Giovanni Trapattoni è nato nello stesso giorno di San Patrizio. Sarà per questo che in Irlanda è venerato alla stregua del Santo. “Mi hanno dedicato persino un santino…”. Come ha iniziato, col calcio? “Un tempo giocavamo con le vesciche dei maiali. Palloni non ce n’erano, perciò dovevamo arrangiarci”. Qualche anno dopo, il sodalizio con Agnelli: “Mi telefonava alle 5 del mattino. Pretendeva notizie prima che uscissero sui giornali”. Fazio lo paragona a Draghi: “Siete gli unici italiani in grado di mettere in riga i tedeschi”. Trapattoni è per tutti l’Allenatore; in pochi lo ricordano calciatore. “Non ero un fenomeno. Facevo del mio meglio per non sfigurare, al cospetto di Pelé”. Con Fazio si parla dello 0 a 5 al Ferraris: “Perché umiliare l’avversario? Io mi sarei fermato a tre”. Ma il Trap ne sa qualcosa in più: “E’ l’adrenalina che gioca, a quel punto”. [agg. di Rossella Pastore]
TRAPATTONI DA FAZIO
Fra i grandi ospiti presenti questa sera negli studi di Che tempo che fa, programma in onda dalle ore 20:35 su Rai Uno, e condotto da Fabio Fazio, anche l’ex commissario tecnico della nazionale italiana, Giovanni Trapattoni. Il 79enne allenatore originario di Cusano Milanino, che ha festeggiato il compleanno proprio nella giornata di ieri, 17 marzo, si sottoporrà alle domande del conduttore, e racconterà sicuramente delle storie interessanti, come del resto ci ha sempre abituati. Persona affabile a cui moltissimi calciatori hanno voluto bene, Trapattoni è stato protagonista di una lunghissima e prestigiosa carriera sia da calciatore quanto da allenatore. Con la palla al piede ha mosso i primi passi proprio nella squadra locale del Cusano, per essere poi stato scoperto dal Milan nel 1957.
I SUCCESSI CON IL MILAN, QUINDI LA JUVE E L’INTER
Fra le fila del club rossonero, impiegato come mediano, è rimasto ben 14 anni, vincendo tutto quello che si poteva vincere, leggasi due Coppe dei Campioni, una Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, nonché due scudetti e una Coppa Italia. Un periodo magico, terminato appunto nel ’71, con lo sbarco nel Varese per una sola stagione, prima del ritiro. La carriera da allenatore inizia presto, precisamente nel ’74, prima fra le fila delle giovanili rossonere, poi in prima squadra col Milan. Ma il grande successo arriva alla guida della Juventus, fra il ’76 e l’86, con cui vince la Coppa dei Campioni, l’Intercontinentale e quindi la Supercoppa Europea e la Coppa delle Coppe. Dopo l’esperienza bianconera (dove vi ritornerà con successo nel 1991), si trasferì nella Milano nerazzurra, e qui seppe farsi voler bene nonostante fosse un rossonero doc, grazie alla vittoria dello scudetto dei record nella famosa stagione 1988-1989.
I 20 ANNI DI STRUNZ
Trapattoni, prima di aver guidato l’Italia negli sciagurati Mondiali in Corea, ha allenato anche diverse squadre estere, fra cui il Bayern Monaco fra il 1996 e il 1998 (lo aveva già allenato due anni prima). Il 10 marzo del ’98 diede vita al famoso siparietto “Strunz”, uno sfogo in conferenza stampa nei confronti del giocatore del club bavarese, in un tedesco raffazzonato, che entrò di diritto nella storia del calcio. Proprio negli scorsi giorni si è festeggiato il ventennale di quel mitico episodio, che con grande probabilità verrà ricordato anche da Fazio questa sera. Il Trap, quel giorno, puntò il dito contro le continue lamentele di alcuni giocatori, a cominciare proprio da Thomas Strunz: «Struuunz! – gridò ai giornalisti -. Strunz è qui da due anni, ha giocato dieci partite ed è sempre infortunato. Cosa permettiamo Strunz?! L’anno scorso sono diventato campione con Hamann, Nerlinger. Questi erano giocatori e sono diventati campioni. Lui è sempre infortunato! Ha giocato 25 partite in questa squadra, in questo club». Trapattoni chiuse la conferenza stampa con la famosa frase “Ich habe fertig”, che significa “Io sono finito” ma che il Trap avrebbe voluto usare nel senso di “Ho terminato la conferenza”: memorabile!