Preambolo-quiz. Chi ha pronunciato il seguente dialogo:

“Vi faccio notare che il revolver è puntato al cuore”.

“È il posto meno sensibile che io ho”.

1) Tex Willer e Mefisto in “La gola della morte” (albo Tex n. 39)

2) Humphrey Bogart e Claude Rains in “Casablanca” (1942)

3) Micheal Oliver e Gigi Buffon in “Real Madrid-Juventus” (11 aprile 2018)



Chiamatelo come volete, ma che sia un semplice vezzo, una recentissima abitudine sdoganata in fretta, una pratica passeggera o un’effimera prassi, una consuetudine resasi improvvisamente attuale, magari un banale uso figlio del passaparola, una moda provvisoria finchè si vuole ma pur sempre à la page, un volgare andazzo in voga, un vizio diffuso, un atteggiamento un po’ snob, o magari solo un tic, un ghiribizzo capriccioso, o forse un’insensata mania, o, perché no, una fisima… sta di fatto che aprile è diventato il mese dell’insensibilità. Perciò, vi avvertiamo subito: questo sarà un articolo insensibile.



L’avessimo scritto qualche settimana fa, poteva essere ancora “petaloso”; perché fino allo scorso anno – ricordate?- qualsiasi vicenda umana era petalosa. Aiutare una vecchietta ad attraversare la strada era petaloso, così come convincere il vicino a non gettarsi dalla finestra giù nell’androne. Persino non far nulla e sentirsi naturalmente più buoni faceva un po’ petaloso. Ma dall’11 aprile, serata di Champions tra Real Madrid e Juventus, da quando cioè il Gigi nazionale dixit (stiamo ovviamente e insensibilmente parlando di Gianluigi Buffon, portiere della Juve e degli Azzurri), insensibile è proprio sulla bocca di tutti!



“Corsi e ricorsi storici!” ha immantinente avvertito lo Zingarelli, un vocabolario che sa tante cose perché le ha prelevate un po’ qua e un po’ là in giro per il mondo, con una buona dose di insensibilità. “Non fu forse Cesare a dire, in punto di morte (punto invero da numerose coltellate) al suo figlioccio: Tu quoque, Brute, insensibili fili mii? E il grande bardo (per noi comuni mortali, William Shakespeare) non mise sulle labbra di Amleto la celeberrima massima: Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne possa sognare nella tua insensibilità? Ed è davvero da insensibili non citare il maestoso Aristotele, a cui si deve l’acuto aforisma: L’insensibile non dice tutto quello che pensa, ma nemmeno pensa tutto quello che dice. Ai posteri l’ardua sentenza, se non si riveleranno insensibili!”.

Grazie, Zinga, ci hai reso davvero meno insensibili, mica c’abbiamo un bidone della spazzatura al posto del cuore!

Anzi, a tal proposito, sempre il Gigi nazionale dixit, è ormai linguaggio comune paragonare l’organo muscolare cavo fomato da atri e ventricoli a un cassonetto dell’immondizia o simili. È già successo a Monfalcone: Michele Contento, portiere come Buffon ma di una squadra di Seconda categoria di Serie D, l’Unione Fincantieri Monfalcone, espulso nella finale di campionato dopo 6′ minuti per aver causato un rigore, a fine partita ha dichiarato a proposito dell’arbitro: “Ha una cassa di birra al posto del cuore”. A questo punto potrebbe capitare, per esempio, che un addetto a una piattaforma petrolifera, redarguito sul posto di lavoro, possa rivolgersi al suo superiore con un veemente “Ha un pozzo nero senza fondo al posto del cuore!”. O che in un’officina il meccanico dica del suo capo: “Ha uno spinterogeno al posto del cuore!”.

Comunque, se il mondo dello sport è rimasto scosso dal… Gigi dixit, il mondo della cultura potrebbe rivelarsi tutt’altro che insensibile alle affermazioni del nostro portierone. In Italia, la Sacher Film e il suo fondatore, nonchè direttore, il regista Nanni Moretti, potrebbero dedicarsi alla sceneggiatura de L’uomo insensibile. Si tratterebbe, al contempo, di una biografia e di un’autobiografia: vi si potrebbero narrare le storie di Silvio, un improvvisato uomo d’affari milanese che assurge a nevralgici centri di potere economici e politici, e di Nanni, un semplice romano di buona cultura, amante della modestia e appassionato di palombelle (i pallonetti della pallanuoto). Due esempi di insensibilità direi opposta: prevaricatrice nel primo, affabile nel secondo. “Un film – potrebbe essere il claim di lancio – per famiglie coraggiose che vogliono combattere l’insensibilità dilagante”.

Dal suo buen retiro dovunque sia (è o non è un cittadino del mondo?) Lorenzo Cherubini, al secolo Jovanotti, ci ha tenuto a dire che lui non è uno insensibile (“Io lo so che non sono insensibile, anche quando sono insensibile”: con tutte le esse presenti nella frase, qualora si tenesse una conferenza stampa, si farebbe il vuoto per timore di… sputazzi!). In ogni caso pare che la sua ultima traccia, Visibile Insensibile (cover dell’omonimo album di prossima uscita), troverà forza e impatto nell’orecchiabilissimo ritornello, di cui vi possiamo anticipare il testo:

Io credo che a questo mondo esista una grande insensibilità

Rispecchia le tante facce di quella che chiamano civiltà

Da Oslo ad Alberobello che il ritornello sia sempre quello

Amore soltanto amore poi tanta pace e serenità

Ammaina la bandiera di questa turpe insensibilità.

A questo punto, la nostra sensibilità ci consiglia di chiudere qui (lo Zinga ci fa notare che è come se fossimo arrivati al 92° di Real-Juve, un minuto prima del rigore su Vasquez…) e ci appelliamo al Garante della privacy perché tuteli questo articolo, ricco di “Buffonate”, dotte citazioni e soprattutto dati… insensibili!

P.S. La risposta esatta al preambolo-quiz è la 2. Se avete barrato le soluzioni 1 o 3, vuol dire che siete… assolutamente insensibili al fascino di Humphrey Bogart!