La passione di Damiana Natali per la musica va molto indietro nel tempo ovvero da quando da bambina prendeva in mano una carota e la usava come fosse un microfono. Da lì è passata alle pentole, usate come percussioni e non ha mai perso di vista la sua passone, diventato una delle poche direttrici d’orchestra presenti in Italia. Un ruolo non facile, come da lei stessa ammesso nell’intervista rilasciata al settimanale Oggi: “Per una donna farsi rispettare non è facile perché c’è sempre chi ti scambia per l’assistente”. La musicista racconta come sia stata una maestra a farle capire di dover portare avanti questa sua grande passione, sebbene la sua non fosse una famiglia di musicisti: “Suor Augusta era la mia maestra. Fu lei a farmi sedere per la prima volta al pianoforte, a scuola. Fu un colpo di fulmine ma siccome a casa il piano non c’era, all’inizio mi esercitavo su una tastiera di cartone”. Non fu facile convincere i genitori, soprattutto perché pensavano che fosse impossibile rendere la musica una professione”.



L’AMORE PER LA MUSICA FIN DA BAMBINA

Damiana Natali continua l’intervista al settimanale oggi, ricordando come già a 15 anni abbia cominciato a studiare come una matta, tenendo anche i suoi primi concerti a chiunque glielo chiedesse. È così che si è messa in mostra a compleanni, feste scolastiche, suonando tutto quando le venisse richiesto. La musica era tutta la sua vita, anche se non sempre era facile trovare un equilibrio tra gli impegni scolastici e quelli per il suo vero grande amore: “Passavo i pomeriggi in corriera ascoltando Tchaikovski e intanto ripassavo i verbi di greco. La musica era tutta la mia vita e lo capii anche meglio quando rischiai di non suonare mai più”. Nel passato della famosa direttrice d’orchestra ci fu, infatti, un evento drammatico che mise in pericolo la sua stessa vita. All’età di 18 anni, Damiana Natali rimase vittima di svenimenti improvvisi e le fu diagnostica una malformazione ad all’aorta che rese necessaria un’operazione di massima urgenza. Fu un’esperienza importatissima che le fece apprezzare ancor più il grande dono della vita.



LA SCELTA GRAZIE A RICCARDO MUTI

La decisione di diventare direttrice d’orchestra avvenne dopo avere visto il Requiem di Mozart diretto da Riccardo Muti. Solo allora Damiana Natali capì di volere salire sul podio per vivere la musica per intero. Eppure la prima volta non fu facile e ancora oggi la musicista la ricorda con grande emozione: “Era una prova d’orchestra all’Accademia di Pescara e il mio maestro organizzò uno scherzo: disse agli orchestrali di sbagliare i tempi delle battute, apposta”. Si trattò di una mossa necessaria per capire se lei riusciva a farsi rispettare anche come donna, un’esperienza che servì anche se non sempre le poche direttrici hanno vita facile: “Una volta di fronte ad un orchestrale che faceva apposta a ignorare le mie indicazioni dovetti chiarirlo: Qui comando io. E ricordo le prove di un concerto a cui mi accompagnò mio marito. Quando chiesi ai tecnici di sistemare le luci mi sentii rispondere: sentiamo cosa dice il maestro…”

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