Gianni Boncompagni ci ha lasciati un anno fa. La figlia Barbara lo ricorda in una intervista rilasciata sul Fatto Quotidiano. La cantante e autrice TV esordisce riportando un divertentissimo aneddoto sulla vita del padre: “Una mattina vedo mio figlio Brando più stanco del solito. Mi preoccupo, gli domando il perchè. Lui mi rivela: ‘Scusa mamma, è per il nonno: gioca alla Playstation tutta la notte e fa un casino assurdo, non riesco a dormire!’. Papà abitava al piano superiore”. L’ultima delle tre figlie di Gianni, è cresciuta con accanto un padre visionario, genio assoluto della televisione (soprattutto degli anni ’90 e primi 2000). “Non c’è da essere tristi”, rivela Barbara confidando che oggi è esattamente un anno dalla sua morte. Lui non lo vorrebbe assolutamente: “La sua eredità più importante resta la leggerezza, e tale deve restare”.
Gianni Boncompagni, la sua eredità più grande? La leggerezza
Naturalmente, questo costante stato di leggerezza, non ha nulla a che vedere con la superficialità: “perchè quando si parla di mio padre bisogna sempre tenere conto della sua grandissima capacità di crescere tre figlie. E da solo”, confessa Barbara. La madre infatti, è andata via di casa quando loro erano ancora molto piccole. Barbara aveva appena un anno mentre le altre due sorelle 3 e 6: “e papà doveva anche lavorare”. Nonostante la fatica, è riuscito sempre a sdrammatizzare ogni tipo di situazione, se una di loro tornava a casa in lacrime perchè si era lasciata con il fidanzato: “lui si metteva a cantare e ballare: “Ne trovi un altro più bello che problemi non ha…”. Il suo era un vero e proprio tocco magico: “Una volta gli racconto dell’amico di mio figlio sempre insieme a una collaboratrice domestica, quasi messo da parte dalla madre, e lui: “Che cul*, meglio crescere con la tata che con quella donna!”.
Barbara Boncompagni: “Raffaella Carrà? Come una madre!”
Secondo Barbara Boncompagni quindi, con papà Gianni si poteva ridere di ogni cosa: “Infatti noi figlie lo abbiamo fermato quando pensava di pubblicare un libro dal titolo ironico: “Lati negativi del cancro”. Nonostante Gianni Boncompagni fosse celebre per la pigrizia (“Ancora non ho trovato il modo di fare radio senza farla…”), odiava le ferie e per lui erano una vera perdita di tempo: “per questo ad agosto organizzava sempre le prove delle sue trasmissioni, e i collaboratori costretti a restare a Roma”. La sua visione moderna della vita è la cosa che più manca alla figlia: “era veramente avanti, nella vita come nel lavoro”. Famoso per gli scherzi anche alle sue figlie, è rimasto nella storia anche Renzo Arbore che fingeva di essere suo fratello gemello di nome Giuseppe. Raffaella Carrà negli anni, si è sempre comportata con loro come una madre: “Abitiamo vicinissime, siamo una famiglia!”. Ed oggi per ricordarlo: “Amava la natura, quindi pianteremo un ciliegio giapponese. Gli sarebbe piaciuto…”.