Read Player One arriverà nei cinema italiani il prossimo 28 marzo. Il nuovo film di Steven Spielberg sarà una libera interpretazione del romanzo di Ernest Cline (intitolato Player One), ambientato in un futuro dispotico nel quale la gente fugge dalla sua difficile condizione e corre in un mondo virtuale chiamato Oasis. Nella conferenza stampa di presentazione di questa nuova pellicola il regista ha ammesso il proprio entusiasmo per questo progetto: “Credo che a chiunque abbia letto il libro e abbia un legame col mondo del cinema sarebbe piaciuto farne un film. Nel libro ci sono sette film, forse dodici. Si trattava di capire come raccontare la storia di questa competizione e allo stesso tempo renderla un messaggio, con una scelta: vogliamo esistere nella realtà o in un universo di fantasia?” Ha quindi ammesso di avere sentito su se stesso l’impatto tra mondo virtuale e reale: “Ho proprio avvertito l’impatto del passaggio dalla realtà sociale all’intrattenimento di fantasia. È una sensazione bellissima, anche se tua moglie e i figli diventano matti: come sarà papà quando torna a casa oggi”.



Il rapporto tra realtà virtuale e vissuto

Steven Spielberg arriverà presto a Roma per ritirare il David di Donatello alla carriera. Il regista ha ancora molti progetti in vista e lo conferma in un’intervista nella quale presenta il suo nuovo film ‘Ready Player One’. Si tratta di una pellicola in cui ha espresso la sua visione della vita, nella quale la realtà virtuale riesce ancora ad essere sopraffatta dall’esistenza vissuta. “Tra la realtà e l’immaginazione quando ero ragazzo sceglievo sempre quest’ultima, anzi in essa ero immerso come vorace spettatore di film e come individuo, che faceva della fantasia il suo primario nutrimento. Anche perché la memoria delle immagini che vedevo si radicava con le storie che esse raccontavano nel mio animo, nella mia mente”, precisa il regista che aggiunge, “Sarà comunque la realtà, quella vera, che sempre racconta l’umanità perché ogni vita vera ha la sua storia, a vincere alla fine”. La pellicola racconta la storia di Wade, un giovane che vive in una baraccopoli ma che riesce a sfuggire a questa difficile realtà attraverso Parzival, il suo Avatar presente in un mondo virtuale.



Steven Spielberg e il legame con l’Italia

Steven Spielberg si sente legato all’Italia dal punto di vista cinematografico. Ricorda infatti di avere presentato proprio a Taormina il suo film Duel, che aveva segnato il suo debutto da regista, produttore e anche co-sceneggiatore. E ammira il nostro paese anche per alcuni indimenticabili registi che rappresentano ancora oggi per lui alcuni esempi da seguire: “Amo la sincerità, l’autenticità delle emozioni che ho scoperto in tanto cinema italiano. Penso a Vittorio De Sica, ma per me è stato molto importante anche Michelangelo Antonioni. E Fellini, ovviamente, perché l’immaginazione e la realtà andavano a braccetto in ogni sua sequenza”. Per quanto riguarda il mondo del cinema di oggi, sottolinea l’importanza di creare una storia che possa coinvolgere pienamente lo spettatore: “La parola e l’immagine sono strettamente legate per me. Senza la scrittura l’immagine ha un’intelligenza artificiale e lati oscuri. Con una storia e la sua umanità tutto si illumina”.

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