La carriera, il successo, il dolore e poi la rovinosa caduta nella dipendenza dall’eroina: Eleonora Giorgi è un fiume in piena e, nel corso dell’intervista concessa a Peter Gomez a “La confessione”, ripercorre i motivi che l’hanno condotta nella spirale della droga. “Il mio fidanzato, Alessandro Momo, perse la vita in un incidente in moto: gliela avevo imprestata io. Da quel momento mi sono persa, poco dopo ho cominciato a drogarmi”, ricorda infatti l’attrice, che vede proprio in quella tragedia l’inizio della sua dipendenza dalle droghe. Per quanto riguarda invece il passaggio fra droghe leggere e droghe pesanti, Eleonora Giorgi non ha alcun dubbio: “Si trattava di un’appartenenza generazionale”, dal momento che per i ragazzi della sua generazione, quella degli anni ’70, “era quasi naturale provare certe esperienze”. Fra i momenti più difficili, anche il successo nel mondo del cinema e la conseguente necessità di dover apparire diversa da ciò che era in realtà: “Mi ritrovai a essere la Lolita d’Italia, un’immagine che non mi corrispondeva per niente. Gli uomini si aspettavano da me un certo tipo di suggestione erotica che mi apparteneva”.
“L’incontro con Angelo mi restituì alla vita”
Con il successo nel mondo dello spettacolo, per Eleonora Giorgi si aprono le porte dei salotti più prestigiosi: l’attrice, ospite di Peter Gomez a “La confessione”, ricorda infatti di aver iniziato a frequentare artisti e intellettuali, fra i quali il pittore Mario Schifano. “Era completamente folle. Io allora non sapevo nemmeno cosa fosse la cocaina. Non capivo perché, vestito di nero, in quella grande casa vuota, Schifano zompettasse elettrico da tutte le parti”, ricorda l’attrice, che ripercorre inoltre il suo primo incontro con la droga: “C’era una pipa di oppio che le persone si passavano di mano in mano”, si legge infatti su “Ilfattoquiotidiano.it”, “pensavo si trattasse di una cosa indiana, invece mi si incrociarono gli occhi e svenni come ipnotizzata. Ho fatto il sonno più lungo della mia vita”. Dal primo incontro alla dipendenza il passo è breve: “Mi ritrovai immersa in qualcosa di folle, non mangiavo più, non uscivo più: c’era solo l’eroina”. A salvarla dal baratro, l’incontro con Angelo Rizzoli: “Al di là dei problemi giudiziari che arrivarono dopo, l’incontro con Angelo mi restituì alla vita: andai in clinica e mi disintossicai. Oggi posso dire che è una delle cose che non rifarei”.