Questa sera, 1 marzo 2018, in onda l’ultima puntata settimanale di Matrix Prime, dedicata allo speciale elezioni politiche 2018 in programma tra tre giorni. Tra i camei proposti dal programma di Nicola Porro, uno dei più toccanti è stato quello di Katia Ricciarelli, nota soprano e attrice di Rovigo. L’ex moglie di Pippo Baudo si è esibita in un bellissimo monologo tratto da uno dei libri più noti della scrittrice Oriana Fallaci, ovvero “La rabbia e l’orgoglio”. La Fallaci nel corso degli ultimi anni di vita ha sempre preso posizione dure nei confronti dell’Islam in seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 a New York, città dove viveva. Nel libro in questione, Oriana Fallaci parla di un processo di decadenza della civiltà occidentale, soprattutto europea, e tra le pagine accusa duramente la classe politica italiana e più in generale occidentale, gli intellettuali e anche la Chiesa cattolica di alimentare o tollerare tale decadenza. Una delle frasi più note è: “Io l’Italia non gliela regalo”.



KATIA RICCIARELLI, MONOLOGO DI ORIANA FALLACI

Katia Ricciarelli ha interpretato un breve estratto dal libro di Oriana Fallaci, che ha avuto un successo incredibile sia in Italia che a livello internazionale. Ecco uno stralcio: “Io non vado a rizzare tende alla Mecca. Io non vado a cantar Paternostri e Avemarie dinanzi alla tomba di Maometto. Io non vado a fare pipì sui marmi delle loro moschee, non vado a fare la cacca ai piedi dei loro minareti. Quando mi trovo nei loro paesi non dimentico mai d’ essere un’ ospite e una straniera. Sto attenta a non offenderli con abiti o gesti o comportamenti che per noi sono normali e per loro inammissibili. Li tratto con doveroso rispetto, doverosa cortesia, mi scuso se per sbadatezza o ignoranza infrango qualche loro regola o superstizione”. E ancora più duramente: “Sto dicendoti che, proprio perché è definita da molti secoli e molto precisa, la nostra identità culturale non può sopportare un’ondata migratoria composta da persone che in un modo o nell’ altro vogliono cambiare il nostro sistema di vita. I nostri valori. Sto dicendoti che da noi non c’è posto per i muezzin, per i minareti, per i falsi astemi, per il loro fottuto Medioevo, per il loro fottuto chador. E se ci fosse, non glielo darei. Perché equivarrebbe a buttar via Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, il Rinascimento, il Risorgimento, la libertà che ci siamo bene o male conquistati, la nostra Patria. Significherebbe regalargli l’Italia. E io l’Italia non gliela regalo”.

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