Considerato uno dei migliori attori italiani in circolazione, Sergio Castellitto è reduce da un periodo lavorativo molto intenso. L’8 maggio 2018 sarà protagonista su Rai 1 con la docufiction “Aldo Moro”, dedicata allo statista democristiano ucciso 40 anni fa dalle Brigate Rosse. Ma non solo: è uscito in sala “Il tuttofare”, lungometraggio diretto da Valerio Attanasio che lo vede tra gli interpreti principali insieme ad Elena Sofia Ricci e Clara Alonso. Intervistato da Donna Moderna, l’attore ha parlato del suo personaggio nel film del regista romano, un avvocato ‘cialtrone’ contemporaneo: “Sicuramente un personaggio che si può iscrivere nella galleria dei grandi ‘mostri’ raccontati dal cinema italiano, quasi un omaggio agli attori che da ragazzino me ne fecero innamorare: Gassman, Tognazzi, Mastroianni”. Un film in cui l’Italia è rappresentata tutta inciuci e raccomandazioni, una visione che non rispecchia la realtà secondo Castellitto: “Siamo davvero così? Non tutti, e mi sono un po’ rotto le scatole di chi parla sempre male di questo Paese. Credo che l’Italia sia piena di donne e uomini straordinari, non solo di truffatori e molestatori. Di gente che si alza la mattina e va a lavorare, cercando di darsi una dignità. Il problema è quanto la società alzi l’asticella del compromesso. Che però è insito nella vita: tutti dobbiamo accettarne, dall’idraulico al politico”.



SERGIO CASTELLITTO E MARGARET MAZZANTINI

Dopo aver parlato del suo ruolo nella docufiction su Aldo Moro (“Ad averceli oggi, certi statisti”), l’attore ha parlato della sua vita privata e dei suoi quattro figli: “Preoccupato per il loro futuro? Come tutti i genitori. Ma non posso togliere ai giovani il diritto della speranza, anche perché io la mia carriera l’ho fatta”. Sposato con la scrittrice Margaret Mazzantini, Sergio Castellitto ha poi parlato della vena artistica della sua famiglia: “Io e Margaret siamo in coppia da più di 30 anni, per noi non c’è distinzione tra privato e lavoro. Casa nostra è un’agorà, le idee dei film le discutiamo a cena davanti ai figli, passiamo le serate tutti insieme ‘sbracati’ sul divano a discutere, litigare, fare pace”. Una bella famiglia, non semplice da costruire coniugando il lavoro: “Siamo stati bravi: Margaret e io non abbiamo mai anteposto noi stessi e le carriere al progetto familiare. Per noi era la cosa più importante”. E non sono mancate, alla coppia, le critiche per il successo: “Cosa rispondo? Che noi siamo fuori dall’establishment. Non abbiamo amici potenti, siamo andati avanti soltanto con le idee e con il rapporto che negli anni abbiamo costruito con il pubblico”. Infine, una battuta sull’indipendenza: “Mantenerla è così importante? Lo è, perché il cinema è un ambiente fatto di schieramenti, compromessi, consensi travestiti da dissensi. Mentre io credo che un artista debba essere solo davanti al suo lavoro, non influenzato né subordinato. E voglio essere in grado di parlare con chiunque, a destra, al centro e a sinistra. Certo, poi ho le mie idee. Ma siccome sono anche un bastian contrario, in genere mi piace stare dalla parte di chi perde”.

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