monti Urali per dare la caccia ai lupi. Politruk Danilov, un alto funzionario russo, riconoscendo a Vasilij la particolare predisposizione, decide di utilizzare il giovane per la propaganda sovietica. L’idea di Danilov viene pienamente approvata da Nikita Chrušcëv, il maggiore responsabile dell’azione militare in città, che decide il trasferimento di Zajcev al reparto dei tiratori scelti e la promozione in grado di Danilov. Nel ruolo di cecchino Zajcev è molto attivo e fa strage di soldati tedeschi, tanto da suscitare l’interesse degli ufficiali di Stato Maggiore tedesco che decide di far arrivare direttamete dalla Germania il loro tiratore migliore, il maggiore König. Questi avrà il compito di colpire a morte il militare russo Vasilij Zajcev.

Si succedono quindi una serie di scontri tra i due cecchini e iniziamente sembra avere la meglio il tedesco König. Vasilij cade in preda allo sconforto ma viene rassicurato dallo stesso Danilov che spiega al soldato che König si fida ciecamente di un bimbo russo di nome Saša, e sarà proprio il bambino a tradire il cecchino tedesco, informando il fronte russo sulla posizione di appostamento scelta dal nemico. Nonostante gli attacchi incessanti di König,

Vasilij rimane indenne e questo fa insospettire il tiratore tedesco che scopre il tradimento di Saša. König è furioso, cattura il bambino e lo impicca, nella speranza che l’atroce gesto possa indurre Vasilij a venire allo scoperto. Intanto Danilov comunica a Vasilij che la fidanzata Tania è morta in seguito all’esplosione di una bomba. A questo punto il giovane Zajcev, che già si sentiva responsabile della morte del piccolo Saša, sprofonda nel dolore e nello sconforto, quindi, Danilov per aiutare il cecchino disperato, decide di individuare la postazione del tiratore tedesco per poi riferirla a Vasilij. Purtroppo Danilov viene avvistato da König che gli spara all’istante, uccidendolo. Il cecchino tedesco a questo punto lascia il suo nascondiglio convinto di aver centrato e ammazzato Vasilij, questi invece gli appare all’impovviso con l’arma in pugno e König si rende conto di non avere più speranza. Dopo qualche mese a Stalingrado il fuoco è cessato e Vasilij, grazie alla mamma del piccolo Saša, viene a sapere che Tania non è morta ma è in cura all’ospedale. Il giovane si precipita in ospedale, trova Tania che è ormai convalescente e i due si abbandonano in un forte abbraccio.