In questi giorni si è nuovamente parlato a lungo del caso di Noemi Durini, oggi al centro della puntata di Quarto Grado – La domenica su Rete 4. Il motivo è rappresentato dalle pesanti accuse che in una missiva Lucio, il fidanzato della ragazzina salentina accusato del suo delitto, ha rivolto ad un amico adulto della coppia, Fausto Nicolì, accusandolo a sua volta di essere il vero responsabile di quell’atroce delitto. Sul caso è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone tramite le pagine del settimanale Giallo, sulle quali ha definito “piuttosto improbabili” le varie versioni avanzate dal ragazzo in carcere, compresa l’ultima in cui accusa il conoscente della coppia. Nelle prime due precedenti, ricordiamolo, Lucio si è addossato interamente la colpa dell’omicidio di Noemi. “Ritengo che questa terza versione sia arrivata a ‘orologeria’ e che si tratti di un tentativo goffo e improbabile di sottrarsi alle conseguenze in sede giudiziaria per l’omicidio di Noemi”, ha commentato la criminologa. Non è un caso, forse, se questa versione arriva proprio dopo il deposito della perizia psichiatrica che ha dichiarato Lucio totalmente capace di intendere e di volere al momento del fatto e per questo imputabile. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NOEMI DURINI, IL CASO QUARTO GRADO

Il caso di Noemi Durini, la ragazza di 16 anni uccisa lo scorso settembre in provincia di Lecce, ha subito di recente una parziale svolta. Lucio M, all’epoca minorenne, ha infatti ritrattato la propria confessione ed ha puntato il dito contro il meccanico Fausto Nicolì, accusandolo dell’omicidio della fidanzatina. Accuse pesanti e contrarie alla prima confessione di Lucio, che subito dopo l’arresto aveva confermato agli inquirenti di essere l’unico responsabile del delitto di Noemi Durini. Un caso intricato su cui Quarto Grado – La domenica farà luce nell’access prime time di oggi, domenica 4 febbraio 2018, come sempre su Rete 4. Per capire che cosa possa essere successo a Noemi bisogna analizzare da vicino le diverse figure coinvolte nell’indagine, sia in modo diretto che indiretto: Lucio, il padre Biagio e Fausto Nicolì.



Un trio su cui gli inquirenti stanno indagando da diversi mesi, alla ricerca della verità. Nelle ultime settimane il meccanico 49enne di Salve è stato sottoposto a diversi interrogatori ed ora è indagato per omicidio volontario, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. Lucio infatti ha rielato alle autorità che l’uomo era in possesso di un video hot di Noemi, in cui la ragazzina aveva un rapporto intimo con un’altra persona. Il meccanico inoltre avrebbe favorito, sottolinea Leggo, alcuni rapporti fra minorenni e terze persone. Accuse che Nicolì ha respito sotto ogni punto di vista, indicando invece in Noemi Durini la vittima di un piano ben preciso che riconduce ad un unico burattinaio: il padre di Lucio.



NOEMI DURINI, FAUSTO NICOLI ACCUSA IL PADRE DI LUCIO

Perché Fausto Nicolì accusa il padre di Lucio, Biagio, di aver organizzato l’omicidio di Noemi Durini? Secondo il meccanico di Salve l’accusa del fidanzatino della ragazza sarebbe parte di un piano più grande, in cui i veri artefici del delitto hanno deciso di tirarlo in ballo solo perché “la persona più comoda”. Secondo Nicolì infatti, Biagio e il figlio Lucio M avrebbero individuato in lui un perfetto capro espiatorio: conosceva la vittima ed il ragazzo, aveva dei piccoli precedenti. Come sottolinea Leggo, il meccanico non ha tuttavia un alibi valido per la notte dell’omicidio di Noemi Durini. Quel 3 settembre infatti si trovava in casa prima della mezzanotte, in quanto poco incline alla vita notturna. Una tesi che tuttavia può sostenere in modo difficile, a fronte delle centinaia di telefonate individuate dai tabulati che collegano Noemi a Lucio ed entrambi a Nicolì. Secondo quest’ultimo tuttavia le telefonate, un centinaio nell’arco di un anno, sarebbero state effettuate per motivi precisi, come ha spiegato ai Magistrati lo scorso gennaio. Dal punto div ista del pm di Lecce, Lucio avrebbe invece ucciso Noemi Durini dopo aver organizzato ogni dettaglio da diverso tempo. Una tesi che contrasta con quanto riferito dallo stesso giovane agli inquirenti, a cui ha sottolineato di aver agito in un impeto di rabbia.

QUELLA NOTTE TRA IL 3 E IL 4 SETTEMBRE 2017

Per comprendere meglio come sia morta Noemi Durini, la ragazzina di Specchia al centro di un vero e proprio giallo, bisogna tornare a quella notte a cavallo fra il 3 e il 4 settembre 2017. Sono le quattro passate quando Lucio M avrebbe prelevato la ragazzina dalla casa di famiglia, grazie alla Fiat 500 di proprietà dei genitori. Un mezzo che gli avrebbe permesso di raggiungere la campagna, dove l’avrebbe colpita ripetutamente con corpi contundenti. E’ lo stesso Lucio, sottolinea l’Ansa, a descrivere quanto accaduto agli inquirenti nel corso del suo primo interrogatorio. Durante le ricerche di Noemi infatti, il ragazzo è stato trovato in lacrime in una frazione di Tricase e subito dopo avrebbe confessato di essere l’artefice del delitto. Interrogato subito dopo in Caserma a Specchia, il 17enne ha ricostruito le ultime ore di vita di Noemi. I due infatti avrebbero raggiunto Alessano ed in seguito diretti a Novaglie, per poi raggiungere Santa Maria di Leuca ed infine un uliveto dei pressi di Castrignano del Capo, dove avrebbe compiuto l’omicidio. L’arma del delitto a suo dire è una pietra trovata sul posto, ma questo particolare dettaglio non combacia con i rilievi dell’autopsia. Noemi infatti è stata uccisa in modo diverso ed è anceh per questo che secondo il padre di Noemi, Lucio avrebbe in realtà confessato l’omicidio per proteggere il padre. Biagio M invece ha sottolineato agli inquirenti di aver saputo della tragedia dal figlio la sera prima che il corpo della 16enne venisse ritrovato.