Occorre fare un attimo di chiarezza su quanto avvenuto nelle ultime “complesse” 48ore sul caso di Fabrizio Frizzi e della presunta “fama di santità” che gli sarebbe stata affibbiata dopo l’intervista avvenuta su DiPiù al postulatore delle cause dei Santi e dei Beati, Padre Romano Gambalunga. Nel settimanale diretto da Sandro Mayer il sacerdote, spinto nel raccontare il proprio personale giudizio sull’incredibile mossa e commozione popolare dopo la morte del conduttore Rai, aveva spiegato così: «di sicuro questo consenso popolare così contagioso può essere interpretato come “fama di santità”, il termine con cui noi postulatori definiamo un primo segnale importante per aprire un processo di canonizzazione». In un altro passaggio aveva poi anche aggiunto di ritenere possibile che una tale conseguenza potesse accadere nei prossimi anni, «perché tutto parte da questo sentimento popolare, da questa fama di santità che si respira intorno a Frizzi e che si tocca con mano. Ogni postulatore è stimolato da un fenomeno del genere. E io, come postulatore, sono toccato dal grido del popolo che ha eletto Fabrizio a esempio di bontà, che si rivolge a lui come farebbe con chi ha più caro al mondo, una mamma, o un papà o un fratello, chiedendo aiuto e serenità». Poi succede che 24 ore dopo, mentre sui siti internet e sui social già era passata la “notizia” della possibilità di un “Fabrizio Frizzi santo subito”, il postulatore in un’altra intervista a “Il mio Papa” smentiva il tutto e dava le credenziali di “fake news” alle intercettazioni delle sue parole. «Sono stato frainteso Mi dispiace che mi siano state attribuite cose che non ho detto – mette in chiaro il postulatore delle cause dei santi -. Per poter parlare di fama di santità, a meno di casi eccezionali, devono passare almeno cinque anni dalla morte. Al momento c’è quello che sappiamo tutti: la fama televisiva, la gentilezza, la generosità, la donazione del midollo. Ma non possiamo confondere l’impressione, l’emozione e la commozione per la sua morte con la santità, né lasciarci condizionare dall’entusiasmo».



MONTA LA POLEMICA

Insomma, odore di santità impossibile, al momento, per Padre Romano Gambalunga. Ma la polemica rimane visto che il giornalista Francesco Cordella di DiPiù fa sapere che il contenuto dell’intervista del postulatore non solo è completamente veritiera ma che possiede anche la registrazione per poter, eventualmente, essere sentita da chi ne richiedesse la verifica finale. «Non ho frainteso niente e, risentendo la registrazione dell’intervista, ho scritto ciò che mi è stato detto da padre Gambalunga. Io non ho mai chiesto né mi sarei mai permesso di chiedere se Fabrizio Frizzi è Santo, pur riconoscendo le sue grandi qualità di bontà e umanità», spiega il giornalista del settimanale di Sandro Mayer. A Gambalunga è stato chiesto un parere sul fenomeno evidente dopo la morte di Frizzi della grande commozione popolare con alcuni che addirittura hanno gridato al “Sei un santo” i giorni del funerale e della Camera Ardente. «Questo è stato scritto e questo padre Gambalunga, su mia richiesta, ha commentato. I processi di santificazione sono lunghi e il fenomeno della gente può fare pensare: “Santo subito”. In realtà, al momento, non si può negare che dal popolo che si commuove per Frizzi nasca la fama di santità, punto di partenza per il processo di canonizzazione: questo ha detto padre Gambalunga e questo ho scritto», riporta ancora la nota del giornalista Cordella. Infine chiarisce, una volta per tutte, che né il postulatore e né tantomeno il settimanale DiPiù hanno mai detto che per Frizzi si aprirà il processo di canonizzazione, anche perché nel resto dell’intervista il sacerdote ha spiegato come non si può avviare un processo di canonizzazione se non sono passati almeno cinque anni dalla morte di una persona.

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