Raffaele Pisu, 93 anni portati alla grande, ed una vita ricca di avvenimenti ed incontri che gli hanno cambiato la vita, torna al primo grande, e forse, unico grande amore, recitando in Nobili Bugie, una pellicola diretta dal figlio Antonio, con un cast internazionale: da Claudia Cardinale a Giancarlo Giannini, Ivano Marescotti. A Robison – La Repubblica, l’attore tra i tanti aneddoti, ha ricordato, in un’intervista a Repubblica, quello che più di tutti, gli ha cambiato la vita ovvero la diagnosi di una grave ed incurabile malattia, che lo spinse a lasciare tutto per trasferirsi con la famiglia nei Caraibi: “Alla fine del 1991, i medici mi annunciarono che non mi restava molto da vivere. Decisi di andarmene su una spiaggia al caldo. Scelsi Santo Domingo. Con Leda vendemmo tutto, o quasi, e con nostro figlio Antonio di dieci anni partimmo per l’ isola. Dissi a mia moglie: male che vada ti rifarai una vita laggiù. Poi mi accorsi che invece di peggiorare, fisicamente miglioravo”. La diagnosi, per fortuna, si rivelò errata e sua moglie ed il figlio, ancora in età scolastica, decisero di rientrare in Patria ma senza Pisu che si è calato nei panni di un Robinson Crusoe qualunque: “Come uno che non stava più capendo che cosa gli accadeva. Aprii perfino un bar ristorante. Quando venne una signora a chiedermi una piña colada, la guardai quasi con raccapriccio. E pensai tra me: che ci faccio io qui. Fu in quel momento che decisi di rientrare in Italia”.

RAFFAELE PISU, IL RIENTRO IN ITALIA

Raffaele Pisu, dopo tanti anni di esilio forzato dalle luci della ribalta, decise, quindi, di tornare in Patria, timoroso, però, di dover ricominciare completamente da zero o, forse, riallacciando i rapporti lavorativi che aveva mantenuto, nel tempo, anche durante la permanenza ai Caraibi: “Emotivamente ero coinvolto. Ma anche spaventato. Nel nostro Paese se lasci la poltrona – e io prima di partire lavoravo a Striscia la notizia – è dura riconquistarla. Ero uscito dal giro. Nessuno mi chiamava. Forse nessuno sapeva che esistevo. Fu Paolo Sorrentino a propormi, come ti ho detto, il film. Gli devo molto”. Dopo un pò di tempo, si è accorto che il Belpaese gli mancava davvero tanto e che, forse, la vita all’estero, ha rappresentato solamente una parentesi felice della sua esistenza: “Forse avevo nostalgia del fatto che lì veramente non hai bisogno di nulla. Per il resto mi sembrava di stare più in un incubo che in un sogno. Sono stato un uomo inquieto, contraddittorio, a volte paradossale. Mi sono ritrovato felicemente padre per una seconda volta a novant anni, quando Paolo mi si è presentato dicendo: “Sono tuo figlio”. E l’ ho accolto, perché era comunque una parte di me”.