Francesco Montanari, noto per aver interpretato il Libanese nella serie “Romanzo criminale” di Stefano Sollima, ha lasciato i panni del capo della banda della Magliana per interpretare il pm Saverio Barone nella fiction “Il cacciatore”. Intervistato da Radio Corriere Tv, l’attore classe 1984 ha spiegato che il suo personaggio: “Non è Alfonso Sabella in tutto quello che fa, tranne nei fatti di cronaca che lo vedono coinvolto. Non ho voluto conoscere il giudice prima delle riprese per non lasciarmi condizionare. Ho preferito confrontarmi con i registi perché temevo di farmi fuorviare da un’idea preimpostata prima di leggere la sceneggiatura. Ho avuto l’onore di incontrarlo sul set”. Montanari ha aggiunto che Sabella lo ha aiutato nelle scene in cui dovevo interrogare i criminali: “È stato fondamentale il suo suggerimento: Devi metterci l’umanità necessaria per farti dire quello che ti serve, ma dentro di te non devi dargli altrettanta dignità”. Infine l’attore ha parlato della “doppia anima” di Saverio Barone: “Ho cercato di creare un personaggio ambiguo, che non capisci mai se agisce più per un concetto di legalità o per una voglia di affermazione personale”. (agg. Elisa Porcelluzzi)
FRANCESCO MONTANARI NELLA SERIE “IL CACCIATORE”
La vita del magistrato Alfonso Sabella diventa una fiction di Rai 2, Il Cacciatore e lo fa con un protagonista assoluto quale è Francesco Montanari. Il magistrato ancora giovanissimo mise la mafia corleonese in ginocchio riuscendo ad arrestare circa 1750 affiliati. La televisione ha deciso di raccontare la sua storia che vede appunto protagonista l’attore Francesco Montanari. L’attore intervistato dalla rivista Tv Sorrisi e Canzoni, ha spiegato come la concretezza e l’essere diretto sono le caratteristiche del personaggio che gli sono rimaste più addosso. Francesco però non interpreta il magistrato Alfonso Sabella, ma Saverio Barone, un personaggio a lui ispirato. Sempre ai microfoni della rivista edita dalla Mondadori, Francesco Montanari ha spiegato: “Saverio Barone è un personaggio ispirato a Alfonso Sabella. I fatti di cronaca sono tutti veri, ma la linea della vita privata e del suo modo di condurre le indagini è inventata. Abbiamo creato un personaggio ambiguo, non capisci se Barone il suo lavoro lo fa per profondo senso di giustizia o per un appagamento narcisistico. Io ho conosciuto Sabella già a riprese cominciate, ho preparato il personaggio sul testo, non volevo farmi influenzare. È un uomo carismatico, di enorme cultura, una di quelle persone che ascolteresti per ore”.
FRANCESCO MONTANARI: “MI PIACEVA L’IDEA DI UN PERSONAGGIO POSITIVO CON DEI LATI OSCURI”
Tuttavia Francesco Montanari ammette di aver avuto qualche indicazione proprio da Sabella: “Quando interroghi un latitante devi trovare un’umanità in comune per portarlo a fidarsi di te e convincerlo a pentirsi. Per questo lui negli interrogatori parlava in dialetto. Io ho avuto la fortuna di lavorare con un coach palermitano. E la mia conquista è stata che alla fine avevo degli automatismi dialettali, certe frasi mi venivano senza nemmeno pensarci su. Si tratta di un ruolo importante per il quale ho dovuto sostenere sei provini. La parte non me l’hanno proposta, l’ho cercata io. Mi piaceva l’idea di un personaggio positivo ma con dei lati oscuri: ad un certo punto il lavoro diventa la sua ossessione. Non sono un ottimista, quindi finché non mi hanno chiamato per dirmi che il ruolo era mio non volevo crederci”. Ha raccontato inoltre di aver dovuto perdere peso perché il suo personaggio era presissimo dal lavoro tanto da non trovare il tempo di mangiare così nell’arco dei tre anni coperti dalla sera Francesco Montanari e quindi il suo personaggio sarebbe dovuto dimagrire: “Ho perso sei chili. Ne pesavo settantacinque, sono sceso a sessantanove. Sette mesi sul seto non sono una passeggiata, ma è da quando all’età di dodici anni, mi sono trovato per la prima volta su un palcoscenico che penso: voglio fare questo per tutta la vita”.