Nella nuova puntata del talent culinario Celebrity Masterchef Italia 2 in onda questa sera sulla piattaforma Sky, sarà protagonista anche la celebre chef italiana Cristina Bowerman. Una straordinaria professionista dei fornelli che già nel 2010 ha ricevuto la prima Stella Michelin per la sua cucina offerta all’epoca al ristorante Glass a Roma e che è attualmente impegnata in un nuovo progetto nel campo della ristorazione essendo alla guida, assieme al proprio compagno, del Romeo Chef&Baker, altro locale ubicato sul suolo capitolino. La Bowerman è la dimostrazione vivente che non è mai troppo tardi per seguire una propria passione visto che ha conseguito una laurea in giurisprudenza ed in primi passi nel mondo del lavoro li ha mossi come graphic designer. In una recente intervista rilasciata alla rivista Io Donna, la Bowerman per la quale l’età e l’esperienza è un preconcetto tutto italiano ha detto: “La passione per la cucina l’ho sempre avuta, fin da piccola. Tardiva è stata la presa di coscienza di voler trasformare quella passione in una professione. Il fatto di dover cominciare necessariamente presto è un retaggio dell’apprendistato francese, dove ragazzini di famiglie poco abbienti venivano scaricati nelle cucine dei ristoranti. Io sono andata all’università di arte culinaria in Texas con gente che aveva 50 anni. Il fatto di avere poca esperienza è un preconcetto tutto italiano. Se non hai 20-30 anni di esperienza non puoi fare determinate cose, invece non è affatto vero. In tutto il mondo ci sono giovani chef che gestiscono ristoranti molto importanti. Così come c’è chi ha iniziato tardi la propria carriera e l’ha portata ad altissimi livelli”.



CRISTINA BOWERMAN, “TALENT? MOSTRANO SOLO UN ASPETTO DELLA NOSTRA PROFESSIONE”

Sempre nella stessa intervista la Bowerman ha parlato del mondo dei talent show dedicati alla cucina, rimarcando come essi mostrino al pubblico soltanto un aspetto di questa professione, quella maggiormente attraente. Ecco alcuni stralci del suo pensiero: “In Italia la percezione di questo mestiere è ancora borderline. Cucinare bene a casa non vuol dire poter essere a capo dell’organizzazione di un ristorante. Lo chef è un professionista e un imprenditore che deve avere tante skills: sviluppare un processo creativo, occuparsi delle risorse umane, far quadrare i conti. Gli show cooking hanno allargato la base di platea a cui ci rivolgiamo, ma è uno show che mostra solo una parte della professione, quella che maggiormente interessa al pubblico, ma il mondo reale della ristorazione è un’altra cosa. Per quanto riguarda i concorrenti mi sono trovata fianco a fianco con persone che non avevano mai fatto questo lavoro. Solo perché avevano vinto una competizione si sono trovati ad essere chef in un ristorante ma non sapevano dove mettere le mani”.

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