Fra i protagonisti della fiction di Rai Due, Il Cacciatore, vi è anche Francesco Montanari. L’attore, divenuto famoso in particolare dopo aver interpretato il ruolo del Libanese nella serie tv Romanzo Criminale, vestirà questa volta i panni di un magistrato a caccia di mafiosi. A raccontare il suo ruolo è stato lo stesso Montanari in una recente intervista rilasciata ai microfoni di VanityFair: «Il personaggio è ispirato ad Alfonso Sabella, che è stato magistrato del G8 e assessore a Roma con Ignazio Marino. Sabella ha scritto Il cacciatore di mafiosi, che è la storia del suo ingresso nell’antimafia, dove poi arrestò Bagarella, i fratelli Brusca e 1.752 latitanti». Un Montanari quindi sempre impegnato in ruoli aventi a che fare con la mafia, prima come protagonista dei malavitosi e poi come cacciatore degli stessi: «È per via della faccia – confessa lo stesso Montanari – con la mia fisionomia, è difficile immaginarmi in una commedia romantica. Anche se in primavera interpreterò a Favignana una storia d’amore con Barbora Bobulova». Una serie tv, Il Cacciatore, che è stata prodotta per la Rai, ma che in futuro vedremo anche sulle più note tv streaming: «Ci dovrebbero essere una seconda e forse una terza stagione – ha aggiunto e chiosato l’attore – è una serie venduta a Netflix e Amazon». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



DA ROMANZO CRIMINALE A IL CACCIATORE

Volto di Romanzo Criminale – La serie, Francesco Montanari questa sera si calerà nei panni de “Il Cacciatore” nell’omonima serie tv di Rai Due, dove continuerà a prestare il volto al magistrato Saverio Barone, in una puntata che si preannuncia imperdibile.  Liberamente ispirato al romanzo Il cacciatore di mafiosi, la fiction narra le vicende del magistrato Alfonso Isabella, che con il suo arrivo nel pool antimafia portò all’arresto di oltre 1770 latitanti. Nell’episodio in onda questa sera vedremo il protagonista sempre di più alle prese con le indagini sulla latitanza di Mico Farinella, il criminale che ormai da otto mesi sta dando del filo da torcere a tutto il suo entourage; tuttavia, un evento improvviso cambierà per sempre il corso della vicenda e Barone, dopo aver brancolato nel buio, si ritroverà con in mano una prova molto interessante per il suo caso. A segnare la svolta, in particolare, sarà un omicidio commesso per strada, in seguito al quale una testimone fornirà un identikit del killer del tutto simile a quello del famigerato latitante.

“LA FICTION LAVORA SUGLI STEREOTIPI”

Nei panni de Il Cacciatore, Francesco Montanari ha già conquistato un grande successo, basti pensare che la serie tv, trasmessa su Rai due, nei primi due epossido ha conquistato il 10.3% di share (11% se si considera il dato di Rai Play) a fronte di un’aspettativa iniziale dell’8%. Un vero e proprio trionfo per la fiction ispirata al libro “Il cacciatore di Mafiosi”, che narra le vicende del magistrato Alfonso Sabella e della sua lotta alla criminalità organizzata dopo l’ingresso nel pool antimafia. Ma Il Cacciatore, assicura il protagonista a Benedetta Bragadini per Rolling Stone, non è di certo una fiction, e questo per una serie di piccole ma significative differenze: “La fiction lavora sugli stereotipi – spiega infatti Francesco Montanari – il buono è buono a 360 gradi, senza ombre, e il cattivo è cattivo, senza punti luce. Invece la serialità racconta, come il grande cinema, l’umanità con tutte le sue contraddizioni. E lo fa stabilendo comunque dei ruoli sociali: i cattivi, e cioè i mafiosi, e i buoni, il pool antimafia”. Per il protagonista, inoltre, “Questa serie è la dimostrazione che il bene può essere cool”, dal momento che l’obiettivo principale “è che, dopo aver visto tutte le puntate, uno pensi: ‘Ca***, fare il magistrato antimafia è figo'”.

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