Va detto che noi Shiro ce lo ricordavamo un po’ più alto, più avvenente, e avvezzo a schiacciare palloni sui parquet giapponesi: e invece, dopo il karaoke improvvisato di Elisa Isoardi le immagini sono un po’ cambiate e ce lo ritroviamo con la barba, piuttosto rissoso e con pallino in testa della politica. La madrina di Casa Sanremo, ad un giorno dall’inizio del Festival, è stata raggiunta da Radio Rock 106.6 che ha come di norma sottoposto il proprio ospite ad un bizzarro e simpatico karaoke. Nel caso della bella conduttrice e fidanzata di Matteo Salvini, è toccato in sorte “Mila e Shiro”, la mitica sigla del cartone cult giapponese sul mondo della pallavolo; intonazione da rivedere, va detto, ma gliela perdoniamo vista l’avvenenza, la simpatica gag tra la Isoardi e l’inviato Dejan Cetnikovic ha visto una piacevole commissione tra spettacolo e politica. «Mila e Shiro due cuori nella pallavolo…», mentre Elisa canta il brano, il cronista le chiese chi è oggi il suo Shiro: «beh, ha la barba e parla un po’ lombardo», e con tanto di dedica al fidanzato Matteo gli fa pure il segno col cuore (con inquietanti echi “durseschi”, ndr)
LA PROSSIMA FIRST LADY?
Immancabile poi la domanda, sotto elezioni, al possibile futuro di Elisa Isoardi nei palazzi della politica: «pronta ad un futuro da first lady?», le viene chiesto da Cetnikovic. In un primo momento la Isoardi glissa amabilmente mentre canta la sigla da novella Cristiana D’Avena (sotto il profilo squisitamente canoro, va detto che sul ritornello si è decisamente ripresa!) poi però si vede costretta a replicare, «mah, io lavoro così bene in Rai in questo momento…», facendo intendere che un eventuale Salvini premier potrebbe far rivedere in maniera scioccante la sua posizione nella tv di Stato. «Auguri a lui di farcela comunque! Apriamo a Palazzo Chigi? No dai.. però votate Shiro!», conclude ridendo la bella conduttrice. Per la Finale di Sanremo intanto i due “piccioncini” saranno seduti fianco a fianco tra le prime file, non le primissime per poter rispettare la par condicio e non apparire in piena campagna elettorale.