In occasione della conferenza stampa del film Giovanni Albanese, regista di “Senza arte né parte”, ha spiegato perché ha deciso di raccontare il mondo dell’arte contemporanea: “Nella vita ho due grandi passioni: l’arte e il cinema. Non solo mi divido fra l’una e l’altra, ma sono anche convinto che il cinema somigli incredibilmente a una bottega rinascimentale, proprio perché riunisce molteplici talenti che si impegnano tutti per raggiungere lo stesso fine”. E ha aggiunto: “Premesso che non avevo intenzione di prendere in giro un ambiente di cui faccio parte, ho cominciato a riflettere sui prezzi stratosferici di alcune opere. Ho capito che certamente erano riproducibili, ma che avevano comunque una carica rivoluzionaria, che consisteva nella loro assoluta originalità”. Vincenzo Salemme, protagonista del film insieme a Giuseppe Battiston e Hassani Shapi, ha detto del film: “Quello che però mi è piaciuto di Senza arte né parte è stato sia l’incontro fra un mondo per così dire umile e uno aulico, sia i mutamenti che questo connubio crea nei rapporti fra i personaggi e nella testa dei personaggi stessi. Il mio Enzo, per esempio, che è sempre stato un uomo remissivo, diventa il capo, la mente di questo bizzarro gruppo di lavoro”. Il film “Senza arte né parte”, clicca qui per vedere il trailer, andrà in onda su Rai Movie a partire delle 21.10 ma sarà possibile vederlo anche sintonizzando i propri dispositivi mobile a Rai Play, cliccando qui  



CURIOSITÀ

Senza arte né parte’ è una commedia brillante che oltre ad aver ottenuto un buon riscontro di pubblico, è stato apprezzato anche dalla critica e che oggi, 22 aprile, vedremo nel prime time di Rai Movie, la rete dedicata ai grandi cult. La pellicola ha registrato un ottimo successo tanto da ricevere due candidature per i Nastri d’Argento, come miglior commedia e per il miglior attore non protagonista per Giuseppe Battiston, che è riuscito poi ad aggiudicarsi il riconoscimento. Il film ha avuto anche una buona diffusione sul mercato dell’home video, dopo aver incassato nelle sale, a fronte di una produzione indipendente e di una difussione limitata sul territorio nazionale, circa mezzo milione di euro. Il film è stato girato in Italia, in Puglia ma con molte scene anche nella Capitale, Roma, e le molte opere mostrate nella pellicola, attribuite a Lucio Fontana, non sono originali né riproduzioni degli originali, bensì libere interpretazioni realizzate appositamente per la realizzazione del film.



NEL CAST ANCHE DONATELLA FINOCCHIARO

Il film Senza arte né parte va in onda su Rai Movie oggi, domenica 22 aprile 2018, alle ore 21.10. Una commedia italiana diretta dal regista Giovanni Albanese nel 2011, con nel cast un nutrito gruppo di attori molto conosciuti nel cinema del nostro paese. Vincenzo Salemme interpreta Enzo Gesumunno, Donatella Finocchiaro ha il ruolo di Aurora, Giuseppe Battiston è Carmine Bandiera, Paolo Sassanelli interpreta Alfonso Tammaro, Hassani Shapi è Bandula, Giulio Beranek ha la parte di Marcellino, Ninni Bruschetta ha il ruotlo del Gallerista, Dante Marmone è Natale, Ernesto Mahieux interpreta Don Elio, Daniele Esposito ha la parte di Savino e Mariolina De Fano ha il ruolo della madre di Carmine.



SENZA ARTE NÈ PARTE, LA TRAMA DEL FILM

Le vicende di ‘Senza arte né parte’ ruotano attorno al pastificio pugliese di un industriale locale, Alfonso Tammaro, che decide improvvisamente di cambiare volto alla sua azienda, trasformandola da artiglianale, come da anni viene portata avanti, a tecnologica, investendo tantissimo su macchinari che possono avviare una produzione autonoma, permettendo così ingenti tagli del personale. E la situazione ricade sui dipendenti del pastificio, in particolare su Enzo Gesumunno, Carmine Bandiera e l’indiano Bandula, che si ritrovano senza lavoro, non essendo più necessaria la loro perizia nella produzione della pasta. Consapevole delle difficoltà dei dipendenti, Tammaro decide almeno di riassumerli come custodi dello stabilimento, seppur con mansioni e stipendi ridotti. Una situazione alla quale i tre sembrano dover rassegnarsi, finché non scoprono, durante i loro turni da sorveglianti, che il loro datore di lavoro custodisce una gran collezione di opere di un eccentrico artista contemporaneo, Lucio Fontana. Sempre osservando l’attività dentro la fabbrica, Enzo, Carmine e Bandula si rendono conto che l’attività da collezionista di Tammaro è molto redditizia, visto che riesce a piazzare le opere d’arte a caro prezzo a molti altri appassionati come lui. E’ la molla che fa scattare l’idea dei tre, approfittare del tempo e della vicinanza al fianco delle opere d’arte per riprodurle e venderle spacciandole come dei Fontana originali, riuscendo così ad ottenere ingenti proventi come falsari d’arte. L’idea sembra decollare grazie anche a un inaspettato talento del terzetto nella riproduzione delle opere, ma i piani saltano quando il pastificio di Tammaro, vista l’improduttività delle nuove strutture tecnologiche, fallisce, e le opere d’arte vengono messe all’asta dal curatore fallimentare assieme a tutti gli altri beni, perdendo così tutto il loro valore. Alla fine, Enzo e Carmine decidono almeno di sfruttare a buon fine i pochi proventi già ottenuti dall’iniziale vendita dei falsi, regalando a Bandula un biglietto aereo per tornare in India e riuscire a riabbracciare la sua famiglia come ha sempre desiderato.