Jo Squillo, negli scorsi giorni, è stata al centro della cronaca per un fatto davvero singolare: il Pd di Trecate ha accusato il sindaco Federico Binatti, che guida una coalizione di centrodestra, di aver usato circa 12mila euro – derivati da un appalto per la gestione mense con circa 500 pacchi l’anno destinati ai poveri – per pagare i compensi dei cantanti esibitisi alla festa del riso, tenutasi lo scorso settembre, tra cui l’interprete di Siamo Donne, amareggiata dalla vicenda. Ecco le sue dichiarazioni a Spy, in edicola questa settimana: “Oggi sono molto amareggiata per essere stata messa in mezzo in maniera così falsa. Sparano dei titoloni, si compiono ingustizie su persone che, come me, sono estremamente il contrario. Io beneficenza la faccio da sempre e in modo silenzioso, sono 30 anni che mi impegno. Tanto per dire: sono cinque anni che finanzio Wall of dool, il muro delle bambole, un progetto articolato contro il femminicidio. E prossimamente partirà una tre giorni legata al tema dove sono coinvolta. Al Carcere San Vittore collaboro con il coro delle detenute che si chiama ‘Oltre le mura’. E verrà proiettato Wall of Doll, che è un documentario che racconta che cos è il femminicidio, nell’ala femminile e maschile della prigione. Poi, l’8 marzo, in piazza Duomo, a Milano, ci sarà una maratona di otto ore di cultura femminile; è il secondo anno che lo faccio, senza finanziamenti, senza contributi, senza chiedere niente a nessuno, come piace fare a meno. E coinvolgendo la gente. Infine, il 9 marzo, sempre a Milano, sarò al teatro Manzoni per un evento dell’associazione Fare x bene di Valentina Pitzalis”.



JO SQUILLO: L’ESTRANEITÀ AI FATTI DI TRECATE

Jo Squillo è assai amareggiata per essere stata inserita nel calderone di un vero e proprio scontro politico, in vista delle imminenti elezioni di domenica 4 marzo, che nulla ha a che fare con la vera beneficenza e la voglia di difendere il prossimo dalle ingiustiizie della vita. Teme che la sua immagine da artista possa essere seriamente compromessa da questo caso: “Il Comune ha fatto un appalto per un progetto che comprendeva vari voci: gli eventi, le mense scolastiche, i pacchi da destinare ai poveri… Poi, una società ha preso questo appalto e ha realizzato il progetto Io non so se si è fatto tutto: si verifichi, se loro non hanno fatto quello che era previsto, che paghino. Ma loro. Io che posso dire? Che mi dispiace immensamente. Devo organizzare un evento per raccogliere fondi? Ma io lo faccio pure. Però non sono stata io a sbagliare, sarebbe forviante. Non c’entro e non ho colpa, trovate i colpevoli e metteteli nel titolone al posto mio, per favore!”. Per dovere di cronaca, il primo cittadino del comune in provincia di Novara ha ritirato le deleghe all’assessore Giorgio Capoccia a seguito di “un fatto grave, che contraddice tutti quelli che sono i nostri valori”.

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