Il late night show di Sky Uno HD condotto da Alessandro Cattelan ospiterà questa sera una delle giovani attrici più promettenti del cinema italiano, Matilda Lutz. Milanese, classe 1992, Matilda Lutz, musa di Muccino nel 2016 nel film L’estate addosso, è un’attrice italiana che in breve tempo ha raggiunto la pole position internazionale. Ciò che ha fatto di dei una delle giovani icone del cinema internazionale è la sua prova magistrale nel thriller sanguinario Revenge, presentato in Italia al Torino Film Festival lo scorso mese di novembre e uscito nelle sale francesi il 7 febbraio. Matilda Lutz interpreta una giovane ragazza legata ad un ricco dirigente d’impresa che però finisce per essere violentata e ridotta in fin di vita dagli amici del compagno. Il suo personaggio però non morirà, così più forte di prima tornerà per giurare vendetta e per farla pagare a chi le ha fatto tanto male. In una recente intervista al portale Film.it, Matilda Lutz ha spiegato che nell’interpretare il film si è ispirata a Charlize Theron che è una delle sue attrici preferite, insieme a Angelina Jolie specialmente nel film Tomb Raider.



Ruoli che come per il suo personaggio in Revenge hanno richiesto duro lavoro e tante ore in palestra. Tuttavia Matilda Lutz ha svelato che in realtà non ha avuto tempo di prepararsi: “Diciamo che il tempo per la palestra non c’è stato. Perché giravamo sedici ore al giorno, avevamo cinque ore per dormire. Sarebbe stato impossibile. La palestra l’ho fatta sul set. L’arma che impugno è vera, pesava tre chili e piano piano vedevo le braccia che mi crescevano”.



MATILDA LUTZ, REVENGE E IL TEMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

Nella stessa intervista Matilda Lutz ha raccontato come ben due attrici prima di lei avevano rinunciato a questo ruolo perché ritenuto troppo forte, ma che lei aveva deciso di accettare affrontandolo con il giusto entusiasmo: “Sono rimasta colpita dalla regista: era il suo primo film e la vedevo forte e determinata. Ha lavorato a questo progetto per tre anni prima di trovare il budget. E poi Revenge mi avrebbe permesso di trasformarmi da Lolita a vendicatrice, non vedevo l’ora”. Ha quindi spiegato come l’obiettivo del film fosse quello di spiegare che anche se si è sensuali e provocanti, non è giustificata alcuna violenza: “A differenza di tanti altri titoli dove la vittima è sempre mostrata come pudica, forte o intellettuale, qui facciamo il contriario.



Come se dicessimo che anche se una donna è sensuale e provocante, allora va benissimo che lo sia. Nel film vediamo Jen ubriacarsi prima dello stupro, io non capivo la cosa. Chiedevo alla regista: “come è possibile che si comporti proprio così?”. Sono cresciuta in Italia, una realtà in cui il problema esiste. Le chiedevo: “sei sicura che vuoi spingerla così tanto?”. Coralie mi ha fatto capire anche se una ragazza si veste in un determinato modo sensuale o provocante… anche in quel caso niente è lecito”. Parole molto importanti che arrivano in un momento in cui si discute tanto della responsabilità delle donne nei casi di molestie.