Gino Paoli era uno degli ospiti più attesi della 68° edizione del Festival di Sanremo e ieri sera non ha deluso le aspettative, ripercorrendo la storia della musica italiana attraverso l’omaggio a Fabrizio De Andrè e Umberto Bindi grazie alla collaborazione con il pianista Danilo Rea. Di Bindi è stata riproposta la canzone ‘Il nostro concerto’, in passato incisa sia da Claudio Baglioni che dallo stesso Gino Paoli. Un’occasione per ricordare la lotta che Bindi ha dovuto sostenere contro le convenzioni sociali: nel 1989, infatti, l’artista fu allontanato dalla Rai e dal Festival di Sanremo in quanto ritenuto personaggio scomodo e provocatorio dopo la pubblica ammissione della sua omosessualità. Gino Paoli, con la schiettezza che lo ha sempre contraddistinto, ha voluto ricordare questa emarginazione pagata a duro prezzo dall’amico e ha precisato: “Massacrato da quell’odio che esiste ancora per i diversi che non hanno qualcosa in meno ma qualcosa in più”. (Agg. di Dorigo Annalisa)
LE ESIBIZIONI
Gino Paoli si è esibito sul palco del Teatro Ariston di Sanremo durante la terza serata della 68esima edizione del Festival di Sanremo. Gino Paoli ha condiviso il palco insieme al pianista jazz Danilo Rea e al conduttore della kermesse sanremese, Claudio Baglioni. L’esibizione di Gino Paoli è iniziata con un omaggio a Fabrizio De Andrè e con il brano Canzone dell’amore perduto. Successivamente, è arrivato il momento di un altro omaggio, stavolta ad Umberto Bindi. In questo caso, Paoli, Baglioni e Danilo Rea si sono esibiti con la canzone Il nostro concerto. Claudio Baglioni, infine, ha duettato nuovamente con Gino Paoli, questa volta, con una delle canzoni più famose di quest’ultimo, Una lunga storia d’amore. Questa è stata una dichiarazione di Gino Paoli proferita durante la sua esibizione al Festival di Sanremo: “Avere la mia età, significa aver perso molti amici per strada. Ma anche aver visto il finale di una storia”. Di seguito, un’altra frase detta del cantante ripresa anche su Twitter: “I diversi hanno qualcosa in più, non qualcosa in meno”. (Aggiornamento di Fabio Morasca)
GINO PAOLI E DANILO REA: OMAGGI A UMBERTO BINDI E FABRIZIO DE ANDRE’
Gino Paoli e Danilo Rea saranno ospiti al Festival di Sanremo 2018 dove faranno degli omaggi sentiti a Umberto Bindi e a Fabrizio De André. Sul palco dell’Ariston i due daranno prova delle loro doti artistiche, essendo dei veterani del palcoscenico italiano (soprattutto Gino Paoli, è ovvio). Lo stesso Paoli, oltre ad esere stato un cantante di successo, ha avuto anche la fortuna di accompagnarsi con una donna bellissima come Stefania Sandrelli, con cui ha avuto una figlia: Amanda. Tra i due, comunque, le cose hanno sempre preso una piega piuttosto burrascosa, come ha ricordato la stessa Sandrelli a Il Corriere.it: “Mia madre era contrarissima alla nostra relazione, visto che lui era un uomo sposato e io ero troppo giovane. Tutti poi mi dicevano di lasciarlo stare visto che era triste e brutto, ma io lo trovavo bellissimo. Una volta però lo tradii con Luigi Tenco, che era un tipo molto affascinante. Gino e Tenco erano due tipi diversissimi ma io li amavo entrambi. Di questa storia Gino ebbe coscienza solo molti anni più tardi e dopo che aveva già tentato il suicidio da cui si salvò miracolosamente.”
FABRIZIO DE ANDRE’, UNO DEI PILASTRI DELLA CANZONE ITALIANA
Come abbiamo detto in precedenza, sia Gino Paoli che Danilo Rea si cimenteranno in due sentiti omaggi musicali a due personaggi importanti come Umberto Bindi e Fabrizio De Andrè. Come appeal e anche come fama non c’è alcun dubbio che De Andrè o Faber (come lo chiamava il suo caro amico Paolo Villaggio) sia stato superiore. Il fatto che ancora oggi le nuove generazioni cantino e suonino le sue canzoni è indicativo di quanto il cantautore ligure abbia davvero inciso a fondo nella storia della musica leggera del panorama internazionale italiano. Questo sta a significare, molto semplicemente, che le sue canzoni sono tuttora molto attuali e che, in qualche modo, sono ancora in grado di smuovere le coscienze. Sono, in estrema sintesi, un evergreen. E’ per questo motivo, infatti, che Faber viene celebrato non solo dalla musica ma anche e soprattutto dal cinema e dalla televisione. E’ uscito in questi giorni un film biografico sulla sua carriera che ne ripercorre le fasi salienti e che non potrà certo lasciare freddi i suoi fans o anche solo chi ha avuto il privilegio di vivere dal vivo le sue canzoni.
CHI È UMBERTO BINDI?
Il fil rouge che lega un’artista alla sua terra è, molto spesso, un ponte difficile da spezzare. Ogni artista porta dentro di sé l’amore per la sua terra: i suoi profumi, il suo clima, se c’è il mare, il suo mare. E, nel caso di Umberto Bindi,il mare c’è visto che anche lui, proprio come Gino Paoli e Fabrizio De Andrè, appartiene alla cosiddetta scuola genovese. Genova, dunque, è al centro dei pensieri di questi cantautori che vivono in modo molto sentito il legame con la loro città. Umberto Bindi è certamente uno dei cantanti e musicisti più legati a Genova, così come lo è ache Gino Paoli. Bindi fu uno dei cantanti più famosi degli anni sessanta, grazie anche a canzoni come Riviera che entrarono immediatamente nell’immaginario collettivo comune. Il cantautore genovese forse può non essere conosciuto dai più giovani, sui quali non può avere appeal, ma resta comunque una pietra miliare della nostra musica che merita certamente il giusto omaggio al Festival di Sanremo. Un omaggio che essendo fatto da un conterraneo come Gino Paoli non può che aumentarne intrinsecamente il valore e farne un momento di grande storia della tv italiana.