Donatella Versace ha dato un messaggio davvero molto importante per il campo della moda. La donna infatti ha sottolineato in un’intervista a 1843, magazine online dell’Economist, dove ha spiegato: “Pelliccia? Ne sono fuori. Non voglio assolutamente uccidere degli animali per fare moda”. Un’altra casa di moda, e molto importante, bandisce quindi le pellicce dal suo catalogo come era già accaduto ad altre. A parlare in merito c’è stato anche Mimi Bekhechi, direttore dei programmi internazionali di PETA, che ha spiegato: “PETA Stati Uniti ha organizzato interruzioni di sfilata, proteste e una campagna blitz del 2006 in un’epoca quando il nome di Versace era sinonimo di pelliccia. Questa notizia quindi è stata accolta davvero molto bene. La realizzazione di Donatella Versace che è sbagliato bastonare e uccidere con scosse elettriche animali per realizzare una pelliccia è un punto critico per la campagna a favore di una moda che operi senza crudeltà sugli animali. Peta non vede l’ora di vedere il divieto dell’uso di pelli da parte di Versace”.
LA POLEMICA DEGLI ANIMALISTI
Da sempre gli animalisti, e non solo, si sono battuti per i diritti degli animali anche nel campo della moda. È abbastanza recente la manifestazione alla settimana della moda di Milano, dove una Onlus di animalisti italiani ha bloccato l’ingresso delle pellicce di Marni alla sfilata. Il messaggio non è stato assolutamente contro la moda anzi il messaggio è stato chiaro: “Sì alla moda, ma senza crudeltà come fanno Armani, Gucci e Calvin Klein, no alla moda insanguinata di Marni“. Si espose lo stesso Presidente della Onlus Walter Caporale, a sottolineare: “Una azione diretta non violenta contro gli stilisti che propongono pellicce e si arricchiscono sul dolore di decine di migliaia di cani, volpi, gatti, ermellini, cincillà, visoni, conigli e agnelli”. Una lotta che hanno sostenuto non solo i vegetariani come credono in molti, ma anche quelli che considerano la possibilità di mangiare carne per sostenersi fisicamente ma non vogliono il maltrattamento degli animali per fare dei vestiti che sarebbero identici utilizzando materiali sintetici.