Maria Catrambone, la mamma di Michele Ruffino è intervenuta a Domenica In per fare il suo appello contro il bullismo che ha causato la morte del figlio. “Sapevano dei problemi che aveva avuto in passato, era un super ragazzo, super intelligente… lo prendevano in giro e lo chiamavano anoressico e gli dicevano che non doveva nascere e doveva morire. Lui doveva elemosinare l’amicizia”. La mamma poi racconta giustamente piena di rabbia che il 17enne doveva elemosinare le uscite con il branco, scrivendo su WhatsApp: “Posso venire con voi?”. La madre prosegue il suo racconto: “Quando gli serviva venivano a casa a fare le grigliate… io li conosco tutti e dal 23 febbraio nessuno si è permesso di venire a casa mia di questi personaggi qua”. Poi svela che una delle madri di questi bulli, voleva che il figlio desse un bacio alla madre di Michele: “Cos’era il bacio di Giuda? Michele non vuole vendetta ma giustizia e attraverso la mia voce deve passare: Mai più bullismo, mai più Michele, questo vuole mio figlio!”. Cristina Parodi cerca di rincuorarla: “Lui voleva essere come tutti gli altri ma così non è stato. Il bullismo è molto presente perché spesso viene vissuto dai ragazzi bulli senza rendersi conto del male”. La madre di Michele continua: “Il giorno del suo funerale è stato deriso sulla foto dell’epigrafe in chiesa dicendo che mio figlio era molto più bello e invece dal vivo era brutto”. Poi ringrazia il Maresciallo: “Spero che la giustizia faccia il suo corso”. La mamma di Michele sostiene di essere andata numerose volte a scuola per fare delle denunce: “Mai una punizione, una sospensione… gli chiedevano scusa e finiva lì. La preside mi viene a dire sui giornali che non capiscono il perché? La mamma di Michele continuerà la battaglia. Chiedo a tutti, da Nord a Sud di unirsi perché io da sola non riesco, l’unione fa la forza! Questo è un cancro sociale che colpisce tutti”. Michele voleva diventare pasticcere e gli piaceva la fotografia e sognava di scrivere un libro ed i genitori porteranno avanti questo sogno di scrivere la sua vita: “L’anno prossimo mi presento io alla maturità al posto di mio figlio” conclude Maria. (Aggiornamento di Valentina Gambino)



SOLO POCHI GIORNI AL FUNERALE DI MICHELE

Sono trascorsi pochi giorni dal funerale del figlio di Maria Catrambone Raso, il 17enne Michele Ruffino. Un suicidio che ha sconvolto la comunità torinese e che la madre attribuisce all’opera incessante con cui i bulli lo prendevano in giro per via di un danno causato da un vaccino. ‘Faceva di tutto per farsi notare dai suoi coetanei’, ha sottolineato in un’intervista a La Stampa, parlando di come anche durante i funerali di Michele le malelingue non si siano di certo arrestate. Maria Catrambone Raso parlerà della sua personale esperienza con il bullismo nella puntata di Domenica In di oggi, 25 marzo 2018, approfondendo quella sofferenza che ha spinto il 17enne a togliersi la vita gettandosi da un ponte. Il dubbio della madre è ora che qualcuno possa aver sbagliato, qualcuno a cui magari Michele aveva confidato il proprio dolore e che potrebbe averlo spinto invece a commettere il folle gesto. Per questo nei giorni scorsi la donna ha deciso di sporgere denuncia e di portare all’attenzione delle autorità il computer dell’adolescente, alla ricerca di qualche traccia che possa fare un po’ di chiarezza.



IL TERRIBILE GESTO DEL FIGLIO MICHELE RUFFINO

E’ stato difficile per Maria Catambone Raso realizzare che il figlio Michele Ruffino soffrisse al punto per le derisioni dei coetanei da meditare il suicidio. Un gesto che ha compiuto alla fine lo scorso 23 febbraio, quando ha deciso di lanciarsi dal ponte di Alpignano, in provincia di Torino. Il 17enne infatti era affetto da un’ipotonia muscolare che gli aveva provocato delle difficoltà motorie, collegate ad un vaccino in particolare, come individuato in due sentenze. Il figlio di Maria Catambone Raso e Aldo Ruffino era arrivato persino a compiere alcuni gesti di autolesionismo, uno sfogo dovuto al malessere che stava vivendo da tanto tempo e di cui ha parlato in alcune lettere trovate nel suo computer. Il 17enne infatti aveva stretto in particolare amicizia con degli youtubers, sottolinea Il Corriere della Sera, conosciuti online proprio per sfuggire alle angherie dei coetanei. Lo scorso dicembre ad uno di loro in particolare aveva rivelato come alcuni dei suoi amici fossero persino ‘arrivati a sputarmi negli spogliatoi’. A complicare una situazione già drammatica sembra sia stato il cambiamento di istituto, dove Michele Ruffino non è riuscito a trovare quell’amicizia e solidarietà che ha cercato senza sosta. In un’altra lettera aveva invece parlato di sé in terza persona, sottolineando come nessuno fosse in grado di vedere quanto desiderasse morire.

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