Claudia, la figlia di Sergio Endrigo, è stata ospite di Domenica In per ricordare il padre, pietra miliare e indimenticabile del Festival di Sanremo. Canzone per te è un brano musicale che è stato composto da Luis Bacalov, Sergio Bardotti e dallo stesso Endrigo. Con questo pezzo, fu vincitore del Festival di Sanremo 1968 nell’interpretazione dello stesso Endrigo e di Roberto Carlos. “Sergio Endrigo, mio padre, artista per caso” è il titolo del libro scritto dalla figlia:” All’epoca era al Casinò a giocare e gli comunicarono che aveva vinto, era felicissimo” le ha raccontato, del ricordo dell’epoca. Claudio Villa era amico di Endrigo ed era veramente contento della vittoria del collega. Endrigo sottovalutato? “Lui ha continuato a fare canzoni, l’ultima è del 2003. Era troppo fuori dal giro, anche nei momenti di massimo successo, lui passava due mesi a Pantelleria a pescare con me, mamma e i suoi amici. Veniva da una famiglia poverissima, andò a Venezia e faceva tanti lavoretti”. Nei primi anni Sessanta, la sua carriera è decollata ufficialmente. (Agg. Alberto Graziola)



CLAUDIA ENDRIGO OSPITE A DOMENICA IN

A pochi giorni dall’inizio del Festival, si terrà l’ultimo appuntamento con “Sanremo Story” nell’edizione in corso di Domenica In. In apertura di puntata, come sempre, grande spazio all’appuntamento con il Festival, in partenza da martedì 6 febbraio con la direzione artistica di Claudio Baglioni affiancato. nella conduzione, da Pierfrancesco Favino e Michelle Hunziker. Cristina Parodi, domani, incontrerà Claudia Endrigo, la figlia del celebre e indimenticato interprete di tanti successi e vincitore del Festival 1968 con “Canzone per te”. Il cantante è arrivato poi secondo nel 1969 con Lontano dagli occhi e terzo nel 1970 con L’arca di Noè. Durante la sua carriera ha collaborato con scrittori e poeti come Gianni Rodari, Pier Paolo Pasolini, Vinicius de Moraes e Giuseppe Ungaretti. Sarà un’occasione da non perdere per riscoprire e riascoltare uno degli artisti che ancora oggi restano incisi nella pietra e nella storia del Festival.



CLAUDIA ENDRIGO: “MIO PADRE, PROFONDAMENTE BUONO”

Poche settimane fa, Claudia ha pubblicato il libro “Sergio Endrigo, mio padre“. E’, ovviamente, la biografia del cantante scritta dalla figlia insieme a diverse testimonianze da parte di chi ha conosciuto Sergio, collaborando con lui tra poesia e musica. In un’intervista a “Il tempo”, Claudia ha ricordato il padre con affetto: “Era una bella persona. Con tutti i suoi difetti. Profondamente buono”. Per la figlia, l’uomo è sempre stato il peggior nemico di se stesso: “Non avendo le basi, non si sentiva all’altezza di altri, ma ciò lo rende ancora più grande: è riuscito a comporre capolavori senza aver studiato né canto né musica, aveva una voce straordinaria, ha composto melodie stupende sin dagli esordi con brani come “Aria di neve” o “Io che amo solo te” (secondo Ornella Vanoni “straordinaria e totale”, “la canzone perfetta” per Ennio Morricone)”. E proprio per questo motivo, non si è mai reso veramente conto di quanto fosse quotato e apprezzato come interprete: “Della grandezza no, è sempre rimasto molto umile e aveva l’aria di un bambino stupito, come se non credesse a quello che stava succedendo. Si è goduto la disponibilità economica, anche se per un breve periodo, che gli aveva permesso di togliersi degli sfizi, non dei lussi”.



LA CARRIERA DISCOGRAFICA

Il debutto discografico di Sergio Endrigo è avvenuto nel 1963 con l’omonimo album. E proprio in quel periodo, celebrò il suo matrimonio con Lula, diventando cognato di Riccardo Del Turco. Due anni dopo nacque la figlia, Claudia. Passò alla Fonit Cetra incidendo il brano Te lo leggo negli occhi (interpretato da Dino e da Giorgio Gaber e poi da Battiato). Il suo debutto a Sanremo avvenne nel 1966 con il brano “Adesso sì”, inserito poi nel terzo disco della sua carriera. La morte di Endrigo avvenne a Roma il 7 settembre 2005. L’uomo si era ammalato di cancro ai polmoni, diagnosticatogli solo alcuni mesi prima della sua scomparsa. Dopo il funerale, fu sepolto a Terni, nella tomba di famiglia. Tra gli ultimi lavori postumi pubblicati in seguito alla sua morte, il più recente è del 2013, “Il pappagallo – Le canzoni per bambini di Sergio Endrigo”. “D’amore non bisogna morire ma vivere” è la frase che la figlia ricorda come chiave simbolo della vita privata e della carriera del padre Sergio.