Luigino Di Maio non ci ha fatto caso, ma dovrebbe stare in campana; magari fare un passo indietro, anzi due, e darci un taglio con la sua pleonastica richiesta. “C’è solo una soluzione per sbloccare questo stallo e investe Silvio Berlusconi: deve mettersi di lato”. Ma il leader dei 5 Stelle si sarà mai accorto che il Cavaliere lo ha preso in parola?
Tutti abbiamo assistito, in diretta o in differita, lo scorso giovedì, allo show di Silvio Berlusconi, al termine del secondo giro di consultazioni per la formazione del nuovo governo: lui che si mette di lato a Matteo Salvini, all’altro fianco un’enigmatica, nella sua impassibilità, Giorgia Meloni. E tuttavia a Silvio proprio non riesce di recitare la parte del comprimario, così, in modo del tutto inedito, mette in atto quello che sa fare meglio: rubare la scena a chi cerca di rubarla a lui.
Il capo leghista, con sgargiante (e improbabile) cravatta verde d’ordinanza, è in posizione ideale, centrale e a favore di telecamera. E pur rimanendo ritto davanti ai microfoni, lui stesso si rende conto che gli occhi dei presenti (ma soprattutto di coloro che sono piazzati davanti alla tv) sono tutti per il Berlusca, che piazza una tripla stoccata. Prima, con uno show da presentatore consumato, introduce gli astanti alle dichiarazioni di Salvini, come fosse lui il capocomico e l’altro la spalla; poi, da impareggiabile mimo (“Marcel Marceau, chi era costui?” direbbe il nostro amico Zingarelli, un vocabolario che eccetera eccetera), teleguida il leader leghista, lo accompagna nella sua prosa annuendo, suggerendo con il labiale, sottolineando, ammiccando, sorridendo da impareggiabile mattatore; infine, da solerte e autoritario buttafuori, invita Salvini e Meloni ad accomiatarsi dalla sala alle Vetrate, così che in perfetta e auspicata solitudine può prendersi tutta la scena, afferrare i microfoni e “sculacciare” i discoli pentastellati perché non conoscono “l’abc della democrazia”; la chiosa da commedia dell’arte è un invito alquanto sornione, rivolto ai giornalisti presenti, a saper distinguere i veri democratici da quelli posticci.
Vero è che il culmine della berlusconiana “prestazione a latere” sia consistito tutto in quel plateale enumerare, con le dita della sua veterana manona, l’elenco di richieste che Salvini ha fatto presente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. E lì abbiamo finalmente capito chi è Silvio Berlusconi da Arcore! Così adesso – come raccontano fonti interne all’inner circle berlusconiano – questa gestuale pratica aritmetica (plateale, plastica, financo evocativa) pare essere diventata quotidiana, quasi compulsiva.
Tutte le mattine, appena sveglio, Berlusconi si mette di lato a Francesca Pascale, che con docile pazienza enumera tutte le piacevoli incombenze che il Cav. deve dedicare al cagnolino Dudù. E mentre gli sciorina la lista dei compiti (ricordati di accarezzarlo più volte sul musetto, di lavargli le zampette, di pettinarlo con cura, di riempirgli più volte al giorno la ciotola dell’acqua…), il Caimano sorride (per quel che gli permette il lifting), ammicca, suggerisce con il labiale e come uno scolaretto diligente conta mentalmente con le dita della mano: uno, due, tre, quattro…
A Milanello, poi, dove nel tempo libero sale ancora in gran segreto, è stato visto aggirarsi, rigorosamente di lato, con Rino Gattuso, impegnato a guidare l’allenamento. Una marcatura a uomo che nemmeno Gentile su Zico e Maradona ai Mondiali dell’82 aveva osato tanto. E i cronisti più informati di cose rossonere giurano che al momento dell’annuncio delle formazioni, domani sera, in occasione di Torino-Milan, lo stesso Berlusca sarà al fianco dello speaker (che sarà inquadrato per la prima volta sui maxischermi dello stadio Olimpico di Torino) nell’atto di annunciare solennemente l’undici titolare rossonero: Donnarumma, Calabria, Zapata, Bonucci, Rodriguez, Suso, Biglia eccetera eccetera. E il super-Silvio sarà lì, di lato, ammiccante come non mai, con il pollice della manona già in posizione “1” (e poi 2, 3, 4, fino all’11), compiaciuto per le scelte di Ringhio (per forza, gliele ha suggerite lui!).
Per questo, statene certi, pur ignorando quando, come e chi annuncerà la lista dei ministri del futuro governo, conserviamo un’unica certezza: a numerare l’elenco dei ministri, a fianco di colui al quale toccherà in sorte il compito, lui, Silvio, ci sarà, eccome: perché è ancora… uno che conta!