In occasione della tredicesima edizione di Ballando con le Stelle, è stato chiesto al vecchio Yoda di commentare la prima puntata, viste le novità annunciate. Sinceramente non aveva mai seguito la trasmissione, che ha già dimostrato nel tempo di avere tutti gli ingredienti per ottenere un costante successo popolare. La gara di ballo di per sé costituisce una grande attrattiva, alla quale si aggiunge la competizione di coppie formate da un maestro e da un debuttante, in genere già noto alle cronache. Per non parlare del meccanismo delle votazioni della giuria in sala e di quella del televoto. A questo si aggiunge il fatto che i membri della giuria sono sempre stati scelti in quanto esperti ma anche come personaggi a volte pittoreschi, capaci di animare la trasmissione con i loro commenti e anche di azzuffarsi con altri giurati, com’è successo nell’edizione precedente tra Selvaggia Lucarelli e Alba Parietti.



Due le innovazioni di cui si è parlato sulla stampa in attesa della prima puntata: la presenza di un robot chiamato Robozao, e della prima coppia di ballerini formata da due uomini. In realtà il robot è stato già usato all’estero in qualche trasmissione televisiva: è un umanoide alto tre metri, telecomandato da dietro le quinte, mentre la finta voce sintetizzata è gestita da un attore anch’esso dietro le quinte. Capace di movimenti complessi (riesce addirittura ad accennare passi di danza) dovrà aiutare Milly Carlucci a introdurre la pubblicità e a creare qualche diversivo. Per la verità al vostro Yoda anche Milly Carlucci sembra avere un che di meccanico: sempre uguale a 64 anni come a 30, parla sempre a voce assai alta scandendo ogni parola, come se fosse la sorella di Robozao. Che purtroppo è arrivato in scena sbarcando da un’astronave talmente mal disegnata da sembrare di cartapesta: possibile che la Rai non fosse capace di sfornare un po’ di computer grafica fatta come si deve? Quindi, nell’insieme non è parsa una gran novità.



E non lo è stata nemmeno la presenza dei due ballerini dello stesso sesso, uno dei quali è Gianni Ciacci, già animatore della trasmissione Detto Fatto. “Dopo 13 anni di messa in onda, una scelta forte per un programma in prima serata di Rai 1, ma sicuramente una grande novità al passo con i tempi”, ha scritto Affari Italiani. Il vostro Yoda è sempre stato contrario a ogni tipo di discriminazione, ma si permette di dissentire sulla modalità che il Servizio Pubblico ha scelto per mostrarsi al passo con i tempi. Già in giuria due membri su cinque hanno atteggiamenti palesemente gay, il che statisticamente non corrisponde alla realtà. Ma non è questo il problema: che consiste invece in sgradevoli atteggiamenti da “checche” volutamente sbandierati ora dal giudice Mariotto, assai incline inoltre a doppi sensi al limite dello scurrile, ora da Gianni Ciacci, sempre pronto a esibire fin troppo orgogliosamente la propria omosessualità.



Non è questione di essere perbenisti o poco aperti: è un fatto di buon gusto autorale e di rispetto del pubblico nel suo complesso, in particolare da parte del Servizio Pubblico. Che nell’ansia di risultare al passo con i tempi e politically correct finisce per trasformare le battaglie contro le discriminazioni sessuali in una sgradevole farsa.