Gabrile Corsi è il conduttore della nuova edizione di Boss in incognito, il docu-reality si Rai 2 nel quale sostituisce Nicola Savino, recentemente passato a Mediaset. Si tratta solo dell’ennesimo impegno del comico del ‘Trio Medusa’ che ogni mattina conduce “Chiamate Roma triuno triuno” su Radio Deejay. Ma se gli impegni ancora non bastassero è anche il conduttore di ‘Take me out’, è un inviato di Bianca Berlinguer a #cartabianca e dal 28 febbraio anche presentatore di “Primo appuntamento”, dating show di Real Time. Tra così tanti progetti in corso, sono soprattutto le emoziooni provate a Boss in incognito ad avere colpito nel vivo il presentatore che si racconta in un’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni: “È un’edizione particolarmente legata al lavoro inteso come impegno e riscatto. Sono sempre stato fan del programma ora lo vedo dall’interno (…) I truccatori sono bravissimi, una delle nuove puntate è dedicata ad un mio amico, lo conosco da anni, ma quando l’ho visto non l’ho riconosciuto neanche io”.
LA DISTANZA TRA IL MONDO DELLO SPETTACOLO E DEL LAVORO
Gabriele Corsi prosegue l’intervista a Tv Sorrisi e Canzoni spiegando le ragioni che spingono i datori di lavoro ad entrare nella propria azienda senza farsi riconoscere: “La maggior parte dei boss stanno nei loro ufficili e non conoscono la realtà e la vita dei dipendenti. Quando il boss di un’azienda di rifiuti si è dovuto svegliare per una settimana alle due del mattino ho pensato: Questo non ce la fa ad arrivare alla fine”. La nuova avventura televisiva ha permesso al conduttore di conoscere meglio il mondo del lavoro, nel quale l’operaio ha solo una propria esigenza ovvero lavorare. Da qui l’innegabile paragone tra lo spettacolo e il mondo del lavoro: “Noi facciamo un lavoro che è anche un divertimento. Se, invece, non ci fosse qualcuno che pulisce le strade, che produce i beni, che trasporta le merci, il Paese non andrebbe avanti”. Ecco perché Corsi ha le idee chiare ovvero di non avere l’indole del capo poiché “credo molto nella collegialità e nel confronto”.
I PROGETTI PER IL FUTURO
Dal ruolo di inviato a Le Iene alla conduzione di diversi programmi televisivi, è passata molta acqua sotto i ponti per Gabriele Corsi, che di punto in bianco si è reso conto di essere riconosciuto dalle persone che incontrava: “C’è stato un periodo che ovunque andassi, pensavano lì per un servizio”. Da allora ha dovuto fare i conti con la popolarità che non lo preoccupa: capita di spesso di venire fermati per strada e di parlare con la gente o, come accaduto qualche giorno prima, di essere fermato da un gruppo di ragazzi. Gabriele Corsi ama cambiare, provando nuove esperienze e cercando nuovi stimoli. Ecco perché gli piacerebbe riprendere alcune inchieste già cominciate a Le Iene: “Abbiamo fatto servizi su camorra, ‘ndrangheta, Sacra corona unita. Chissà ora se con dei figli, se ne avrei il coraggio (…) Sono eclettico. O, forse, la parola giusta è irresponsabile”.