Marisa Laurito è stata intervistata da Alessandro Ferrucci per il Fatto Quotidiano. L’intervista all’attrice è risultata essere molto interessante, tanto da volerla riportare a nostra volta. La ruspante napoletana, sapeva fin da subito di volere recitare nella vita, ecco perchè l’ha capito quando aveva appena otto anni. Con un padre che lavorava alle Ferrovie, per lei all’epoca poco diritto di replica ma “la mia fortuna è stata quella di compiere 21 anni esattamente il giorno in cui Eduardo (De Filippo, ndr) mi ha offerto di entrare nella sua compagnia”. Ma anche De Filippo non aveva di certo un carattere facile: “A teatro non si respirava, c’era il silenzio, un rigore totale, come fossimo in chiesa; multe a raffica e per tutto”. Con lui ha lavorato per sei anni fino a quando è stata chiamata da Sergio Corbucci per un film: “vi lascio immaginare la reazione di Eduardo alla notizia del mio abbandono”. Se Eduardo De Filippo era quasi un “dittatore”, con Corbucci si respirava un’altra musica e sul set c’era un clima sereno, disteso e giocoso.
Marisa Laurito, da Arbore a Luciano De Crescenzo
L’inizio della carriera è stato difficile ma non ha mai mollato e racconta anche della macchina scassata di Sergio Castellitto e della sua casa a Roma aperta a tutti gli attori squattrinati: “Spesso passava Massimo Ranieri, ma lui era già famoso”. Ma non solo: “c’erano Eleonora Giorgi, Marco Bellocchio, lo stesso Corbucci… ricordo Benigni, in quel periodo in teatro con il suo Mario Cioni; ero pazza di lui. Insieme abbiamo ridipinto le pareti di nero”. Se Eduardo è stato la sua guida in teatro, per il cinema ringrazia Manfredi: “mi ha insegnato ogni segreto: dal primo piano a come si muovono le camere; era un professionista anche troppo preciso, l’esatto opposto di Tognazzi: Ugo non aveva né regole, né padroni, arrivava quando voleva, se ne andava allo stesso modo, non studiava eppure gli veniva tutto in maniera naturale”. Tra i carissimi amici di Marisa Laurito anche Luciano De Crescenzo: “La prima volta l’ho incontrato da Manfredi: entro in casa e lui era davanti alla vetrata, vestito di blu, bellissimo; bello in modo esagerato. Corteggiava tutte le donne, compresa me mentre Arbore mai”.
Marisa Laurito si racconta, gli aneddoti di vita e carriera
Proprio Luciano De Crescenzo ci ha provato anche con Marisa Laurito: “per fortuna non ho ceduto. Non so il motivo della mia ritrosia”, e poi aggiunge: “Troppo sciupafemmine, le donne erano in fila per lui, ma almeno è nata un’amicizia straordinaria: Luciano e Renzo sono come la mia famiglia, dei punti fermi. In particolare Luciano non mi ha mai abbandonata, sempre al mio fianco e in ogni situazione”. Se De Crescenzo è stato considerato un genio, non è da meno Gianni Boncompagni: “Bonco ha inventato il primo piano televisivo, basta solo questo per qualificare la sua enorme eredità. Mi mandava in diretta con un’unica indicazione: “Improvvisa”. Basta. Arrivavo a gestire quaranta minuti più altri quaranta al cruciverbone di Domenica in senza nulla di scritto, da sola. Ah, stessa cosa a Quelli della notte”. Poi due aneddoti particolari, il primo legato ad uno scherzo proprio organizzato con Boncompagni: “A Domenica in abbiamo organizzato un finto svenimento in diretta, e lo sapevamo solo noi due, scoppiò l’inferno, con il direttore di produzione nel panico, Gianni che puntava la telecamera in alto, io non mi riprendevo, il parapiglia in studio”.
E la bugia bianca al padre: “Convivevo con un uomo e papà non sopportava questa situazione. Complice mia madre e mio fratello ho deciso di simulare, senza dire la verità a nessuno. Quindi amici. Regali. Parenti. Casa con i fiori. Al momento di andare in chiesa mamma ha finto un malore ed è svenuta, e io: “Se in chiesa non viene lei, non voglio nessuno”. Con il mio compagno siamo usciti, abbiamo atteso un po’, ci siamo infilati due anelli e siamo rientrati. Applausi e brindisi. Mio padre è morto senza sapere la verità”.