La consapevolezza che la situazione fosse sfuggita di mano è arrivata quando è stato invocato San Gennaro. Fino ad allora la vicenda stava rimbalzando sui social, poi però i toni sono cambiati. A parte qualche sgradevole eccezione, la Rete ha commentato la questione con dissacrante ironia. Si parla comunque di rivisitazione, ma forse non era il caso di chiamarla Margherita. Nel bistrot di Milano una cameriera spiega ad una giornalista del Corriere della Sera che quella pizza all’inizio non doveva neppure esserci nel menu, ma visto che la zona è turistica lo chef ha deciso di inserirla in due varianti, Margherita e Alle verdure. Chi comunque vuole provarla deve prepararsi psicologicamente per il conto, perché per mangiare la pizza Margherita, bere una bottiglia d’acqua e un caffè a fine cena servono 26,50 euro. Prezzo esagerato? D’altra parte il ristorante è in Galleria a Milano… (agg. di Silvana Palazzo)
IL “CASO” FA DISCUTERE ANCHE ALL’ESTERO
La pizza Margherita rivisitata da Carlo Cracco è senza dubbio un piatto alternativo e originale, ma l’azzardo dello chef pluristellato non è stato apprezzato da tutti. Anzi sui social molti napoletani (e non) si sono lasciati andare a commenti poco gentili e ironie sull’argomento. Per gli utenti della Rete è un affronto alla vera pizza napoletana. Il caso ha fatto discutere anche all’estero: il Telegraph ha infatti realizzato un articolo a proposito della bufera scoppiata per la pizza Margherita di Cracco. «Siamo certi che nessuno andrà di proposito da Cracco per mangiare la sua Margherita rivisitata, tranne forse qualche turista straniero disposto a provare l’esperienza nel suo nuovo ristorante», la dichiarazione del critico Ernesto Pentaglia del Fatto Quotidiano, riportata sulle colonne del quotidiano britannico. Il giornale ha colto l’occasione per rievocare la storia della storica pizza: una diffusa credenza vuole che sia stato il cuoco Raffaele Esposito della Pizzeria Brandi a inventarla per onorare la Regina d’Italia, Margherita di Savoia. (agg. di Silvana Palazzo)
PAOLO FRIGO: “PREZZI GIUSTI, NON È UN POSTO PER TUTTI!”
E mentre Carlo Cracco è stato criticato dal 90% del popolo web per la rivisitazione della pizza margherita, il vicentino Paolo Frigo, racconta a vvox.it, il suo sogno nel cassetto realizzato: lavorare con lui. Ed infatti il giovane di appena 20 anni, lavora tra i fornelli della cucina stellata del nuovo ristorante aperto nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano. “Sono emozionato: riuscire ad imparare da un maestro come lui è un piacere e un onore. Sono rimasto molto sorpreso quando mi ha chiamato. Sarà sicuramente una grandissima avventura”, confida. In riferimento ai prezzi troppo alti, il giovane cuoco svela: “Per me, molte persone valutano il prezzo dimenticando o senza tenere conto di tutto quello che ci gira intorno: dietro al valore di un piatto ci sono molte cose, dal tipo di servizio al tavolo, che in molti non tengono in considerazione, fino alla qualità delle materie prime utilizzate per cucinare”. Ed infatti il ristorante è stellato ed è inserito in un contesto di lusso e quindi non è alla portata di tutti, come specifica Paolo: “Ma il prezzo dei piatti proposti è giusto: non è né troppo alto né troppo basso. È facile fare ragionamenti affrettati e un commento negativo ne può scatenare altri a catena. Tutto perché qualcuno non ha speso cinque minuti a ragionare prima di scrivere”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
GINO SORBILLO LO DIFENDE
La pizza Margherita rivisitata da Carlo Cracco ha fatto gridare allo scandalo per la sua distanza dai dettami della tradizione partenopea, oltre che per il prezzo molto stellato. A sorpresa però uno dei massimi cultori della pizza napoletana, Gino Sorbillo, si è schierato dalla parte dello chef. Dalla sua pagina Facebook ha difeso la scelta di Cracco, definendola per quello che è: una interpretazione personale. Il pizzaiolo della storica pizzeria in via dei Tribunali a Napoli ha scritto: «Ragazzi, a me lunedì scorso a cena l’interpretazione della Pizza di Carlo Cracco nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano è piaciuta. Non è Pizza Napoletana e non viene venduta e presentata come tale, è la sua Pizza e basta. Noi partenopei dovremmo scandalizzarci di più quando troviamo in giro pizze che fraudolentemente vengono vendute e pubblicizzate come pizze della nostra tradizione addirittura con l’aggiunta di riconoscimenti Stg, Dop, Doc e roba del genere. Usa Petra 9, Mozzarella Orobianco, Pomodoro siciliano e Olio Evo dell’Umbria. Benvenuta Pizza Italiana di Carlo». Il messaggio di Sorbillo ha avuto un riscontro positivo tra i suoi follower, e la maggior parte di essi si definisce d’accordo con questo concetto di interpretazione. (agg. di Silvana Palazzo)
“NON È PIZZA, MA PAZZIA”: ANCHE I SOCIAL INSORGONO
La rivisitazione della pizza Margherita realizzata dallo chef pluristellato Carlo Cracco per il nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele a Milano sta facendo discutere, e non solo per il prezzo. Sui social si parla già di “brutta copia” più che di rivisitazione. E in effetti non c’è niente che porti all’accostamento dell’originale pizza napoletana. L’impasto è scuro e grumoso, perché contiene diversi cereali combinati alla farina, inoltre la mozzarella viene aggiunta a crudo, ma non è fiordilatte, bensì di bufala. Per di più viene spolverato l’origano, che è bandito nella ricetta originale, nella quale è previsto l’uso di qualche fogliolina di basilico fresco. Secondo gli utenti della Rete è un vero affronto alla vera pizza napoletana, proclamata patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco. La vista non sembra stimolare l’appetito, invece scatena l’ironia sui social. «Questa non è pizza ma pazzia», «Un minuto di silenzio per la “pizza” di Cracco», «Chiamala Cosa tonda con della roba sopra». Questi sono alcuni dei messaggi che su Twitter alimentano il dibattito. (agg. di Silvana Palazzo)
GLI ESPERTI DI NAPOLI INSORGONO
Anche le grandi opere, le tele, le grandi creazioni degli stilisti e le grandi marche, hanno dovuto fare i conti con una brutta copia di sé e questo possiamo dire della pizza margherita di Carlo Cracco. Come ricorda Napoli.fanpage.it, L’arte dei pizzaiuoli napoletani è patrimonio dell’Umanità e, in qualche modo, andrebbe rispettato e non finire nel menù degli snacks come una semplice merendina anche se si parla di un ristorante chic (e caro) come quello che Carlo Cracco ha aperto a Milano nelle scorse settimane. Lo stesso servizio del noto sito, con tanto di foto della famosa “pizza” e dello scontrino ricevuto a fine merenda, ha fatto scoppiare un vero e proprio caso e rilancia: “Un consiglio spassionato allo chef: scenda dalle stelle e venga tra i vicoli di Napoli, non dai pizzaiuoli star, ma tra quelli che quotidianamente, tra i vicoli, senza sosta, preparano pizzelle a portafoglio, sontuose pizze fritte, calzoni. E riempiono bocca, occhi e naso di odori, sensazioni, sapori e tradizioni facendo di questa pietanza un qualcosa di unico al mondo“. Carlo Cracco farà davvero un passo indietro sulla sua pizza molto distante da quella napoletana o continuerà a presentarla (e farla pagare) come tale al pianoterra del suo lussuoso ristorante in quel di Milano?
I PREZZI LIEVITANO DA CARLO CRACCO
Carlo Cracco ha aperto solo da qualche settimana il suo nuovo ristorante in Galleria Vittorio Emanuele II Milano: una scommessa particolarmente azzardata se pensiamo ai costi che ha dovuto affrontare senza, come da lui stesso precisato in varie interviste, l’intervento di soci. Eppure fin dai primi giorni successivi alla grande inaugurazione le polemiche non sono mancate: il motivo? I costi più che esosi dei vari snack e piatti che i clienti si trovano ad affrontare! Facciamo solo alcuni esempi: coloro che chiedono una semplice bottiglia d’acqua si trovano a pagare dai 4 ai 7 euro e ancor peggio va agli appassionati di birra, che potrebbero arrivare persino a trovarsi nello scontrino un prezzo che va dai 9 ai 16 euro. E negli ultimi giorni, non è certo passata inosservata la nuova proposta del menu del ristorante dell’ex giudice di Masterchef Italia. È arrivata infatti anche la pizza margherita, proposta in una versione rivisitata e le polemiche sono subito esplose sul web, scopriamo perché…
CARLO CRACCO PRESENTA LA PIZZA MARGHERITA NEL SUO RISTORANTE DI MILANO
Siete amanti della pizza margherita e volete assaggiare la versione originale dello chef Carlo Cracco? Il suo ristorante in centro a Milano potrebbe fare al caso vostro, ma attenzione al portafoglio! Se in una normale pizzeria in tutta Italia, il prodotto già patrimonio dell’Unesco difficilmente supera i 5 euro, dallo chef stellato dovrete pagarne ben 16 euro (coperto e servizio inclusi). La ragione è presto spiegata: non solo potrete mangiarla in uno dei ristoranti più famosi del capoluogo, ma gli ingredienti saranno ben diversi dal solito. L’impasto contiene infatti diversi cereali, che la rendono ben più croccante dell’originale. La salsa di pomodoro non è la classica passata ma ricorda il ragù per la sua densità, alla quale vengono aggiunti anche dei pomodorini confit. Una libera interpretazione dello chef Cracco, che certo non è andata giù ai classici fruitori di pizza, che sul web hanno dato vita ad una lunga serie di polemiche. Non è solo il prezzo ad essere oggetto di critica, quanto piuttosto il fatto che la pizza sia così tanto diversa dall’originale da essere definita da molti un ‘vero scempio’ per uno dei prodotti più famosi al mondo della cucina italiana.