Ospite di questa nuova puntata di E poi c’è Cattelan è Andrea Pirlo. Punto di riferimento della Nazionale Italiana, campione del Mondo a Germania 2006, trascinatore della rinascita della Juventus dopo lo scandalo di Calciopoli e simbolo dei trionfi italiani ed europei del Milano di Carletto Ancellotti. Un ex giocatore amato ed apprezzato in tutto il mondo, che ha deciso di chiudere la propria carriera con una esperienza d’oltreoceano nel campionato americano e che per il momento, non sembra intenzionato a rientrare nel mondo del calcio come dirigente oppure tecnico. In una recente intervista rilasciata nel corso della trasmissione Sky Calcio Club, ha raccontato un gustoso retroscena relativo alla propria carriera al Milan ed in particolare come nella trattativa che poi portò Ibrahimovic in rossonero, lui sarebbe dovuto finire in blaugrana: “C’era in ballo la trattativa di Ibrahimovic e io dovevo essere il giocatore di scambio. Alla fine si risolse solo con Ibra che arrivò al Milan. Sarebbe stata sicuramente una bella esperienza, ma al Milan stavo bene. Non so se avrei accettato, ma non fu proprio Galliani a convincermi a rimanere”.
ANDREA PIRLO, “GRANDE GRUPPO AL MILAN”
Come detto Andrea Pirlo, è stato simbolo dell’ultimo Milan capace di vincere scudetti ma anche e soprattutto di alzare tantissime coppe europee che nelle bacheche delle squadre italiane ormai mancano da troppo tempo. Infatti, Pirlo ha costituito assieme a Rino Gattuso, Massimo Ambrosini, Alessandro Nesta, Pippo Inzaghi e Christian Abbiati il gruppo storico di italiani attorno al quale sono state costruite le vittorie in Champions League, nel Mondiale per club e nella Supercoppa europea. Un grande gruppo non solo in campo ma anche al di fuori del rettangolo verde come del resto ha ricordato recentemente lo stesso Pirlo sempre nella trasmissione sportiva Sky Calcio Club: “Fuori dal campo eravamo anche peggio. Nel gruppo storico di italiani c’eravamo io, Massimo Ambrosini , Gattuso, Nesta, Abbiati, Inzaghi. Rino aveva una pescheria negli ultimi anni e quindi riforniva le cucine di Milanello continuamente. Quando sapevamo che c’era il pesce noi ordinavamo prosciutto”. Momenti magici che sembrano, purtroppo, lontani anni luce.