Nadia Toffa, diventata paladina di tutte le donne che lottano quotidianamente per sconfiggere un tumore, nelle scorse ore, è intervenuta alla presentazione del libro Mi vivi dentro, scritto dal giornalista Alessandro Milan e dedicato alla moglie Francesca, scomparsa nel 2017 proprio a causa di un brutto male. Era stata soprannominata Wondy, diminutivo di Wonder Woman, per la sua forza di volontà e desiderio di affrontare la vita a denti stretti: ““Francesca era una forza della natura, quando l’ho conosciuta non sapevo della sua malattia. Aveva un’energia travolgente, degli occhi da furetto, e quando poi ho saputo della malattia ho pensato: ‘Che forza questa ragazza’. Alessandro le fa da specchio: le lacrime che piangeva lui, sono quelle che lei si portava dentro. E per piangere ci vuole tanta forza ed energia”. La conduttrice de Le Iene, poi, ha cercato di dare una parola di conforto al neo vedovo perché si faccia coraggio senza farsi abbattere dagli ostacoli dell’esistenza: “Se mi dicessero: ‘Hai 2 mesi di vita’ non credo che mi lancerei con il paracadute o farei il giro del mondo. Continuerei a vivere la mia vita. Non c’è nessuna esperienza più imperdibile della vita e tu le hai fatto vivere la sua vita” (Aggiornamento Sebastiano Cascone)
STAR PER IL TUMORE?
Nadia Toffa e il suo essere una vera “leonessa” le ha permesso di vincere il titolo di “Personaggio bresciano dell’anno”, un riconoscimento che arriva proprio dopo il suo malore al quale ha fatto seguito il racconto choc in diretta tv legato al tumore. In tanti, dunque, hanno insinuato che il premio le sia stato consegnato proprio dopo le sue rivelazioni sul cancro ma in realtà così non è come spiega oggi GiornalediBrescia.it. “Nadia è stata votata dai bresciani per la sua competenza professionale e il coraggio che ha sempre dimostrato”, ha commentato Luisa Bondoni, del Cinefotoclub, mettendo a tacere così le eventuali voci in merito al riconoscimento attribuito alla conduttrice e inviata de Le Iene. La cronologia del concorso, dunque, racconta una storia ben distinta. “È stata la più votata fin dall’apertura delle candidature, a ottobre – spiega Bondoni -, quindi ancora prima che avesse un malore e finisse sotto i riflettori per il suo stato di salute”, ha aggiunto la Bondoni. le votazioni si sono chiuse il 15 febbraio scorso, ovvero 4 giorni dopo la puntata in cui Nadia, in diretta, rivelò del suo tumore. Il titolo da lei conquistato, dunque, arriva perché innanzitutto la Toffa piace ai bresciani, “ma soprattutto – spiega infine la Bondoni – Nadia incarna lo spirito del premio: è una bresciana che ha dato tanto a livello locale e nazionale, rendendo orgogliosi i suoi concittadini”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL TUMORE, GLI ATTACCHI RICEVUTI E IL CORAGGIO DI ESSERE ’NORMALE’
Le polemiche su Nadia Toffa fanno il paio agli elogi e le dimostrazioni di affetto: è uno dei personaggi più “chiacchierati” degli ultimi tempi, complice il malore, il rischio della vita e soprattutto il cancro raccontato mesi dopo in diretta tv. Non sono poche le critiche pervenute dopo la “confessione” in tv e dopo le parole usate dalla Iena per descrivere la sua malattia; «Di detonante c’è ben poco. La Toffa dice che le persone col cancro sono guerriere. Sulla mia pelle ho sperimentato che ci sono anche quelle che depongono le armi prima della battaglia: le rispetto ma non rientrano nella classificazione. Chi lotta è un guerriero, il ragionamento fila. La bionda Nadia dice pure che chi lotta contro il cancro è un figo pazzesco, indossando tanto di parrucca. E come darle torto?», spiega Antonio Giuseppe Malafarina sul blog InVisibili sul Corriere della Sera. È un giornalista disabile che da anni segue le varie vicende legate al mondo della disabilità e affini: «La Toffa esprime un desiderio di normalità. Invita le persone che stanno attorno ai malati a trattarli con normalità. È sbagliato? Trattare ipocritamente una persona in difficoltà è incauto. L’ho visto centinaia di volte nella mia discreta carriera di persona assistita – una volta si diceva paziente».
Quel desiderio di normalità secondo Malafarina è realmente umano, anche se non lesina una velata critica – ma per nulla offensiva, anzi diremmo costruttiva – alle parole di Nadia in quanto espressione di un pensiero comune e non tanto di un “peccato personale” della Iena. «Io ritengo che avere un cancro – una disabilità – non è per niente figo, lottarci contro lo mostra figo agli occhi di una collettività che ha bisogno di punti di riferimento. I miti, da Orfeo a James Dean, ci sono indispensabiliper incitarci ad andare avanti. Nutrono la nostra spiritualità. Alimentano la nostra combattività. Suscitano sogni. E ci forniscono ben apprezzati alibi. La lotta dell’uomo contro le avversità fa parte del suo essere uomo. Non v’è figaggine nell’incontrare un problema nella vita e nel doverlo affrontare: capita a tutti. Ma preferiremmo non capitasse a noi», conclude il blog InVisibili.
È IL PERSONAGGIO DELL’ANNO
Dopo aver annunciato in tv di aver lottato contro il cancro, Nadia Toffa è tornata in pubblico. Lo ha fatto in occasione della presentazione del libro “Mi vivi dentro”, che il giornalista Alessandro Milan ha dedicato alla moglie Francesca Del Rosso, detta Wondy, scomparsa a causa di un tumore l’anno scorso. La donna era anche amica di Nadia Toffa, che infatti alla platea del Teatro Dal Verme di Milano ha dichiarato: «È un onore enorme per me essere qui». Durante la serata Nadia Toffa non ha parlato di sé e del dolore che ha vissuto, neppure a margine della presentazione del libro. L’inviata de Le Iene ha preferito lasciare i riflettori accesi su Wondy. Intanto la giuria del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia l’ha eletta personaggio bresciano dell’anno. Come riportato da bsnews, il premio viene riconosciuto dal 2013 alla personalità che si è maggiormente distinta: quest’anno va all’ex giornalista di Retebrescia, oggi uno dei volti più noti di Mediaset.
NADIA TOFFA, DOPO IL RITORNO IN PUBBLICO UN PREMIO
Intanto Catia Brozzi, la donna che si è ritrovata protagonista all’improvviso per un post su Facebook in risposta a Nadia Toffa, ha spiegato la sua verità al Corriere. Un post da oltre 100mila condivisioni, che ha suscitato commenti e pure qualche critica. Catia ha spiegato però di averlo trovato su Facebook e poi di averlo condiviso. Al Corriere ha però voluto rispondere in prima persona a Nadia Toffa, avendo perso sua madre in due mesi per un tumore al pancreas. «Ho visto Nadia che raccontava di quello che le è accaduto e diceva di sentirsi “figa” per essere riuscita in due mesi a sconfiggere il tumore. Da “vittima” indiretta del cancro non me la sono sentita di condividere appieno la sua dichiarazione». Così ha trovato sulla sua bacheca un post che rispondeva a Nadia, nel quale si è ritrovata completamente, senza sapere chi fosse l’autore o l’autrice. Del resto non immaginava neppure che avrebbe avuto quel riscontro. «Voglio dire a Nadia Toffa che lei è una grande guerriera, una “figa”, ma purtroppo molto spesso, troppo spesso, di cancro si muore».