Questa notte, si è svolta la 90esima edizione degli Academy Awards, la consegna degli Oscar, il premio cinematografico più prestigioso al mondo. L’attenzione dell’Italia, ovviamente, era rivolta nei riguardi di Chiamami col tuo nome, il film di co-produzione italiana diretto da Luca Guadagnino, in corsa per ben quattro statuette. La pellicola diretta dal regista palermitano è riuscita a portarsi a casa un Oscar nella categoria Miglior Sceneggiatura Non Originale: la statuetta è stata ritirata dall’autore del regista, produttore e sceneggiatore statunitense James Ivory. Le altre categorie per le quali Call me by your name era in corsa per un Oscar erano Miglior Film, Migliore Canzone, Mystery of Love di Sufjan Stevens, e Miglior Attore Protagonista, nomination riservata all’attore Timothée Chalamet. James Ivory ha vinto l’Oscar alla veneranda età di 89 anni, risultando il più anziano vincitore di un Oscar nella storia degli Academy Awards. Durante il discorso di ringraziamento, ovviamente, Ivory ha citato Luca Guadagnino: “Che siamo omo o eterosessuali tutti siamo passati attraverso l’esperienza del primo amore. Ringrazio Luca Guadagnino per la sua sensibilità di regista”.



LE PAROLE DI GUILLERMO DEL TORO CONTRO TRUMP

La forma dell’acqua, la pellicola diretta da Guillermo Del Toro, è stato sicuramente il film trionfatore di questa edizione, considerando che si è portato a casa le statuette nelle categorie più prestigiose: Miglior Film e Miglior Regista. In totale, La forma dell’acqua ha vinto quattro Oscar su tredici nomination ottenute in totale. Gli altri due Oscar sono stati vinti nelle categorie Miglior Colonna Sonora e Miglior Scenografie. Queste sono state le dichiarazioni rilasciate dal regista messicano Guillermo Del Toro, riportate da Vanity Fair, sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles: “Io sono un immigrato come molti di voi. E negli ultimi 25 anni ho vissuto in un Paese tutto nostro. Una parte è qui, una parte è in Europa, una parte è ovunque. Perché la cosa più importante che fa il nostro settore è cancellare le linee di confine, quando il resto del mondo vorrebbe renderle più profonde. Dovremmo continuare a sentirci così invece di costruire muri”. E’ superfluo sottolineare il riferimento alle politiche in tema di immigrazione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

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