L’Italia si riunirà oggi nella Capitale per una fiaccolata in memoria di Pamela Mastropietro, la ragazza di 18 anni e originaria di Roma che lo scorso gennaio è stata uccisa e fatta a pezzi. La madre Alessandra Verni e tanti altri cittadini, associazioni e politici, si riuniranno non solo per omaggiare la vittima, ma anche per chiedere che venga fatta giustizia. La manifestazione verrà seguita in diretta da Quarto Grado e trasmessa nella puntata di questa sera, venerdì 13 marzo 2018, in occasione di ulteriori approfondimenti sul caso. Rimangono ancora da chiarire infatti molti dei punti oscuri della tragedia, a partire da chi quel giorno si trovasse davvero nella terrazza degli orrori. Gli ultimi rilevamenti hanno evidenziato e confermato la presenza di Innocent Oseghale, l’uomo che Pamela Mastropietro avrebbe conosciuto quel giorno stesso in circostanze ancora da definire. Le prove genetiche dimostrano che Oseghale si trovasse sulla scena del crimine: è possibile che fosse l’unico? Al centro dei sospetti e arrestati per omicidio in concorso, ricorda La Repubblica, ci sono ancora i due presunti complici, Lucky Awelima e Desmond Lucky. Alla luce delle ultime indiscrezioni, i due nigeriani di 24 e 22 anni potrebbero essere subentrati in un secondo momento, per aiutare Oseghale a disfarsi del corpo di Pamela Mastropietro.
Nuove analisi
La tragedia che ha colpito i familiari di Pamela Mastropietro riguarda senza dubbio l’impossibilità di dare alla ragazza degna sepoltura, di piangere sulla sua tomba. La ragazza è stata fatta a pezzi in modo brutale e persino la sua autopsia ha gettato nello sconforto i medici legali, per via delle condizioni estreme in cui il corpo è stato ridotto e nascosto all’interno di due trolley. Emergono inoltre altri particolari soprattutto sulla causa della morte di Pamela: il decesso è avvenuto per via delle due ferite che l’hanno colpita al fegato. A rivelarlo è la perizia fatta nei giorni scorsi, sottolinea Il Resto del Carlino, che ha dimostrato come Pamela abbia perso nel giro di un’ora oltre un litro di sangue. L’orario della morte dovrebbe risalire a un arco di tempo che va dalle 11 del mattino fino al primo pomeriggio, come evidenziato dagli specialisti dell’università di Macerata che hanno effettuato le analisi approfondite sul corpo di Pamela. Diversa invece la posizione dei consulenti nominati dai legali di Innocent Oseghale, che affermano invece che le due ferite al fegato non sarebbero compatibili con la causa della morte della 18enne. Non si esclude inoltre che a smembrare il cadavere sia stata un’unica persona, una mano esperta e precisa che avrebbe potuto compiere l’intera operazione in un pomeriggio. Questo particolare si potrebbe collegare con le tracce genetiche rilevate sulla scena del crimine, attribuite al solo Oseghale. E che tuttavia non escludono altre ipotesi, dato l’uso massiccio di candeggina per eliminare ogni impronta.