“Portman rappresenta i tratti salienti del carattere ebraico e i valori del nostro popolo con la sua tenacia, il duro lavoro, la ricerca dell’eccellenza, la curiosità intellettuale e il desiderio sincero di contribuire a rendere il mondo un posto migliore”. Con queste motivazioni è stato assegnato il Genesis Prize, il cosiddetto premio Nobel ebraico a Natalie Portman che, come si legge su Panorama, è sempre stata orgogliosa delle sue origini e del doppio passaporto. Nonostante tutto, però, l’attrice ha rifiutato il premio che prevede l’assegnazione di un milione di euro a chi spicca per i risultati professionali. Il rifiuto della Portman ha scatenato la reazione del mondo, soprattutto delle istituzioni israeliane. Il portavoce dell’attrice ha spiegato che la decisione di non ritirare il premio è dovuto a ciò che è accaduto ultimamente nel paese. C’è, tuttavia, chi è convinto che dietro la decisione di Natalie Portman ci sia una ragione politica e che l’attrice abbia aderito al movimento trasnazionale di boicottaggio d’Israele che invita gli artisti a non recarsi in Israele per sostenere il popolo palestinese (aggiornamento di Stella Dibenedetto).



Le parole del Ministro della cultura di Israele

L’attrice e produttrice israelo-americana Natalie Portman ha deciso di non tornare in Israele il prossimo giugno per ritirare il ‘Premio Genesis’ (definito il ‘Nobel ebraico’) a “causa di recenti avvenimenti” nel paese. Una decisione che molto sta facendo discutere e ha provocato la reazione del ministro della cultura Miri Regev: “Ha ceduto alle pressioni del Bds, movimento boicottaggio di Israele”, ha detto l’esponente del governo. Ricordiamo che lo scorso anno il Genesis è stato assegnato all’architetto e scultore inglese di origine indiana Anish Kapoor, nel 2016 invece è stato il violinista e direttore d’orchestra israeliano Yitzhak Perlman a conquistarlo e, ancora, nel 2015 il premio è andato all’attore americano Michael Douglas. Vedremo come si svilupperà la vicenda. (Aggiornamento di Anna Montesano)



NATALIE PORTMAN DICE NO AL NOBEL ISRAELIANO

Di origine israeliana, l’attrice americana Natalie Portman ha compiuto un gesto di disobbedienza civile fortemente criticato nel suo paese di origine, Ha annunciato infatti che non si recherà a giugno in Israele a ritirare il Premio Genesis che è definito “il Nobel per le persone di discendenza ebraica” (la Portman è infatti nata a Gerusalemmme). I motivi della rinuncia, benché appaiono chiaramente schierati politicamente, sono definiti in modo vago nel comunicato ufficiale che ha comunicato la notizia: “per i recenti avvenimenti in Israele non si sente a suo agio a partecipare ad alcun vento pubblico in Israele e che per questo non può in tutta coscienza andare avanti con la cerimonia”. Quale siano questi avvenimenti non viene minimamente chiarito, anche se sicuramente il riferimento è ai recenti scontri durante la marcia dei militanti radicali islamisti di Hamas al confine con lo stato ebraico che ha scatenato una forte repressione da parte israeliana.



COSA SI NASCONDE DIETRO ALLA RINUNCIA DI NATALIE PORTMAN?

Non è chiaro se l’attrice faccia parte dell’organizzazione tra i cui responsabili c’è l’ex Pink Floyd Roger Waters, che invita tutti gli artisti, attori e musicisti, a non recarsi e a non esibirsi in Israele per per sostenere invece il popolo palestinese. I responsabili del premio hanno comunicato come questa decisione rischi adesso di compromettere tutto il lavoro fatto nei cinque anni di esistenza della cerimonia per non essere coinvolti politicamente: “temiamo la decisione di Portman causerà alla nostra iniziativa filantropica una politicizzazione per evitare la quale abbiamo lavorato duramente negli ultimi cinque anni”. Nel 2015 il premio era stato assegnato a un altro attore americano, Michael Douglas, che si era guardato bene dal rifiutarlo. Natalie Portman, vero nome Natalie Hershlag, ha la doppia cittadinanza israeliana e americana rivendicandola orgogliosamente. Tre anni fa aveva diretto e interpretato un film ispirato all’autobiografia dello scrittore israeliano Amos Oz, A tale of love and darkness.