Eh sì, quando si dice che i soldi non fanno sempre la felicità è vero e anche per un rampollo come quello della famiglia Agnelli non deve essere stato facile. Mettendo da parte tutti gli accadimenti, giudiziari e non, che in questi ultimi anni hanno travolto Lapo Elkann, sembra che anche la sua gioventù non deve essere stata facile quando, ancora bambino, sui banchi di scuola, ha dovuto fare i conti con la sua dislessia. I una lunga intervista, Lapo Elkann si è raccontato parlando di sé come un “povero sfigato”, “un problema per i professori che mi avevano in classe”. Nonostante il peso del cognome che si portava dietro, Lapo Elkann non era tra i favoriti, anzi: “Da piccolo, a causa della dislessia, sono stato bocciato per due volte e ho offerto molto il fatto di essermi diplomato assieme a mia sorella, di due anni più piccola” e poi parte l’attacco a chi non lo ha capito e non lo ha aiutato, forse per via dei tempi diversi e degli strumenti che all’epoca erano minori rispetto ad oggi: “I miei professori, che all’epoca avevano molti meno strumenti di quelli attuali, avrebbero dovrebbero capire che un bambino non può essere percepito come un problema, perché questo atteggiamento crea soltanto sofferenza”. Adesso tutto è passato e quel problema è diventato la sua leva di forza, per fortuna. (Hedda Hopper)
LAPO ELKANN PARLA DELLA SUA DISLESSIA
Lapo Elkann ha parlato per la prima volta apertamente della sua dislessia e di come questo disturbo l’abbia fortemente condizionato da bambino, condizionandone anche in certa misura la crescita. Intervenuto nell’ambito del convegno nazionale di SOS Dislessia che si è tenuto presso il Centro Congressi Santo volto di Torino, il rampollo di casa Agnelli era infatti una delle personalità di spicco invitate dagli organizzatori in qualità di testimoni del disturbo oltre che di “dislessici noti”: e, concedendosi a margine dell’evento ai microfoni dei giornalisti, il 40enne originario di New York ha raccontato la sua personale esperienza, focalizzandosi soprattutto sui problemi avute in età scolastica: “La realtà dei fatti è che il processo scolastico lo vivevo con grande difficoltà, mi sono reso conto della dislessia perché non avevo il focus sull’attenzione, nel leggere, nella concentrazione”. Nel ricordo di Elkann, lui era un bambino che, “a differenza di quelli normali”, ci metteva più tempo per fare ogni cosa e questo ha causato in lui una sorta di frustrazione interiore oltre che un senso di insoddisfazione: “Avevo una rabbia verso quello che era il processo di apprendimento” proprio a causa del cosiddetto ADHD, ovvero il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività.
“ERO PERCEPITO COME UN PROBLEMA A SCUOLA E IN FAMIGLIA”
Al termine del convengo sulla dislessia che, tra gli altri, ha visto protagonisti anche l’attore Francesco Riva e altri ex dislessici “illustri”, Lapo Elkann ha rivelato un aspetto poco conosciuto della sua infanzia: a proposito del disturbo di cui soffriva, il 40enne ha spigato che “quando sei bambino non ti aiuta e il professore ti percepisce come un problema, come anche la tua famiglia”. Insomma, a suo dire, questo fattore ha costituito un grande danno psicologico tanto che ha finito per perdere due anni di scuola: “Sono stato bocciato due volte e alla fine ho passato la maturità assieme a mia sorella che ha due anni meno di me”. Ma lo stesso Elkann ha concluso ricordando pure come la dislessia ha avuto anche un effetto positivo sulla sua personalità: nonostante il senso di umiliazione provato da bambino e il percepirsi come “uno sfigato”, questa condizione l’ha portato a essere “molto nel mondo dei sogni e dei pensieri, mi immaginavo una realtà più bella certamente di quella che vivevo”, tanto da nutrire quel sentimento di creatività un po’ ribelle che da sempre lo caratterizza e che, a suo dire, è riuscito a far diventare in fondo il suo mestiere.